Pordenone, Giovanni Scrizzi si è ucciso perché escluso dall’appalto per la gestione del Caffè Letterario

Il noto imprenditore gestiva quell’iniziativa da dodici anni, di cui era stato ideatore: era perfettamente noto alle autorità locali, che si sono appellate alla formalità delle leggi cieche, a causa delle quali questa morte puzza di burocrazia dittatoriale che attanaglia tutto il Paese

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Pordenone – Giovanni Scrizzi, 59 anni, non ha retto all’esclusione dall’appalto per la gestione del Caffè Letterario nel complesso dell’ex Convento di S.Francesco, ribattezzato “La Cittadella della Cultura”. Si è ucciso. Lo hanno rinvenuto ieri nella sua auto a Cordenons, vicino al greto del fiume Meduna. 

Aveva confidato ad alcuni amici, prima di sparire dalla circolazione qualche giorno fa, che non riusciva a darsi pace per la motivazione che aveva portato il Comune di Pordenone a escluderlo dalla gara di appalto per la gestione di quell’iniziativa, che lui stesso aveva ideato: 12 anni fa. Motivo? La copia della carta di identità, di un’identità che i burocrati comunali conoscevano bene, perché Scrizzi non era uno sconosciuto venuto da lontano. Era uno di loro. 

Così, gli uffici municipali, non essendo state rispettate le folli regole burocratiche di uno Stato ingessato sulla forma e morto nella sostanza, lo hanno escluso, gettandolo nello sconforto di vedersi sottrarre una sua creatura, senza avere la forza giuridica (e forse anche morale) di opporsi a una follia da Stato totalitario.

La proposta culturale? L’offerta economica? Il piano di sviluppo? Neanche presi in considerazione, mancando copia del documento. Una vergogna che chiama giustizia, più che vendetta. E la miglior forma di giustizia sarebbe liberare il Paese da codesti gerarchi del nulla, dittatori del pezzo di carta, kapo’ di un campo di concentramento burocratico chiamato Repubblica Italiana

Giovedì scorso era stato lanciato l’allarme, visto che di Scrizzi non si avevano più tracce. Le forze dell’ordine avevano cominciato le ricerche, conclusesi ieri nel modo più temuto. 

La morte di Scrizzi merita non solo un’indagine della magistratura locale, per capire se sono stati commessi abusi: merita il cambiamento radicale di questo Paese, bloccato da una burocrazia dittatoriale che tiene in ostaggio l’imprenditoria sana, coccola – in vari modi (parliamo in generale) – quella che riesce a trovare le vie più brevi tra un problema e una soluzione. 

Un po’ è colpa di tutti noi: abbiamo sopportato troppo questo sistema, è ora di dire “basta”.

Per dovere di cronaca occorre riportare quanto dichiarato all’Ansa dal direttore generale del Comune di Pordenone, Primo Perosa: “La procedura di gara è stata seguita in maniera ineccepibile e la mancanza del documento di identità è equiparabile, a termini di legge, all’assenza della firma, provocando l’irricevibilità dell’offerta“. “Il Comune di Pordenone è sempre stato conciliante – ha aggiunto – al punto che, in fase di predisposizione della gara, ha effettuato una perizia che riconosceva come i lavori eseguiti e gli arredi scelti in questi anni avessero garantito una miglioria al locale quantificata in circa 20 mila euro“. Il che però pone un interrogativo: di quale conciliazione parla Perosa? Di una miglioria, di un miglioramento strutturale fatto dal precedente gestore?

In termini pratici – ha continuato Perosa – ciò di fatto faceva partire l’impresario da una situazione economica di favore, non avendo gli obblighi di investimento che invece tutti gli altri concorrenti si sarebbero dovuti accollare in caso di vittoria“. 

