Il “sex jihad” delle musulmane devote alla guerra santa e al sollazzo dei mujāhidīn (2 video)

Il sex jihad sarebbe autorizzato da una fatwa di un clerico wahabita, che però ne ha negato la paternità, suscitando dubbi di dissimulazione. Nel marzo di quest’anno un jihadista tunisino, nel corso di un’intervista televisiva, ha confermato la pratica del Jihad Al-Nikah (matrimonio temporaneo per la guerra santa), un espediente giuridico-religioso per giustificare la violenza sessuale o la prostituzione. La drammatica testimonianza di una ragazza siriana, “data” dal padre ai jihadisti e salvata dai soldati di Bashar al-Assad

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Kuala Lumpur – Donne simpatizzanti della causa jihadista e dell’ISIL neo-califfale si stanno offrendo per confortare i miliziani dello Stato Islamico, in una pratica nota come Sex Jihad, nella definizione in inglese, e di Jihad al-Nikah (matrimonio temporaneo per la guerra santa). Secondo la testimonianza di una ragazza siriana più volte sottoposta a tale pratica, il sex jihad (se non volontario) è niente di meno che uno stupro.

Funzionari dell’intelligence malese hanno dichiarato al quotidiano The Malaysian Insider che almeno tre donne malesi hanno raggiunto il Medio Oriente per unirsi ai miliziani del “califfato” e dare “ristoro” ai jihadisti con il loro corpo. Il sex jihad sembra sia iniziato nel 2013, dopo che un clerico wahabita – Mohamad al-Arefe – ne avrebbe ammesso la pratica ai fini del jihad con una fatwa.

Secondo The Malaysian Insider “si ritiene che queste donne si siano offerte per confortare sessualmente i combattenti dell’ISIL che stanno tentando di stabilire dominio islamico in Medio Oriente. Questo concetto può sembrare controverso, ma è sorto quando alcune donne musulmane stanno mostrando qui (in Malesia, ndr) simpatia per la lotta dell’ISIL”, ha confermato un funzionario di intelligence che ha voluto mantenere l’anonimato, che ha spiegato anche come una delle tre donne fosse già andata in Medio Oriente lo scorso dicembre.

Il funzionario dei servizi segreti malesi ha sottolineato il fatto che donne musulmane simpatizzanti dell’ISIL siano andare in Iraq per il sex jihad. “Poco dopo che la città di Mosul, in Iraq, è stata conquistata dalle forze dell’ISIL, alla popolazione è stato ordinato di mandare le donne non sposate per il jihad sessuale”, ha ricorda. “Nel suo editto, l’ISIL ha minacciato di imporre la sharia a tutti coloro che non avessero rispettato l’editto”, su cui si è speculato nelle scorse settimane in Occidente. 

Conferme del jihad sessuale sono venute anche da un miliziano tunisino, intervistato in televisione non appena tornato in patria. Abu Qusay, intervistato da Tunisian TV, ha affermato di aver egli stesso goduto di tale “accoglienza” sessuale, durante il suo soggiorno di jihad in Siria.

Tuttavia, quando le donne musulmane non si concedono volontariamente, il discorso si fa meno ideale – ammesso e non concesso che si possa concedere una tale idealità – e sfocia nel terrore puro, nello stupro violento. Lo ha raccontato un’adolescente siriana, offerta per il jihad sessuale dal padre ai miliziani dell’ISIL. La sua esperienza, che ricorre al 2013, è stata raccontata in un video pubblicato sul web. “Mentre facevo la doccia – ha raccontato – un uomo di oltre 50 anni è entrato in bagno e ha cominciato a toccarmi. La stanza era piccola e ho cominicato a urlare, così mi ha afferrato per i capelli e mi ha portato in una stanza”. “Urlavo, mio padre mi poteva sentire, ma non intervenne per fare qualcosa o per sottrarmi all’uomo, che poi fece quel che fece”, ha raccontato la giovane donna. “Poi un altro uomo è venuto nella stanza”, ha continuato la ragazza, che alla fine perse coscienza e si ammalò a seguito della violenza. 

La ragazza ha raccontato di essersi salvata solo perché a un check-point ebbe il coraggio di chiedere aiuto ai soldati siriani, mentre stava per essere condotta a soddisfare le voglie dei miliziani jihadisti insieme alla madre. 

Il Jihad al-Nikah è una sorta di espediente giuridico-religioso, che mutua la contrattualistica matrimoniale islamica per giustificare la violenza carnale e la prostituzione, vietati in teoria dalla sharia. Costituisce una giustificazione strumentale di un atto vietato. Una forma dunque di “matrimonio a tempo”, giusto quello che intercorre tra uno stupro e un attacco jihadista. 

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