Ebola, l’Oms avverte: in Liberia probabili migliaia di nuovi casi. Obama a Stati Uniti ed Europa: aumentiamo gli aiuti

Margaret Chan, direttrice generale OMS: in Liberia non funzionano le misure di prevenzione che altrove servono a rallentare l’epidemia. Nelle prossime tre settimane ci sarà un aumento, se non si coinvolgono le comunità locali. Obama invierà l’esercito nelle aree colpite

Foto: Caroline Van Nespen/MSF

Ginevra – L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato lunedì il monito internazionale sul progresso dell’epidemia in Africa Occidentale. In particolare, l’organizzazione ha evidenziato la situazione della Liberia, dove migliaia di nuovi casi di febbre emorragica sono attesi nelle prossime settimane. Lo sottolinea un rapporto dell’OMS in cui si afferma che “diverse migliaia di nuovi casi di Ebola sono attesi in Liberia nelle prossime tre settimane” e si chiede che tutti gli attori della filiera sanitaria siano preparati ad affrontare l’impennata dell’epidemia nel Paese, dove la trasmissione del virus è particolarmente veloce e virulenta.

La Liberia è il Paese dell’Africa Occidentale con il maggior numero di casi e di decessi, dallo scoppio dell’epidemia nello scorso marzo. Le indagini effettuate in Liberia hanno portato gli scienziati dell’OMS a tre conclusioni.

Anzitutto, gli interventi tradizionali di controllo di Ebola non stanno avendo un impatto adeguato nel Paese, mentre in Liberia, mentre sembrano funzionare altrove, in aree di trasmissione limitata, in particolare in Nigeria, Senegal e nella Repubblica Democratica del Congo.

In secondo luogo, l’elemento decisivo si è rivelato un coinvolgimento maggiore delle comunità locali, definita a Ginevra “la pietra angolare di una risposta più efficace“. Dove le comunità si fanno carico di mettere in atto soluzioni e applicare le misure di protezione e prevenzione (per esempio in campo alimentare) , il risultato è stato positivo in  termini di rallentamento della trasmissione dell’ebola.

In terzo luogo, i principali partner di sviluppo che sostengono la risposta in Liberia – e altrove in Africa – devono prepararsi a incrementare i propri sforzi del triplo o del quadruplo. Il rapporto è stato discusso dalla direttrice generale dell’Oms, Margaret Chan, che ha puntato il dito contro il rischio allargamento dell’epidemia

Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato che l’US Army giocherà un ruolo attivo nel portare aiuti in quella parte dell’Africa, per fronteggiare l’emergenza nei Paesi colpiti dal virus. Il presidente – durante un’intervista esclusiva a Nbc “Meet the Press” – ha affermato che la diffusione della malattia “rappresenta un serio problema per la sicurezza nazionale“.

La decisione di Obama è arrivata dopo le pressioni di diverse associazioni internazionali, tra cui Médecins Sans Frontières, che da tempo chiedono alla Casa Bianca uno sforzo più deciso e diretto nella gestione dell’emergenza. Dall’inizio dell’epidemia, l’ebola ha ucciso circa 2.100 persone. L’Esercito americano fornirà assistenza ai medici che stanno cercando di fermare l’espansione del virus in Africa e porterà aiuti.

Aiuti che, secondo Obama, gli Stati Uniti e gli altri Paesi occidentali dovrebbero aumentare, per evitare che l’epidemia diventi ingestibile e si propaghi in modo violento anche in altri Paesi dell’Africa, raggiungendo Europa e Stati Uniti.

(Credit: WHO, MSF) © RIPRODUZIONE RISERVATA