Israele pronta a prolungare la tregua, ma arriva il no di Hamas. Giustiziati “collaborazionisti di Israele” a Gaza

Via Twitter il capo delegazione del movimento islamista, Mussa Abu Marzuq, ha chiuso ogni opzione di prolungamento della tregua: riprenderà il lancio di missili. A Gaza proteste contro Hamas, forse vera ragione delle esecuzioni sommarie

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Gerusalemme – Israele è pronta ad allungare la tregua senza porre condizioni. L’attuale cessate il fuoco terminerebbe venerdì alle 8 ora locale. Ma Hamas risponde che non c’è alcun accordo per estendere la tregua oltre quanto previsto, così Hamas si prepara a riprendere il lancio di missili su Israele.

È immaginabile che Israele risponda agli attacchi o la Comunità Internazionale si attende che Israele subisca in modo supino alle bizze di un gruppo di terroristi, così definiti dall’Unione Europea, dagli Stati Uniti e dalla NATO?

Lo ha scritto su twitter il numero uno di Hamas, Mussa Abu Marzuq (nella foto di apertura), che fa parte della delegazione palestinese al Cairo impegnata nei negoziati. Complessivamente la guerra cominciata a luglio ha causato 1942 morti, di cui 1875 palestinesi.

Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, aveva detto oggi al Cairo che il cessate il fuoco temporaneo nella Striscia di Gaza “sta tenendo. Speriamo che sia esteso per dare una reale chance ai negoziati in corso tra le due parti“. Shoukry aveva aggiunto che “tutti i temi riguardanti le esigenze dei cittadini della Striscia di Gaza saranno affrontati: la ricostruzione della Striscia, l’apertura dei valichi di frontiera, la sospensione dell’embargo da parte di Israele e le garanzie che una pericolosa escalation militare di questo genere non accada ancora“.

L’impressione è che la posizione di Hamas sia rivolta più contro i mediatori egiziani – vista la nuova linea politica dell’Egitto verso i Fratelli Musulmani, casa madre del movimento terrorista gazawo – che contro l’idea stessa di un prolungamento della tregua, una circostanza che rende ancora più necessaria la demilitarizzazione del Movimento di Resistenza Islamica.

Fonti palestinesi hanno ieri diffuso la notizia di alcune sentenze capitali eseguite dalle Brigate Ezzedin al-Qassem, l’ala militare di Hamas (ammesso e non concesso che si possano distinguere le due branche del Movimento di Resistenza Islamica) contro alcuni palestinesi ritenuti “collaborazionisti di Israele”.

Le supposte “spie” di Israele sarebbero “state arrestate per aver rivelato al nemico informazioni sulla resistenza palestinese e i suoi combattenti” e poi giustiziate per aver “aiutato il nemico a colpire nuovi obiettivi“.

La legge palestinese prevede la pena capitale per i collaborazionisti, gli assassini e i trafficanti di droga, ma ogni esecuzione dovrebbe essere approvata dal presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, in quanto massimo dirigente politico palestinese.

20140807-SamiAbuZuhri-320x230In realtà, come riportato da media israeliani e mediorientali, sembra che nella serata di sabato scorso il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, sia stato malmenato da una folla di civili di Gaza nei pressi dell’ospedale Shifa, salvato solo dalle sue guardie del corpo. La popolazione pare protestasse per la conduzione della battaglia con Israele, soprattutto per l’esposizione dei civili alle rappresaglie israeliane.

Quindi è possibile che la notizia fatta circolare da fonti palestinesi non sia che una volgare copertura di un crimine contro i civili palestinesi, colpevoli di aver tentato una ribellione contro Hamas. Un segno – se fosse confermata questa lettura – che anche nei palestinesi si sta muovendo qualcosa e che quella ribellione auspicata da più fronti (anche da noi, qui) come presupposto per la liberazione di Gaza da Hamas e una nuova era nelle relazioni israelo-palestinesi.

Una ribellione su cui potrebbero peraltro lavorare anche le intelligence di altri Paesi arabi, consapevoli da tempo (come l’Egitto e la Giordania) o svegliatisi di recente (come l’Arabia Saudita) sui pericoli del fondamentalismo islamista per i delicati equilibri del Medio Oriente.

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Un pensiero su “Israele pronta a prolungare la tregua, ma arriva il no di Hamas. Giustiziati “collaborazionisti di Israele” a Gaza

  • 07/08/2014 in 19:23:31
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    Il futuro porta con se tante incertezze ma una cosa è certa. Da un paio di mesi a questa parte Israele sta’ ricevendo una grande attenzione. Il tipo di attenzione che Israele sa’ di non aver bisogno. Cio’ nonostante la prima mossa in questa Guerra fu’ quella di Israele. Questo ricorda la famosa regola di Sun Tzu.
    Il libro “L’Arte della Guerra”, scritto da Sun Tzu, e’ uno dei piu’ prestigiosi ed influenti testi di strategia al Mondo, insegnato in tutte le accademie militari inclusa West Point. E’ scritto in quel libro che la strategia migliore per eliminare il nemico e’ quella di condurre una serie di operazioni militari tali da essere certi delle reazioni per cosi’ portare avanti una linea di condotta che sia gia’ decisa alla partenza. “Per fare muovere il tuo nemico attiralo con qualcosa che e’ certo di prenderlo. In pratica, si tratta di avere il controllo di tutte le operazioni su tutti i movimenti del nemico a partire dalle proprie manovre iniziali.”
    Benvenuti all’11 Settembre.

    Fra le Nazioni piu’ potenti, il governo ombra dei Sionisti e’ un governo parallelo ed invisibile che puo’ infiltrare un qualsiasi governo eletto dal popolo come un cancro che pervade un corpo a sua insaputa. Questo governo ombra si nasconde e si infiltra nelle case di ogni cittadino per poi lasciare sempre ricadere la sua colpa sul governo eletto e le sue responsabilita’ sui cittadini di quella Nazione presa in ostaggio.
    Benventi al tempo della destabilizzazione.

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