Il presidente dell’Eurispes denuncia: “Famiglie e imprese stremate, chiudere Equitalia. Lo Stato divora se stesso”

Il presidente  dell’istituto di ricerca, Gian Maria Fara, all’Adnkronos: “Il sistema divora se stesso e va verso l’autodistruzione. La politica ha ceduto il passo a centri di potere e corporazioni: sarà un autunno caldo”

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Le famiglie sono stremate, i cittadini sfiduciati e sempre più lontani dalle istituzioni, mentre le imprese ogni giorno vedono chiudersi i pozzi della ripresa. La società italiana è sotto assedio, vittima di un sistema che va verso l’autodistruzione. La politica ha ceduto il passo a centri di potere e corporazioni: sarà un autunno caldo”. Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes, lancia un duro allarme sulla situazione sociale ed economica italiana.

Sono saltati i meccanismi di regolazione tra interessi e bisogni – spiega Fara all’Adnkronos – il principale di questi meccanismi è la politica, ormai inesistente, affidata da anni ad un leaderismo semplificatorio. Nel frattempo, mentre l’economia va a rotoli e la società vive un pericoloso processo di disarticolazione, assistiamo al trionfo di un apparato burocratico onnipotente”.

20140925-Gian-Maria-Fara-320x240Attraverso una progressiva concentrazione – riflette il presidente dell’Eurispes – la politica, nel corso degli anni, ha creato dei Moloch che sono diventati tanto potenti e pervasivi da essere ormai fuori dal controllo degli stessi creatori. Quanto può contare un ministro di fronte al presidente o al direttore generale dell’Inps, che amministrano tre quarti del bilancio dello Stato?“. E ancora, rimarca il sociologo, ”si pensi al potere che esercita Equitalia sull’economia delle imprese e sulla vita delle famiglie. Fa il suo lavoro, ma lo Stato che attiva i suoi esattori è lo stesso che non paga i propri fornitori che, naturalmente, non hanno Equitalia a disposizione per esigere, pignorare, sequestrare”.

Quindi, ”lo Stato, che dovrebbe praticare comportamenti esemplari, si considera ‘legibus solutus’, ovvero non è tenuto a rispettare ciò che invece ritiene obbligatorio per i propri cittadini: il sovrano e il suddito. Lo Stato, la Pubblica amministrazione in generale – è l’analisi di Fara – si comportano come i protagonisti del gioco delle tre carte, dove il povero malcapitato perde immancabilmente”.

“La soluzione? Chiudere Equitalia. O riformarne profondamente metodi e prassi di riscossione, commenta Fara, con un tono ultimativo derivante dall’osservazione di una dura realtà che sembra non essere per nulla vista da politici e alti burocrati.

Per il numero uno dell’Eurispes, ”ormai sul piano costituzionale le anomalie segnalate dagli esperti di diritto sono troppe“. “Solo per citarne alcune: pur essendo Equitalia una società di diritto privato, una Spa per l’esattezza, i suoi dirigenti e funzionari, quindi privati cittadini, esercitano un potere che somma quello della magistratura e quello della Guardia di Finanza messi insieme”.

Il ”sistema, dunque, rischia di divorare sé stesso. Un’azienda vince una gara – è l’esempio che traccia Fara – stipula un contratto, insomma svolge una qualsiasi attività per la Pubblica amministrazione. Al momento del saldo, iniziano i dolori. L’Amministrazione paga in tempi biblici e intanto l’azienda entra in difficoltà e non riesce a tenere il passo con i tanti obblighi fiscali e contributivi. Arriva il fatidico giorno della liquidazione e l’Amministrazione chiede all’azienda il Durc, Documento Unico Regolarità Contributiva, che, nel frattempo, non è più in regola. Il pagamento si blocca e l’azienda va nel pallone. Più tardi arriverà Equitalia a fare il resto”. Un evidente impazzimento sistemico.

