Giannini, la ministra “spiritosa” della Pubblica Istruzione: “basta con i supplenti, ma non li elimineremo fisicamente”

Visto il momento pacifico, sia in Italia che in tutto il Mediterraneo (allargato), la titolare di uno dei dicasteri più importanti, docente universitario, si lascia scappare una battuta che sarebbe stata stupida in tempi ordinari, ma diviene idiota in questo delicato momento della storia internazionale. Chiamiamoli, se vogliamo, inadeguati a gestire un Paese…

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Rimini  – Mentre il Mediterraneo è avvolto dalle fiamme dell’islamismo settario che si è trasformato in minaccia globale per la Libertà, il Governo Renzi continua a sgovernare l’Italia. Perla tra le perle, Stefania Giannini ha scelto il proscenio del Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini per annunciare una novità, il superamento del sistema delle supplenze, snocciolando alcune novità della riforma durante un dibattito.

“Le supplenze” – ha detto la prima ministra fotografata con le poppe al vento della Storia della Repubblica Italiana (segno dei tempi…) – “vanno riconsiderate perché si sa già dall’inizio dell’anno scolastico quali sono i posti da sostituire stabilmente”. E già questa affermazione meriterebbe una riflessione basilare: e ve ne siete accorti solo ora? Complimenti!

Ma la bionda ministra, mostrandosi con una faccia tosta che ha il sapore dell’inadeguatezza a risoprire il ruolo, ha continuato a stupire, affermando – con tono scherzoso – che “i supplenti non saranno eliminati fisicamente. Come, lo vedrete…” nelle prossime settimane.

Dopo il “battutone”, Stefania Giannini ha spiegato per sommi capi – come da regole della casa (annunci altisonanti, accompagnati da battute che servono a vivacizzare la comunicazione, poi il nulla) – che l’obiettivo del Governo è di razionalizzare il processo di nomina, ragionando in “termini di organico funzionale e non di organico di diritto che si distingue dall’organico funzionale“, ha affermato, prima di riconoscere a se stessa qualità pitagoriche: “è l’uovo di colombo che chi lavora nella scuola conosce da tempo, ma che nessun governo ha avuto il coraggio di affrontare direttamente perché significa prendere coscienza che le supplenze non fanno bene né a chi le fa né a chi le riceve“. Elementare, Watson.

Infine, la ministra ha spiegato come al ministero sanno sin “dall’inizio dell’anno con molta precisione quali sono i posti da coprire stabilmente ma c’è un meccanismo perverso che ci trasciniamo da decenni che non ci consente di lavorare se non con l’organico di diritto e quindi di riempirlo attraverso le graduatorie“. Una dichiarazione strana, perché apre una porta a ricorsi amministrativi, se il fine è quello di non seguire più le graduatorie, ossia una forma di certificazione del diritto a essere chiamati al lavoro. 

Insomma, si preannuncia un’altra decisione demolitoria della certezza del diritto. Ma quel che ci preme sottolineare è la sconveniente battuta sulla non eliminazione fisica dei supplenti, visto il momento storico. Una ministra dell’Istruzione è inadeguata al ruolo e alle responsabilità ricoperte, se si esprime in questi termini. E se è docente universitaria – come Stefania Giannini – è inadeguata doppiamente

Ma forse la verità è sempre quella classica: il potere logora chi non è abituato a esercitarlo. Insomma, dà alla testa ai deboli di spirito.

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