Danieluzzo Ricciardo, 30 e lode all’Università della Formula 1: Spa-Francorchamps!

Harakiri (involontario) Mercedes, con Hamilton fuori gara al secondo giro (ritirato solo al 40°). Rosberg salva la gara con una condotta da leone. Bottas terzo, davanti a un magico Räikkönen. Problemi per Alonso in partenza, poi una gara con il coltello tra i denti: l’8° posto non premia il pilota spagnolo

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Francorchamps – Daniel Ricciardo ha vinto il Gran Premio del Belgio, la sua terza gara di F1, un bel modo di festeggiare il ritorno dalle ferie. Un successo meritato e che forse avrebbe potuto conquistare anche senza l’harakiri dei piloti Mercedes al 2° giro, quando Rosberg ha toccato con la propria ala anteriore la gomma posteriore sinistra della monoposto di Hamilton, scattato in testa alla partenza. Il posto – la chicane di Les Combes – deve far riflettere chi sostiene l’intenzionalità della manovra: sarebbe da folli pensare di uscire indenni con una toccata del genere.

Rosberg ha dovuto lottare come un leone (alla Mansell) per andarsi a riprendere il secondo posto (e i punti preziosissimi) e cercare di salvare una gara che sembrava essersi dissolta. Tuttavia, le dichiarazioni rese a fine gara da Toto Wolff e Niki Lauda (rispettivamente presidente esecutivo e onorario del team Mercedes) sono state tutte a favore di Hamilton. “Non si possono fare queste manovre al secondo giro”, hanno detto all’unisono, assumendo la difesa d’ufficio del pilota britannico, che ha chiesto a ripetizione per tutta la gara di potersi ritirare (accontentato al 40° giro).

Solo Hamilton sa in che condizioni fosse la macchina, ma quello che tutti abbiamo visto è stato un incidente come altri, causato dalle circostanze, ma senza intenzionalità da parte di Rosberg, che altrimenti sarebbe stato uno stupido (o pazzo): non sembra lo sia. La storia avrà probabilmente un seguito di polemiche, ma forse tutto è causato da regolamenti che legittimano i giochi di squadra, che obbligano alla desistenza competitiva (ché se si rompe un motore si beccano penalità: che stupidaggine!), che impediscono ai talenti di esprimersi bene e allo sport di avere sempre più una posizione minoritaria nella scala dei valori.

Sul terzo gradino del podio è salito Valtteri Bottas, che ha surclassato il compagno di squadra Felipe Massa (12°, con una settimana e mezzo di ritardo). La Williams perderebbe un gran pilota, se Bottas fosse “trasferito” alla Mercedes (come certe indiscrezioni sostengono potrebbe avvenire).

Kimi Räikkönen – sulla pista dove ha vinto quattro volte – ha conseguito un quarto posto finale che non premia del tutto il proprio impegno in gara. Il podio sarebbe stato meritatissimo. Al contrario, Sebastian Vettel ha raccolto un quinto posto insperato da come si era messa la gara. Protagonista nella prima parte di gara, poi penalizzato dalla strategia, infine redivivo a fine gran premio. Resta il mistero del distacco secco da Ricciardo: che sia una nemesi australiana a colpire il quattro volte campione del mondo?

A tre giri dalla fine la battaglia per il quinto posto però aveva per protagonisti Vettel, Magnussen, Alonso e Button, impegnati in un “quadriello” a colpi di sorpassi. Finché al 43° giro, Alonso tentava di passare Magnussen sul rettilineo del Kemmel (con DRS attivo) e veniva stretto progressivamente sull’erba di destra, una manovra non difensiva: criminale. Infatti è sotto investigazione dei Commissari Sportivi, tra i quali c’è Emanuele Pirro. Alla fine della gara, Magnussen precedeva il compagno di squadra Button e Alonso. Probabilmente non sarebbe cambiato molto e il risultato non avrebbe premiato la foga del pilota spagnolo, ma il modo di guidare del danese è da cassare subito, per non spingerlo a futuri guai.

Le ultime due posizioni a punti sono state conquistate da Perez (Force India) e Kvyat (Toro Rosso). Delusione per Massa, come detto (macumba?), mentre Bianchi ha dovuto arrendersi a due giri dalla fine, avendo combattuto fin dall’inizio con la malasorte (foratura in partenza).

Il “debuttante” Lotterer ha fatto poco più di una passerella di tre giri, poi si è ritirato sconsolato (forse).

Una riflessione finale la merita la direzione di gara, da qualche tempo affetta da geriatria cronica. Dopo il contatto tra Rosberg e Hamilton, nella zona di Blanchimont c’erano una miriade di detriti in carbonio, pericolosissimi per la sicurezza. La Safety Car sarebbe stata assolutamente necessaria, non è stata invece dispiegata dal direttore di corsa – Charlie Whiting – in modo inspiegabile. Doppiamente inspiegabile, potremmo rilevare, visto che Whiting è anche delegato FIA per la sicurezza.

Una sottovalutazione pericolosa, che avrebbe potuto avere gravi conseguenze per i piloti (i commissari e gli spettatoti), se un detrito avesse causato un incidente alla velocità con cui si passa da quel tratto di circuito. Un fatto grave su cui si dovrà prima o poi aprire un dibattito serio, perché la F1 non può essere lasciata alle decisioni “lente” di gente che avrebbe la ragguardevole età per godersi una rispettata e meritata pensione.

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