Nuovo messaggio dell’Isis: “conquisteremo la vostra Roma, faremo a pezzi le vostre croci”

“Uccidete i miscredenti, attaccate i civili, investiteli con l’auto, tagliategli la gola, ovunque voi siate”Le parole del portavoce Abu Mohammad al Adnani in un video di 42 minuti diffuso ieri sera su Twitter – Il testo integrale (in inglese)

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Roma – “Uccidete i miscredenti in qualunque modo”, “americani o Europei”, “australiani o canadesi”, “compresi i cittadini dei Paesi che entrano in una coalizione contro lo Stato islamico” e “attaccate i civili”.

Questo il passo centrale dell’ultimo messaggio pubblicato ieri sera su Twitter dal portavoce dell’Isis, Abu Mohammed al Adnani. Un messaggio audio lungo circa 42 minuti, ripreso poi dai principali organi d’informazione internazionali. al-Adnani chiede di uccidere i miscredenti “in qualsiasi modo”, che siano “civili o militari” non importa – spiega – “per loro vale la stessa regola”. 

Il portavoce dell’Is sottolinea quindi quali paesi vanno più colpiti. “Se potete uccidete un americano o un europeo – in particolari i perfidi e sudici francesi – o un australiano, un canadese, o qualsiasi miscredente dei paesi che ci hanno dichiarato guerra“. L’Italia partecipa alla coalizione internazionale contro il sedicente “califfato”, insieme a Stati musulmani del Golfo Arabico (o Persico che dir si voglia).

Nell’appello al-Adnani chiede alle organizzazioni jihadiste presenti nel Sinai di continuare con gli attacchi e le decapitazioni di agenti della sicurezza egiziana. “Riempite per loro le strade di esplosivi. Attaccate le loro basi. Fate irruzione nelle loro case. Tagliate le loro teste. Non fateli sentire al sicuro”, ha afferma nel lungo messaggio che contiene citazioni di sure del Corano, il libro sacro dell’Islam. Parole che giungono dopo i due attentati di ieri al Cairo, in cui sono morti due militari e due civili, rivendicato dal gruppo jihadista di matrice qaedista Ajnad Allah (I soldati di Dio).

Questa, secondo al-Adnani è la “campagna finale dei crociati”, ma saranno “i soldati dello Stato islamico a condurre l’attacco e non loro”. L’obiettivo è ambizioso e anche a portata di mano, se la sicurezza nazionale è sotto le cure di Angelino Alfano, Roberta Pinotti e Lapo Pistelli: “conquisteremo la vostra Roma, faremo a pezzi le vostre croci, ridurremo in schiavitù le vostre donne, con il permesso di Allah“. Quindi l’Italia è un obiettivo preciso dei jihadisti neo-califfali, anzitutto perché ospita la sede principale della Cristianità.

Ce n’è pure per Barack Hussein Obama, definito “servo degli ebrei e un vigliacco”, ma anche individuato come un imbecille sotto il profilo strategico-militare. “Non hai capito che la guerra non si può vincere solo con l’aviazione?”, ridendo dell’idea di affidare le missioni terrestri a forze locali.

Ma anche i sunniti coinvolti nella coalizione contro il cosiddetto “califfato” rientrano nel mirino delle minacce proferite dal portavoce dell’Isis. Un’ammonizione che comprende anche i ribelli siriani addestrati in Giordania, perché secondo la visone dei jihadisti questo è strumentale alla “difesa degli ebrei”, che sono il prossimo obiettivo dell’internazionale del terrore.

Così, al-Adnani incoraggia i tunisini a seguire l’esempio dei mujaiddin operanti nel Sinai, rimprovera quelli libici e li esorta a mettere da parti le divisioni provocate da ‘Satana’ (Satana saremmo noi occidentali, ndr), sprona i qaedisti yemeniti a reagire all’offensiva sciita. Tutti punti per dimostrare come il movimento abbia una visione regionale e la grande ambizione di diventare un modello internazionale e transnazionale.

È nella parte finale del discorso che il portavoce dell’autoproclamato “califfo” (ossia discendente di Maometto: a volte l’eccesso di autostima vedi a cosa porta…, ndr) indica obiettivi prestigiosi, da conseguire attraverso la mobilitazione transnazionale. “O mujaheddin in Europa, America, Australia, Canada, Marocco, Algeria, Caucaso, Iran…Voi che avete giurato fedeltà al Califfo…Voi che ammirate lo Stato Islamico…consideratevi soldati…Uccidete i miscredenti sia civili che militari…Non chiedete a nessuno un consiglio (permesso, ndr)…Siete autorizzati a farlo, non è peccato“.

Un oggettivo tentativo di rispondere alle autorità religiose musulmane, anche saudite, che in questi giorni hanno condannato le azioni dell’Isis.

Come agire? Al-Adnani fornisce un campionario del mujahid (combattente per il jihad, plurale “mujaiddin”, ndr) cittadino.  “Se non avete una bomba o un proiettile spaccategli la testa con un sasso, tagliateli la gola con un coltello, investiteli con l’auto, buttateli giù da un posto alto, strozzateli, avvelenateli“.

Uno scenario di assassinii di massa, commessi da civili su inermi civili (finché i civili obiettivo delle minacce non si armeranno), da incubo suburbano, da terrorismo della porta accanto, perché l’esortazione un preciso destinatario. Non tanto il miliziano infiltrato in una città occidentale, magari reduce da un’esperienza di guerriglia, come i foreign fighters. Il chiamato al jihad è il semplice simpatizzante, il seguace che ha “visto” la guerra solo sul web, la persona che ha un legame labile con struttura eversiva terrorista e che – per questo motivo – è difficilmente tracciato e tracciabile.

È l’incubo del “lupo solitario”, volto a scatenare il terrore con la paura diffusa e penetrante in modo trasversale le società contemporanee occidentali, costruite sulla socialità, sugli scambi continui, sulla società aperta.

. L’esempio perfetto e brutale è quello della coppia di estremisti britannici che nel maggio del 2013 uccisero un militare a colpi di mannaia in un sobborgo di Londra. Sono i futuri “soldati dello Stato Islamico”. Non devi gestirli, ma solo ispirarli. E sarà molto difficile scoprirli. 

L’esempio perfetto e brutale è quello della coppia di nigeriani che nel maggio del 2013 uccisero un militare a colpi di mannaia in un sobborgo di Londra. Sono i soldati dello “Stato Islamico” futuro, quello nascente, che però operano già come militari senza divisa di un esercito in guerra contro di noi.

Non sarà facile vincere questa guerra, ma per combatterla bene occorre anzitutto riconoscere il reale livello e la gravità della minaccia. Il Governo italiano, checché ne dica Marco Minniti, brancola in un buio costruito con la demagogia terzomondista. 

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