Hamilton vuole farli neri sul Mar Nero, ma intanto è il più veloce nelle seconde libere del GP di Russia

Solo quarto Nico Rosberg, autore di una sbavatura nel finale: ma quasi nove decimi sono pesantissimi. Magnussen e Alonso alle spalle della prima Mercedes, ma con un distacco imbarazzante. Il beniamino locale, Daniil Kvyat, ottavo tempo, davanti a Vettel (che sostituirà nel 2015) e Vergne (attonito per Bianchi). Ricciardo rompe il motore nel finale e causa una bandiera rossa, con i commissari di pista mai così attenti

20141010-f1-ev16-rus-fp2-ham-leads-655x420

Sochi – Il secondo turno di prove libere sul circuito semipermanente di Sochi, sul Mar Nero, si è concluso in linea con il luogo: “il Nero” – Luigino Hamilton – intende “fare nero” tutto il resto del lotto. Con questo pensiero fisso ha guidato durante le libere pomeridiane, staccando il miglior tempo e riuscendo – unico dei 21 Cavalieri del Rischio ignoto – a scendere sotto il limite del 1’40” (con il tempo di 1’39”630).

Il dato più impressionante però è costituito dal distacco inflitto al compagno di squadra Nico Rosberg, solo quarto e con un ritardo di 8,64 decimi – pesantissimo – realizzato dopo che il tedesco lo aveva sopravanzato di due decimi quando tutti montavano le medium (banda bianca).

20141008-tous-avec-jules#17-300x150Al successivo tentativo, dopo aver montato le soft (banda arancione), il campione del mondo 2008 è riuscito nell’intento di scavalcare tutti, al secondo giro del suo tentativo, aiutato dal rendimento delle Pirelli sul piatto asfalto di Sochi, che assicura una durata stabile e lunga, permettendo in proiezione gara di pensare a una strategia con un solo pit. Tempo – quello di Hamilton – realizzato staccando il miglior parziale in tutti e tre i settori.

Va detto che Rosberg, nel suo ultimo tentativo, ha commesso un piccolo errore, andando troppo largo alla penultima curva: un motivo sufficiente per giustificare il distacco patito. 

Kevin Magnussen – con il secondo posto – ha mostrato il buon adattamento della McLaren al layout della pista, sostituendo Jenson Button nelle vette elevate della lista dei tempi. Button, peraltro, è sesto a soli 2,24 decimi dal compagno di squadra.

Fernando Alonso ha realizzato il terzo tempo della giornata, mondando le soft all’ultimo tentativo, dopo aver aspettato che la pista si gommasse. Alle sue spalle, dopo Rosberg, c’è Valtteri Bottas, sulla Williams del quale sono stati risolti i problemi rilevati alle termocoperte, che avevano rovinato le sue gomme nel turno mattutino. Dopo Button, che segue il finlandese, c’è l’altra Williams di Massa, a 1’101 da Hamilton ma in recupero rispetto alla mattinata, e l’eroe locale Daniil Kvyat, che precede Seb Vettel (del quale prenderà il sedile nel 2015) e il compagno di squadra Vergne, apparso molto provato per quanto vive il suo amico Jules Bianchi.

Deludente il passo di Kimi Raikkonen (11°) e Daniel Ricciardo (13°), che ha pure rotto il motore nel finale, causando una bandiera rossa di sospensione per alcuni minuti, ma di fatto concludendola a 8 minuti dal termine ordinario. Sulla bandiera rossa torneremo fra un attimo. Tra Raikkonen e Ricciardo c’è sono Hulkenberg, con la prima Force India, mentre la seconda monoposto anglo- indiana – con Sergio Perez – è 14^.

Sutil ha primeggiato nelle retrovie, anche se è visibilmente colpito da quanto ha vissuto a Suzuka: rimane il testimone oculare dell’incidente di Bianchi, che – volente o nolente – segna tutti a Sochi. La Sauber del tedesco ha preceduto le due Lotus di Grosjean e Maldonado (con lo svizzero-francese alle prese con problemi di stabilità del retrotreno), mentre Gutierrez ha pagato lo scotto di aver perso la prima sessione, a beneficio del locale Sirotkin, che ha guidato la sua monoposto nel turno mattutino. Ericsson ha preceduto Chilton – con l’unica Marussia in pista – e il compagno di squadra Kobayashi, per il quale vale lo stesso ragionamento fatto per Gutierrez, avendo lasciato il volante della sua Caterham allo spagnolo Mehri.

L’incidente di Bianchi a Suzuka ha talmente colpito l’ambiente, da aver influenzato le prassi di intervento dei commissari di pista. Lo si è appurato nel momento in cui Ricciardo ha accostato la sua Red Bull nei pressi della Curva 12: a quel punto, i commissari di pista hanno aspettato che passassero tutti, prima di intervenire sulla monoposto dell’australiano.

La paura di essere coinvolti in azioni legali da parte dei piloti (o dei loro familiari) deve essere forte e la tensione deve essere pesante a Sochi. I piloti infatti si assumono il rischio di potersi far male nell’esercizio – diremmo – delle loro funzioni, ma non a causa dell’imperizia, dell’inefficienza o dell’intempestività altrui. Un monito per un mondo in cui sembra tutto scorrere come 100 anni fa. 

Ecclestone, Todt, Whiting e i vari capoccia del Circus dovrebbero prenderne atto: il feudalesimo è finito da tempo, tra professionismo e incoscienza c’è una decisa differenza. Pensare di mandare al macello dei ragazzi, sfruttandone la passione e i sogni, è semplicemente folle. Il wrestling almeno è tutta scena…

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2014 FORMULA 1 RUSSIAN GRAND PRIX – Prove Libere 2

20141010-f1-ev16-fp2-timesheet-neutral-ham-leads

2014 FORMULA 1 RUSSIAN GRAND PRIX – ANALISI TECNICA PIRELLI

2014_F1_EVENT-16_GP-RUSSIA