Daje, Ignà! Fai ‘n gemellaggio cco’ Vienna, così te spiegheno come se fa lo smartimento de rifiuti…

Ottima la notizia del gemellaggio tra i gay pride di Roma e San Francisco: internazionalizzarsi è un must in tempi di globalizzazione e Marino – chirurgo di straordinario livello e con esperienze all’estero – fa bene ad allargare la prospettiva. Un suggerimento: chiami il “collega” della capitale austriaca, Michael Häupl, che governa da 20 anni e può aiutarlo tanto in settori altrettanto importanti…

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Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha aperto la città al mondo: per la capitale d’Italia – caput mundi – non è una novità in senso stretto. Ma sbandierare il pregio di ospitare un gay pride gemellato con l’analoga manifestazione (ci auguriamo le associazioni Glbt non si inalberino, non sappiamo se è giusta la definizione) di San Francisco è ritenuto un passo importante per la città e la crescita della sensibilità verso i diritti civili.

Tuttavia, se si ascoltassero i cittadini di Roma, probabilmente – ma forse a torto, per Marino… – in cima alle priorità ci sarebbero altri problemi. Si sa, il popolo ha una visione ristretta, ma essendo il “datore di lavoro” di Marino (quale sindaco della città) avrebbe il diritto di manifestare il proprio dissenso sulla gestione non proprio fortunata (nei risultati, quanto meno).

Allora, per coniugare tutte le esigenze (anche di chi, con incomprensibile protervia…, vorrebbe la città pulita tout court), vorremmo suggerire al sindaco di Roma di contattare il suo omologo di Vienna,  Michael Häupl, che governa la capitale dell’Austria da 20 anni (venti anni), a dimostrazione evidente del fatto che il capo dell’amministrazione soddisfa i propri cittadini governando bene la città.

Häupl presiede una città modello nella gestione, trattamento e smaltimento dei rifiuti. Se Roma e Vienna si gemellassero, la capitale d’Italia potrebbe imparare come si fa la gestione dei rifiuti efficace ed efficiente, sicché altre priorità magari sarebbero digerite meglio dalla cittadinanza, che ne apprezzerebbe l’alto valore simbolico e “l’opportunità di ribadire una volta di più l’importanza del riconoscimento dei diritti e della libertà di amare, un diritto che è proprio di tutte le comunità moderne“.

Tra i diritti di amare c’è anche quello di amare la propria città: anzi, ci correggiamo, quello dovrebbe essere un dovere, dal primo cittadino in poi. Non sempre a Roma i cittadini hanno la sensazione che i rappresentanti delle istituzioni cittadine amino la città e, probabilmente, qualcuno (molti) si adeguano, peggiorandola.

Daje, Ignà! Chiami Häupl, che glie po’ dda’ na mano…

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