La Scozia porta al trionfo il Regno Unito nella partita della demagogia: vince la saggezza con 10 punti di scarto…

Il First Minister scozzese Salmond ammette la sconfitta. Cameron: credo nel Regno Unito, ma sono un democratico e ha vinto la democrazia. La sterlina vola. L’Europa rifletta

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Londra – La Scozia ha scelto: nel referendum per l’indipendenza della Scozia hanno vinto gli unionisti. Il risultato definitivo dice chiaramente qual è stata la volontà degli scozzesi: il “No” ha totalizzato 2.001.926 voti (il 55,3%), mentre il “Sì” ha ottenuto 1.617.989 preferenze (il 44,7%).

Gli scozzesi hanno portato alla vittoria la Gran Bretagna nella partita della demagogia e delle posizioni antistoriche, facendo prevalere la saggezza con una mobilitazione senza precedenti e l’altissima partecipazione al voto. Il fronte del ‘No’ ha infatti vinto con 10 punti di margine – 55% contro il 45% – un dato che nella sostanza non cambierà, quando arriveranno i dati dell’ultima circoscrizione. 

Accettare “democraticamente” la sconfitta: questo il messaggio lanciato ai suoi dal First Minister, Alex Salmond, che ha accettato la sconfitta con toni rispettosi del risultato delle urne. “La Scozia non sarà un Paese indipendente“, ha detto Salmond in diretta sulla Bbc, parlando dalla sede del comitato per il “Si'”. “Però – ha sottolineato – questa partecipazione ha costituito un trionfo”, perché “la partecipazione molto forte e un messaggio molto forte“, è stato lanciato “un messaggio forte” all’indirizzo di Londra. “Ora pero’ – ha aggiunto – dobbiamo andare avanti uniti“.

“Abbiamo visto paura e preoccupazione, abbiamo visto che dal governo britannico nessuno si sarebbe aspettato, sono stati mossi da quello che vedevano. Oggi non dobbiamo guardare a quello che non abbiamo, ma dobbiamo andare avanti come una sola nazione“.

Il leader dello Scottish National Party ha aggiunto che il popolo della Scozia “non si è lasciato spaventare” dall’establishment, andando a votare in massa al referendum di ieri. 

20140919-david-cameron-312Il premier britannico, David Cameron, forte del risultato del referendum, ha parlato alla Gran Bretagna intorno alle 8, dalla consueta postazione posta dinanzi al numero 10 di Downing Street. “È il tempo per il nostro Regno Unito di andare avanti”, ha detto il Primo Ministro britannico. “La questione ora è stata risolta per una generazione o, come ha detto Salmond, per una vita”, e i 307 anni di unione tra Scozia e Inghilterra (ora anche con Galles e Irlanda del Nord) proseguiranno. 

La crisi del 307° anno è stata superata con l’unica arma disponibile: il voto democratico, una lezione.

”Ho appena parlato con Salmond e mi sono congratulato con lui per la campagna combattuta con forza”, ha scritto il premier britannico sul suo profilo Twitter.

“Sono felicissimo che il suo Snp parteciperà ai colloqui per una ulteriore devolution”. “Rispetteremo le promesse fatte alla Scozia in pieno”, ha quindi dichiarato Cameron che ha parlato di una bozza di legge al riguardo “entro gennaio”. “Io sono un appassionato sostenitore del Regno Unito. Volevo più di ogni altra cosa che il nostro Regno Unito stesse insieme. Ma – ha aggiunto – sono anche un democratico. Ed è stato giusto che noi rispettassimo la maggioranza dello SNP di Holyrood e dessimo al popolo Scozzese il diritto di avere la possibilità di esprimersi”, ha aggiunto Cameron. 

“Ora – ha concluso – dobbiamo guardare avanti”, perché è fondamentale per la nazione che tutti lavorino insieme “per costruire un migliore e più brillante futuro per il nostro intero Regno Unito”

La regina Elisabetta II terrà un discorso di “riconciliazione”,  dopo aver atteso il risultato del voto nel castello di Balmoral, in Scozia, proprio per essere idealmente vicina ai sostenitori dell’unione della nazione.

I mercati hanno apprezzato quello che era sembrato, già con l’ultimo final exit poll a due ore dalla chiusura delle urne, il probabile risultato del referendum sull’indipendenza della Scozia: la probabile vittoria del ‘No’ ha spinto ulteriormente al rialzo la sterlina, che da ieri – rafforzata dalla ‘scommessa’ degli investitori – aveva avuto un andamento brillante. Nelle ultime ore la sterlina ha recuperato valore tanto sul dollaro quanto sull’euro.

Il risultato scozzese deve far riflettere tutti i movimenti che – con toni e pratiche molto diverse da quelle scozzesi, rispettose della democrazia nella forma e nella sostanza – propugnano l’indipendenza di “piccole patrie”, rinunciando così a fare grandi le patrie di tutti e la Patria di tutti noi, l’Europa.

Rivendicare l’indipendenza oggi significa andare contro la Storia. Rivendicare più autonomia può essere un modo per dare all’architettura istituzionale europea – dal centro di Bruxelles alla periferia delle straordinarie “province” del Continente – un assetto più coerente con lo sbandierato principio di sussidiarietà. Ma chiedere autonomia, quando l’analisi contemporanea mostra un uso pessimo di quella già goduta (ogni riferimento alla Sicilia è puramente deliberato), significa cavalcare la demagogia in modo ancor più pericoloso di quanto avvenuto in Scozia, da dove giunge a tutti noi una straordinaria lezione di democrazia sostanziale, unita a un fair play formale eccezionale.

Ultimo aggiornamento 19/09/2014, ore 09:32:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA