Riforma mercato del lavoro, emendamento del governo: contratto a tutele crescenti. Sacconi: niente art. 18 per i neoassunti

L’esecutivo presenta la proposta di modifica sulle nuove assunzioni effettuate con contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità. Il capogruppo al Senato di Ncd: “Piena soddisfazione per il nuovo testo”. Angeletti (Uil): “Se si tocca l’art. 18 reagiremo. Sul tavolo tutte le opzioni, dallo sciopero al referendum”

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Roma – Tutele crescenti per i nuovi assunti. Il governo ha infatti presentato l’emendamento che riscrive l’articolo 4 della delega sul lavoro, prevedendo tra l’altro il contratto a tutele crescenti. Nella proposta non si fa riferimento all’intenzione di modificare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

La proposta di modifica presentata stabilisce che le nuove assunzioni saranno effettuate con un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio. Inoltre è prevista la “revisione della disciplina delle mansioni, contemperando l’interesse dell’impresa all’utile impiego del personale in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l’interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita, prevedendo limiti alla modifica dell’inquadramento”.

Soddisfatto Sacconi – “Esprimo piena soddisfazione per il nuovo testo dell’articolo 4 della legge delega sul lavoro” dichiara il capogruppo al Senato del Nuovo centrodestra Maurizio Sacconi, per il quali il testo “raccoglie le forti sollecitazioni poste da tutti i moderati dell’area di governo a partire da Angelino Alfano che, con coraggio, ha direttamente posto la necessità della riforma dello Statuto dei lavoratori” e “in modo particolare dell’articolo 18 con lo scopo di incrementare la propensione a fare impresa e a fare lavoro in un tempo carico di aspettative incerte”.

“Così come va riconosciuto – sottolinea – il coraggio del presidente Renzi nel sollecitare una riforma ambiziosa fino al punto di ipotizzarne un’anticipazione con un ulteriore decreto legge”.

La nuova formulazione dell’articolo, dice, “prevede la redazione di un testo unico semplificato sulla disciplina complessiva dei rapporti di lavoro, sostitutivo dello Statuto dei lavoratori con particolare riguardo ai tanto discussi articoli 4, 13 e 18. Specifici contenuti di delega sono infatti il superamento del divieto delle tecnologie di controllo a distanza (art. 4), la flessibilità delle mansioni (art. 13), larevisione delle tutele del lavoratore nel contratto a tempo indeterminato (art. 18)”.

“La mediazione che governo e relatore hanno individuato riguarda – spiega Sacconi – l’applicazione del nuovo contratto a tempo indeterminato, nel quale le tutele diventano progressive in relazione all’anzianità di servizio, alle nuove assunzioni. Il che significa che gradualmente, esaurendosi i contratti in essere, il nuovo contratto a tempo indeterminato a regime sarà per tutti quello ipotizzato.

Il leader Uil Luigi Angeletti si dice convinto “che di art. 18 nei prossimi mesi non se ne parlerà ma il governo deve far vedere che fa qualcosa. Se nei decreti attuativi si toccherà l’art.18 il sindacato non resterà inerte. Vedremo cosa: sul tavolo tutte le opzioni, dallo sciopero al referendum”.

“La delega è abbastanza generale, vedremo se diventerà legge e come si tramuterà nei decreti attuativi” precisa, ribadendo che “il sindacato non resterà inerte”. Quanto alla minaccia di Renzi di dare corso ad un Dl se il Parlamento non dovesse approvare la delega sul lavoro, Angeletti raffredda le aspettative del premier: “Non farà nessun decreto; primo perché è una stupidaggine che non ha nessuno senso con realtà e non risolve nulla. Secondo perché non ha la forza di farlo passare”.

(Adnkronos)