Corte Suprema India fa tornare Latorre per 4 mesi, ma Renzi, Mogherini e Pinotti mentono o non sanno che fare

La massima istanza giudiziaria indiana concede 4 mesi, ossia sedici settimane, a Massimiliano Latorre, per curarsi dei postumi di un’ischemia: come se si pretendesse di curare in 5 minuti un mal di denti. Renzi, Mogherini e Pinotti si dimostrano inadeguati alla situazione e al ruolo ricoperto, perché continuano a ciurlare nel manico e a raccontare non-verità (se non proprio falsità). Renzi si inchina a Modi. Pinotti chiama un sottufficiale per nome e mette la mordacchia alla stampa (e a Latorre). Mogherini tranquillizza: ci stiamo pensano noi…. La realtà è che la Corte Suprema si tiene Girone come ostaggio per incapacità o malafede del Governo italiano

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Roma – La notizia, come molti di voi già sapranno, è che la Corte Suprema indiana ha concesso a Massimiliano Latorre la possibilità di rientrare in Italia per quattro mesi. La decisione è giunta su istanza dei legali del sottufficiale della Marina Militare, in forza alla Brigata “San Marco”, dopo l’ischemia che l’ha colpito alla fine di agosto scorso.

Il compagno di scuola (da come è indicato) “Massimiliano rientrerà in Italia quanto prima; il tempo di espletare le ultime formalità amministrative per la sua partenza” (citazione integrale, punti e virgole comprese), ha reso noto la ministra della Difesa, Roberta Pinotti (di professione insegnante di lettere e filosofia, nonché senatrice della Repubblica). I motivi del rientro sono illustrati dalla stessa autorevole fonte: “la Corte suprema indiana questa mattina ha concesso un permesso di viaggio verso l’Italia a Massimiliano Latorre, per consentirgli di trascorrere un periodo di quattro mesi di cura e riabilitazione accanto alla sua famiglia“.

Il “risultato è confortante“, sostiene Pinotti, che però è ferma nella precisazione: “non ci distoglie certo dalla volontà di trovare una soluzione rapida della vertenza con l’India, attraverso le iniziative che abbiamo da tempo intrapreso e che perseguiamo con determinazione. Il Governo – la ministra della Difesa ricorda a chi non…lo ricorda…  – lavora con estrema determinazione a una rapida e definitiva soluzione di questa disputa“.

Infine, Pinotti preannuncia la mordacchia per la stampa – e un ordine perentorio di silenzio a Latorre – a futura memoria: “rivolgo un appello affinché nei prossimi giorni sia rispettato da tutti il bisogno di discrezione e di tranquillità a cui Massimiliano e la sua famiglia hanno diritto e che sono necessarie a un suo pieno recupero“, ma non senza ringraziare Salvatore Girone e famiglia, promossi sul campo squadra di emergenza della Croce Rossa Italiana in missione segreta, ai quali la ministra esprime i propri “sentimenti di vicinanza e apprezzamento anche per l’assistenza eccezionale prestata al collega nei giorni del leggero stroke.

Praticamente dello stesso tenore la nota della ministra uscente degli Esteri, Federica Mogherini, in partenza per Bruxelles come Alta Rappresentante dell’UE per la Politica Estera e di Sicurezza Comune. “Abbiamo condiviso in queste settimane con la sua famiglia una grande preoccupazione per la salute di Massimiliano Latorre e con questa decisione, che il governo italiano apprezza molto, i giudici indiani hanno riconosciuto la condizione di sofferenza del nostro militare“, ha fatto affermato Mogherini, secondo la quale “un periodo di riposo e cure consentirà a Massimiliano di ristabilirsi a pieno (o appieno? …, ndr), è il mio augurio, contando sulla vicinanza della famiglia e sulla discrezione massima di tutti“, ha puntualizzato, prima di “far arrivare a Salvatore Girone un ringraziamento particolare per il sostegno mostrato al suo collega“. Tuttavia, ha proseguito Mogherini, “di là (o al di là? Mah…, ndr) dalla soddisfazione per la decisione della Corte suprema, resta ferma la volontà e la determinazione del governo italiano a trovare in tempi rapidi una soluzione definitiva a questa controversia“.

L’apoteosi governativa tuttavia è arrivata con il capo della squadra, Matteo Renzi, che via Twitter ha scritto: “Collaborazione con la giustizia indiana e stima per il premier Modi e il suo governo. Lavoreremo insieme su tanti fronti“.

