Zhejiang, 90 milioni di pillole farmaceutiche avvelenate al cromo vendute sul mercato. Allarme sanitario, ricerche in corso

Le autorità avvisano la popolazione e arrestano gli 11 produttori, ma gran parte della partita è ancora in circolazione. Il cromo viene usato nella metallurgia e come lucidante; se ingerito in alte quantità può provocare la morte. Non si ferma la scia di scandali legati alla produzione industriale in Cina

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Pechino – Le autorità cinesi stanno cercando di rintracciare una partita composta da 90 milioni di capsule farmaceutiche avvelenate: nella loro produzione è stato infatti usato del cromo, tossico se ingerito. Al momento le pillole sono sul libero mercato, e la popolazione è stata avvertita: tuttavia è molto difficile che la polizia riesca a ritrovare tutto il carico.

Gli agenti hanno arrestato 11 persone nella provincia orientale del Zhejiang, coinvolte nella produzione e nella vendita alle case farmaceutiche.  Nella sola contea di Ninghai sono state rinvenute circa 440mila pastiglie in un negozio illegale; nel raid la polizia ha sequestrato altri 100 chili di prodotto – ancora non terminato – e circa 700 chilogrammi di materiale grezzo.

Il proprietario del negozio, identificato come Pan, aveva 10 dipendenti ed era già stato coinvolto in uno scandalo relativo a medicinali contraffatti nel 2012. Il 29 agosto scorso sono stati tutti arrestati con l’accusa di “produzione e vendita di materiale velenoso”.

Il cromo, noto anche come “piombo rosso siberiano”, viene usato in metallurgia e nella cromatura di metalli; l’ossido di cromo è un lucidante, ma può essere usato anche per fabbricare nastri magnetici. Molto colorato, costa poco ed è di facile estrazione. Con ogni probabilità, secondo gli inquirenti, il suo uso farmaceutico è dovuto al fatto che aumenta il peso delle pillole dando l’impressione che siano “più efficaci”.

La Cina è nota per il gran numero di scandali legati alla produzione industriale di massa. In pratica ogni settore relativo alla vendita al pubblico – da quello alimentare a quello farmaceutico – è stato colpito negli anni scorsi da crimini legati alla composizione e all’usufrutto delle materie prime. I casi più noti restano quello del latte in polvere alla melamina, che ha causato la morte di almeno 6 neonati e circa 300mila malati gravi; quello dei gamberetti alla colla; quello del dentifricio avvelenato. Non si salva neanche Taiwan, sempre più collegata all’economia della Cina continentale. 

(AsiaNews/Agenzie)