La stessa impresa che volesse attivare un prestito bancario – sottolinea ancora il capo dell’Eurispes – se lo vedrebbe negare poiché segnalata all’interno del sistema. Basterebbe sentire qualcuno di quelle migliaia di imprenditori messi sul lastrico o le famiglie di quelli che si sono suicidati e farsi raccontare la loro odissea. Un malessere denunciato duramente nei giorni scorsi dal presidente della Cei, il cardinal Bagnasco, quando ha parlato di un ‘fisco predatorio’ e di una ‘burocrazia asfissiante’ come macigni che ostacolano la ripresa economica, l’occupazione e la crescita del Paese”.

Non solo. ”Assistiamo, tra l’altro – spiega ancora il numero uno dell’Eurispes – a vicende al limite del ridicolo che mettono in discussione quel minimo di credibilità che è rimasta al sistema. Per capire quale sia la deriva ormai assunta dagli esattori: nei giorni scorsi Equitalia ha effettuato un pignoramento presso terzi (Banca d’Italia) in danno dell’Abi, l’Associazione delle Banche Italiane, per una cartella non pagata, certamente a causa di un disguido burocratico. Immagino che l’Abi non avesse alcuna intenzione di sottrarsi ai suoi obblighi. Forse sarebbe bastata una telefonata tra Equitalia e gli uffici amministrativi dell’Abi. Siamo ormai alla farsa”.

Con la legge 223/2006 – fa notare Fara – a Equitalia sono stati dati poteri enormi, incompatibili con una democrazia degna di questo nome. In più, dei privati cittadini, assunti per chiamata diretta, senza un concorso pubblico e senza prestare giuramento di fedeltà allo Stato, possono accedere e controllare tutte le informazioni economiche sensibili di un cittadino o di un’azienda. Una massa enorme di dati e di informazioni –avverte l’Eurispes- che potrebbero interessare molte entità esterne. Una vera anomalia che, a mio parere, presenta numerosi profili di incostituzionalità”.

Sono un sociologo e non un giurista – precisa il presidente dell’Eurispes – perciò ho chiesto ad un piccolo gruppo di docenti di diritto amministrativo e costituzionale di esaminare attentamente la questione e porla all’attenzione dell’opinione pubblica e della Corte Costituzionale, anche considerando i già numerosi pronunciamenti critici di diversi tribunali sul territorio”.

Ai nostri ricercatori – prosegue Fara – ho dato incarico di realizzare un’approfondita indagine sul tema dei rapporti tra gli italiani e il fisco. Abbiamo inoltre chiesto a Equitalia i dati ufficiali dell’attività: l’intenzione è quella di pubblicare un Focus all’interno del 27° Rapporto Italia che verrà pubblicato alla fine di gennaio 2015, sperando che nel frattempo arrivino le informazioni richieste, in rispetto della normativa sulla trasparenza”.

Fisco e burocrazia stanno distruggendo il Paese – afferma senza mezzi termini il presidente dell’Eurispes – bisogna fare qualcosa per interrompere il circuito. Insomma, l’Italia è come l’uroboro descritto qualche tempo fa da Gustavo Zagrebelsky. L’uroboro è l’immagine mitologica del serpente che mangia la sua coda nutrendosi di se stesso”.

In questo momento storico – è l’analisi di Fara – lo Stato sopravvive nutrendosi dei propri cittadini e delle proprie imprese, cioè della società che lo esprime. È questa la chiave per capire la crisi e la profonda sfiducia, quando non è odio, dei cittadini nei confronti delle istituzioni. È così che si uccide la democrazia. Ci aspettano tempi difficili”.

Fara lancia quindi ”un piccolo messaggio in bottigliaindirizzato al presidente del Consiglio, Matteo Renzi: ”Non sottovaluti la questione, ma la affronti. Finché Equitalia eserciterà il suo ruolo, così come lo esercita oggi, ogni possibilità di ripresa economica e di crescita resterà una pia illusione. Se veramente vuole cambiare verso al Paese -conclude Fara- è di qui che deve cominciare”.

(Adnkronos)