65° Nato Summit/Wales. Corpo di azione immediata e occhi su Ucraina e Iraq nel secondo giorno del vertice Nato

Una possibile tregua nell’est del Paese potrebbe essere firmata in giornata a Minsk in Bielorussia. In mancanza di un accordo, Stati Uniti e Unione Europea sono pronti ad inasprire ulteriormente le sanzioni contro la Russia. In programma il corpo di azione immediata, con un occhio all’Iraq e alla lotta contro i jihadisti. Ieri un successo militare alleato: eliminati due alti dirigenti dell’ISIL

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Newport, Galles – I leader dell’Alleanza Atlantica sono riuniti a Newport, nel Galles, per il secondo e ultimo giorno del cruciale vertice della Nato. Al centro del summit c’è la questione ucraina, mentre si apre la speranza per un possibile cessate il fuoco nell’est del paese che potrebbe essere firmato in giornata a Minsk in Bielorussia. In mancanza di un accordo, Stati Uniti e Unione Europea sono pronti ad inasprire ulteriormente le sanzioni contro la Russia.

Al centro dell’agenda del summit della Nato vi è anche la risposta alla minaccia dello Stato Islamico in Iraq e Siria, così come la situazione in Afghanistan, dove l’Alleanza prevede di cessare le operazioni di combattimento entro la fine dell’anno ma l’esito delle elezioni presidenziali è ancora incerto.

Intanto dal summit Nato in Galles è arrivata l’unanime condanna degli “atti barbari” dell’Isis, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante autoproclamatosi “Stato Islamico” retto dal califfo (ossia dal vicario del profeta Mohammed). L’esecrazione dei crimini contro l’umanità è venuta dal “padrone di casa”, il Premier britannico David Cameron.

Facendo riferimento alla decapitazione dei due giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff, e le altre atrocità commesse dai jihadisti in Siria e Iraq, Cameron ha affermato che “tutti noi siamo uniti nella condanna di questi atti barbari e deplorevoli. Le loro minacce non faranno altro che rafforzare la nostra determinazione nel batterci per i nostri valori“.

Il vertice, nella seconda giornata, si avvicina alla conclusione e la seconda giornata sarà centrata sull’approvazione di una forza di azione immediata, costituita da reparti mobili e speciali, capace di rispondere a qualsiasi minaccia esterna in modo celere, nel giro di al massimo quattro giorni. La composizione di questo corpo comune e unitario non è stata ancora rivelata, ma si sa che sarà costituita da almeno 4000 militari.

I capi di Stato e di governo dei Paesi membri dell’Alleanza Atlantica chiuderanno oggi l’incontro al vertice con un occhio anche all’evoluzione della situazione nell’Ucraina orientale e l’altro all’Iraq e alla Siria, dove ieri si è registrato un risultato importante, con l’eliminazione del numero due dell’ISIL – Abu Hajar al-Souri – comandante in seconda del movimento jihadista neo-califfale, e di Abu Alaa al-Iraqicapo del Consiglio Militare del cosiddetto “Stato Islamico”, con sede a Tal Afar. I due dirigenti jihadisti sono periti nel corso di un attacco aereo su una zona di Mosul, presumibilmente condotto dagli F18-A Hornet decollati dalla portaerei “George HW Bush” (CVN-77) di stanza a Manama, sede della Quinta Flotta statunitense. Un risultato che causerà qualche problema di coordinamento all’ISIL, ma non servirà a fermarne le ambizioni, un obiettivo che richiede l’unione di tutte le forze possibili, compresa la Russia.

Per questo è fondamentale risolvere la crisi ucraina e non isolare ulteriormente Valdimir Putin, probabilmente l’unico che ha compreso (sulla pelle dei russi) quando criminale può essere il jihadismo militare. Da Mosca a Beslan, le ferite sono troppo fresche e troppo profonde. Lo ricordino tutti i leader degli Stati dell’Alleanza Atlantica, che oggi concluderanno i lavori.

Alle 16 la conferenza stampa del Segretario Generale (uscente), Anders Fogh Rasmussen, alle 16 (ora italiana), poi seguiranno gli incontri bilaterali prima della conclusione dei lavori.

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