I jihadisti dell’ISIL studiano come usare armi di distruzione di massa: peste bubbonica diffusa con animali infetti?

In un notebook sequestrato in gennaio a un tunisino di 24 anni, che ha studiato chimica e fisica in patria, informazioni su come usare armi di distruzione di massa per procurare la morte degli infedeli, sulla base di una fatwa emessa da un imam saudita ospite delle patrie galere. Istruzioni per attentati suicidi non convenzionali. Chiudere Mare Nostrum, subito

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L’incubo armi di distruzione di massa aleggia nella comunità intelligence occidentale e dei Paesi musulmani che si stanno accorgendo della minaccia costituita – anche per se stessi – dall’ISIL (Islamic State of Iraq and Levant), autoproclamatosi Califfato/Stato Islamico. Una tappa per l’imposizione della sharia al mondo.

Nello scorso mese di gennaio, ma la notizia è trapelata in questi giorni grazie a un articolo della rivista Foreign Policy, Abu Ali, combattente di un gruppo moderato contro il regime di Assad, trovò un computer portatile in un covo dell’ISIL, al termine di uno scontro armato. Il covo si trovava in un villaggio della provincia siriana di Idlib, al confine con la Turchia.

Secondo Harald Doornbos e Jenan Moussa, che ne hanno riportato la notizia su Foreign Policy il 28 agosto scorso, Abu Ali ha rivelato che in un primo momento il computer era stato trovato vuoto, ma una ricerca più approfondita ha rivelato un “tesoro” di materiale opportunamente nascosto: 146 gigabyte di materiale, con 35.347 files divisi in 2.367 cartelle.

I due giornalisti di Foreign Policy hanno così potuto copiare il contenuto in un hard disk esterno e hanno potuto valutare con calma documenti in francese, inglese e arabo video di indottrinamento al jihad, discorsi di Osama bin Laden, manuali per la costruzione di bombe, istruzioni per rubare auto, lezioni per il camuffamento, consigli su come seminare i pedinamenti.

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Tuttavia, a parte la propaganda e le istruzioni per il jihad, il dato più preoccupante riguarda la presenza di informazioni sulla preparazione di armi biologiche e chimiche, anche perché il proprietario del computer sarebbe un tunisino di 24 anni – Muhammed S. (del quale è stato trovata perfino una foto nel notebook) – che ha studiato chimica e fisica in due università tunisine. I giornalisti hanno avuto conferma che il giovane ha studiato nelle università della Tunisia, ma alla richiesta di ulteriori informazioni, i funzionari universitari li hanno dirottati verso i servizi di sicurezza: segno che l’individuo è nella black list dei ricercati internazionali (per 20140830-muh-a-is-il-220x225questo la foto è mascherata).

In particolare, un documento in arabo di 19 pagine ha attirato l’attenzione di Doornbos e Moussa, perché riportava le istruzioni per sviluppare armi biologiche con il virus della peste bubbonica, da spargere attraverso animali infetti. In questo documento, riporta Foreign Policy, si trova un’annotazione tecnica: “il vantaggio delle armi biologiche è che non costano un sacco di soldi, mentre possono causare enormi perdite umane”. Una valutazione perfetta, visto che le armi biologiche sono considerate “le atomiche dei poveri”.

Nel paper trovato dentro il computer si trova anche l’istruzione su come testare in sicurezza la malattia, prima di utilizzarne i “veicoli” in un attacco terrorista devastante. “Quando il virus (della peste, ndr) viene iniettato in piccoli topi, i sintomi della malattia dovrebbero iniziare a comparire entro 24 ore”, è riportato.

A supporto del progetto jihadista di usare armi di distruzione di massa, nel notebook i giornalisti di FP hanno trovato una fatwa – una sentenza emessa da un giurisperito islamico – in cui si autorizza l’uso di armi devastanti contro gli “infedeli”. La fatwa è stata emessa da un religioso wahabita saudita, Nasir al-Fahd, detenuto nelle carceri del suo Paese per le posizioni estremiste e i legami con il jihadismo internazionale. Nella “sentenza” si riporta che “se i musulmani non possono sconfiggere gli infedeli (kāfirūn) in un modo diverso, è permesso l’uso di armi di distruzione di massa. Anche se uccidono tutti loro e cancellano loro e i loro discendenti dalla faccia della Terra”.

20140830-Aafia-SiddiquiOra forse è più chiaro perché la lotta contro il jihadismo neo-califfale non è una lotta contro il terrorismo, ma è una guerra contro l’imperialismo nihilista di una parte consistente di musulmani contro il resto del mondo, che va soggiogato sotto il vigore della sharia. Ed è anche più chiaro perché tutti i movimenti jihadisti, con qualsiasi denominazione si presentino alla ribalta della cronaca internazionale, agiscano per la liberazione di Aafia Siddiqui – nota come “Lady al-Qaeda” – l’esperta di armi chimiche e batteriologiche pakistana, arrestata in Afghanistan con i piani per un attacco chimico e condannata a 86 anni di carcere, che sta scontando in una prigione del Texas.

Matteo Renzi, Federica Mogherini, Roberta Pinotti e Angelino Alfano di tutto questo sono al corrente? Ne comprendono la gravità? Capiscono perché Mare Nostrum è un’operazione che apre una falla straordinaria all’ingresso di persone che – usando il proprio corpo come veicolo di malattie con finalità terroristiche – possono devastare la vita dell’Italia e dell’Europa tutta. 

Capiscono perché Mare Nostrum  è da chiudere subito?

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