Una dichiarazione che ha scatenato – oltre che alcune risposte ironiche – la piccata replica di Giorgia Meloni e di Gianni Alemanno. La leader di Fratelli d’Italia ci è andata con la mazza: “ stimi l’India perché rimanda a casa per 4 mesi dopo un’ischemia e 2 anni di detenzione illecita? Sei impazzito? “. Inequivocabile. 20140912-maro-meloni Gianni Alemanno, di FdI/AN e quant’altro, invece prima ha risposto a Renzi, poi ha postato un tweet originale a distanza di 12 minuti per marchiare a fuoco la replica. 20140912-maro-alemanno

Chiunque conosca l’UNCLOS (United Nations Convention on the Law of the Sea), sa che le azioni previste per tutelare i propri interessi e diritti nel caso di eventi verificatisi in mare sono espressamente regolamentati. Ivi compresi i fori giudiziari di competenza, le azioni legali attivabili e i modi per attuarle. Ne abbiamo scritto diverse volte, ripeterci è inutile. Vi rimandiamo agli articoli che ne hanno trattato: qui, a poche settimane dai fatti; qui, più di recente, in risposta alle inesatte affermazioni di don Giorgio De De Capitani, prete comunista e fiero di esserlo (contento lui…).

Nel primo articolo citato (del 10 aprile 2012) individuavamo – quando nessuno sulla stampa italiana ne parlava – la via dell’arbitrato internazionale, mentre forse solo alla Farnesina qualcuno sondava questa opzione, ma nel segreto di dinamiche ministeriali che si incrociavano con quelle politiche, come l’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi ha ripetutamente evidenziato, sia in sede parlamentare che sulla stampa nazionale, l’ultima volta qualche giorno fa.

Da diversi mesi, le ministre degli Esteri e della Difesa propalano alla pubblica opinione la storia del negoziato con l’India, volto alla risoluzione della crisi con l’Italia.

Da diversi mesi, Federica Mogherini e Roberta Pinotti irrorano la stampa e la pubblica opinione con una pioggia tranquillizzante di sorrisi e determinazione, ripetendo il mantra “internazionalizzazione della vicenda marò”, come se fosse una formula chimica originale, che necessiterebbe di test di valutazione, una fase di prova e poi la formalizzazione degli atti.

Da diversi mesi, Federica Mogherini e Roberta Pinotti parlano di “note verbali” trasmesse all’India per suscitare una risposta del governo indiano sulla controversia, finché si è saputo – per bocca della stessa titolare degli Esteri – che queste “note verbali” sono state almeno cinque (5!!!).

È sufficiente aver studiato (in modo neanche tanto approfondito…) relazioni internazionali e diritto internazionale per sapere che i rapporti Stati si compiono attraverso atti formali e informali: una nota verbale è un atto informale che preannuncia un atto formale, una dichiarazione di volontà o di intenti a proseguire su una strada. Equivale – se ci passate il paragone – ad anticipare il contenuto di una raccomandata per email o (meglio ancora) via fax (che ha lo stesso valore legale di una raccomandata).

Non ci vogliono mesi per avviare un arbitrato internazionale, di cui peraltro non risulta traccia nei lavori dei vari consiglio dei ministri finora tenuti. È un atto formale semplice, nella sua complessità: si comunica alla controparte (in questo caso il governo indiano) che la controversia sorta al largo del Kerala ricade sul vigente diritto internazionale marittimo (UNCLOS), che lega India e Italia in quanto Stati che ne hanno sottoscritto la convenzione (di Montego Bay, 10 Dicembre 1982), con successiva ratifica. 

Non è necessaria l’accettazione della controparte (l’India), essendo un atto unilaterale di attivazione di uno strumento giudiziario volontario internazionale – l’arbitrato – previsto in via generale dal diritto dei trattati e, in via particolare, statuito dal Capitolo XV dell’UNCLOS (PART XV-SETTLEMENT OF DISPUTES – qui) e regolato dall’Allegato VII della stessa convenzione (ANNEX VII. ARBITRATION – qui).

Ne consegue che Matteo Renzi (nella qualità di presidente del Consiglio dei ministri), Federica Mogherini (nella qualità di ministra degli Esteri) e Roberta Pinotti (come ministra della Difesa) hanno raccontato alla stampa e all’opinione pubblica delle autentiche falsità ovvero, e sarebbe più grave, si stanno occupando della questione in modo errato, mostrando lacune di assoluta gravità.

E ancora, Renzi, Mogherini e Pinotti sanno cos’è un’ischemia cerebrale, anticamera dell’ictus? Hanno idea di quanto tempo sia necessario per il recupero di una persona colpita da un semi-stroke? Ritengono congruo il termine di quattro mesi concesso al capo di Prima Classe Massimiliano Latorre?

Infine, riferirsi a un sottufficiale della Marina Militare con tono confidenziale sulla stampa – chiamandolo per nome e non con il grado – è ammissibile per un membro del Governo, che però parla come se fosse al bar? In un Paese incline ad attribuire dottorati e ingegnerati a chicchessia, con e senza meriti, un superiore che si rivolga a un sottoposto con tono confidenziale è una pratica educata, esemplare, non esecrabile?

Tutto questo è ulteriormente tollerabile in uno Stato democratico come l’Italia, ma in cui le regole della buona educazione, della verità istituzionale e della correttezza debbano essere i pilastri dell’azione di Governo, prima ancora che il paradigma comportamentale cui tutti noi – semplici cittadini – dovremmo attenerci?

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