L’allarme di Boris Johnson: “Londra ‘fabbrica’ jihadisti”. Intelligence monitora migliaia di sospetti terroristi

Il sindaco della City delinea uno scenario pericoloso per vita della capitale del Regno Unito. Staffan de Mistura, inviato Onu in Siria: se cade Kobane, “massacro di civili”. Ma la Turchia si rifiuta di inviare truppe di terra

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Londra – L’intelligence britannica sta monitorando “migliaia di potenziali terroristi” nella sola Londra. Lo ha rivelato il sindaco della capitale britannica, Boris Johnson, in un’intervista rilasciata al Daily Telegraph, tutta incentrata sul recente innalzamento dei livelli di sicurezza e su attacchi terroristici ritenuti dalle autorità “molto probabili”. Johnson ha anche commentato la recente operazione di Scotland Yard, che lo scorso 7 ottobre ha fermato e trattenuto cinque londinesi sospettati di progettare “significativi attacchi” in città.

“A Londra siamo molto vigili e molto preoccupati – ha aggiunto il primo cittadino conservatore – e ogni giorno dobbiamo innalzare il livello di allerta. Ogni giorno i servizi di sicurezza sono impegnati in migliaia di operazioni”. Secondo alcuni calcoli, almeno 500 musulmani britannici sono al momento in Siria e Iraq per combattere al fianco dello Stato Islamico, ma secondo alcune stime, come quella fatta dal quotidiano Daily Mail, il numero potrebbe essere addirittura tre volte superiore. “Quasi tutti vengono da Londra”, ha continuato Johnson, in particolare dall’enorme est della capitale, l’area più multiculturale e multietnica del Regno Unito e d’Europa.

20141011-isil-soldier-220x270È opinione avvalorata dagli analisti che il boia decapitatore di James Foley, Steve Sotloff, David Haines e Alan Henning sia originario della zona di Londra, una valutazione cui si è giunti dopo un’attenta valutazione linguistica e della cadenza del jihadista.

Intanto prosegue la battaglia a Kobane tra gli jihadisti dello Stato islamico e i peshmerga che difendono la città curda in territorio siriano, al confine con la Turchia. I miliziani sunniti, rallentati dai raid aerei della coalizione, hanno sferrato un nuovo attacco all’alba da diversi fronti e stanno tentando di accerchiare i curdi, rimasti a corto di munizioni ed equipaggiamenti.

La conquista di Kobane da parte dell’Isis provocherebbe un “massacro di civili”, ha avvertito l’inviato Onu in Siria, Staffan de Mistura, sottolineando che 12mila persone sono ancora nella zona o nel centro della città, controllato ancora dai peshmerga. L’attacco all’alba e’ durato 90 minuti, durante i quali i miliziani islamici hanno colpito con artiglieria pesante per indebolire ulteriormente le difese curde prima del blitz finale. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che gli jihadisti dopo il blitz si sono ritirati, mentre la coalizione effettuava altri due raid aerei, a est e a sud della città. Gruppi di peshmerga stanno inoltre tentando di attaccare i miliziani lungo la linea del fronte.

I bombardamenti aerei sono stati intensificati negli ultimi giorni, ma il Pentagono ha riconosciuto che l’offensiva può avere solo un effetto limitato sui jihadisti, senza un supporto di truppe di terra che la Turchia rifiuta di inviareColloqui sono in corso tra Washington e Ankara e il generale americano John Allen, che si occupa di coordinare la coalizione anti-Isil, ha riferito che ci sono stati “progressi” al termine di due giorni di negoziati nella capitale turca. 

(AGI)