Kosovo, arrestati 12 imam: reclutavano per il jihad in Siria e Iraq

Erano collegati a organizzazioni che operano nei due Paesi mediorientali. Fermati 12 clerici fondamentalisti, tra cui pare anche l’imam della Grande Moschea di Pristina e il vicepresidente del partito islamista radicale Lisba

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Pristina – Nel corso di un’operazione volta a interrompere i legami tra organizzazioni terroristiche di matrice jihadista, la polizia del Kosovo ha arrestato 15 persone – in maggioranza imam che predicavano in mochee kosovare – sospettate di promuovere il jihad (guerra santa) e di reclutare volontari per andare a combattere in Siria e Iraq. La notizia è stata annunciata da fonti ufficiali della sicurezza kosovara.  

“L’operazione si è svolta a livello nazionale” e ha un’enorme importanza “per la sicurezza del paese, la protezione dell’ordine costituzionale e la preservazione dell’ordine e della legge”, ha spiegato la polizia kosovara in un comunicato. Sedici edifici sono stati perquisiti nel corso dell’operazione, ha spiegato sempre la polizia, che ha anche diffuso un warning alla cittadinanza “contro i pericoli che minacciano qualsiasi persona si avvicini a organizzazioni sospette di essere attive nel territorio della Siria e dell’Iraq”.

L’identità degli arrestati non è stata ancora resa nota, ma secondo i media locali sarebbero coinvolti dodici imam, tra i quali quello della Grande Moschea di Pristina, Shefqet Krasniqi, e il vicepresidente del partito islamista radicale Lisba, Fuad Ramiqi.

I sospettati sono accusati d’aver indottrinato i fedeli all’islam radicale, reclutando volontari per i conflitti in corso in Iraq e Siria. Si tratta della seconda operazione del genere nel giro di un mese. A metà agosto infatti la polizia aveva arrestato 40 kosovaro-albanesi, accusati di essersi uniti ai jihadisti in Siria e di essere in possesso di armi ed esplosivi. La grande maggioranza degli 1,78 milioni di kosovari è musulmana, per lo più moderata, ma la guardia è alta – anche con il supporto delle organizzazioni internazionali (per esempio l’Interpol) e le intelligence occidentali, che sospettano l’esistenza di campi di addestramento e indottrinamento jihadista in Kosovo e Albania.

(Fonte: TMNews)