Il direttore generale del Comune di Pordenne ha peraltro ricordato che le disposizioni relative ai lavori svolti nel locale si possono evincere dal bando di gara, e confermano come l’atteggiamento dell’ente locale fosse conciliante. Anche nel momento dell’apertura delle offerte, invece che scartare la pratica, l’istanza è stata accolta con riserva. L’istruttoria è stata sottoposta al parere legale interno, ma non c’è stata la possibilità di riammetterla alla gara, per non danneggiare tutti gli altri aspiranti che invece avevano garantito il rispetto delle procedure imposte dalla normativa“. “In questo momento delicato – ha concluso Perosa – non si può che esprimere dolore per questo dramma, ma occorrere respingere fermamente qualsiasi addebito nei confronti dei funzionari che hanno coordinato la gara, il cui comportamento è stato legalmente impeccabile e umanamente conciliante, ma dove l’errore di un soggetto rischia di penalizzare un altro concorrente, che si è comportato secondo legge, non è possibile derogare“.

Lo ripetiamo a scanso di equivoci: è la legge cieca ad essere sbagliata, non l’applicazione pedissequa di una burocrazia obbligata alla forma, ma lontana dalla sostanza. Perché se è vero che Scrizzi avesse dimenticato la fotocopia del documento, è anche incontrovertibile che fosse noto a Pordenone e che la burocrazia comunale fosse in possesso dei suoi estremi. È vergognosa la legge, perché impone vergognose applicazioni.

Ultimo aggiornamento 12/10/2014, ore 18:55:25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

3 pensieri riguardo “Pordenone, Giovanni Scrizzi si è ucciso perché escluso dall’appalto per la gestione del Caffè Letterario

  • 17/10/2014 in 17:17:14
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    Caro Alessandro, purtroppo, devo dare atto che quello che dici è vero. Resta il fatto che, a mio modesto avviso, un’Amministrazione con la “A” maiuscola, si sarebbe dovuta prendere la responsabilità di ammettere ugualmente il caro Giovanni alla gara. Ciò, anche a costo di dare adito a ricorsi e richieste risarcitorie degli altri concorrenti all’appalto. Del resto, mi sembra che lo stato e le amministrazioni locali non si facciano problema di più gravi inosservanze della legge (vds, ospedali, strade, carceri ecc..), spesso perpetrate per incuria, negligenza, imperizia o anche per motivi più loschi. Sarebbe stata l’occasione questa volta, soprattutto in questo contesto di profonda crisi economico/sociale, di dare un segnale forte di vicinaza e solidarietà nei confronti di un cittadino onesto e lavoratore. Puo darsi, che il tragico gesto di Giovanni effettivamente costituisca l’epilogo di un suo percorso personale, certo è, che in questo suo percorso gli è stata inflitta un’umiliazione assurda che avrebbe potuto essergli evitata. Oggi sono stato ai funerali ed ho avuto l’impressione che l’amministrazione sia stata assolta, oltre che dall’opinione pubblica, anche dalla famiglia e dagli amici di Giovanni. Mi è dispiaciuto che per difendere il sindaco e gli altri funzionari presenti, nessuno se la sia sentita di proporre nemmeno un pensiero a ricordo di Giovanni, che pure era una persona tanto speciale. Non è stata una “figheria” ma un malinconico “tacon”.

  • 13/10/2014 in 04:11:22
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    -Dove sei stato tutto questo tempo “forcone terrone”? -Ciao caro Giovanni, vengo dalla Sicilia, dove ho visto gente impiccarsi per il lavoro e darsi fuoco per non perdere la propria casa, che lo stato assente e forte con i deboli gli ha portato via o vuole portargli via. -Mi dispiace per la gente siciliana e per la tua terra così bella e ricca di arte e cultura che viene umiliata e maltratta. Purtroppo la crisi è arrivata anche nel mio ricco nord-est e nessuno sembra acorgersene oppure, si fa finta di niente. -Caro Gio, anche in Sicilia è iniziato così piano piano, lentamente…poi un giorno per fame e per necessità ci siamo svegliati, abbiamo messo da parte i pregiudizi e le vergogne e siamo scesi tutti in strada. Operai, studenti, artigiani, impiegati, imprenditori,contadini,pescatori,camionisti,trattoristi, pensionati… Ci siamo guardati in facci, ci siamo parlati, ci siamo abbracciati e abbiamo capito che avevamo tutti lo stesso problema. La crisi ci stava uccidendo, ci stava portando via la tranquillità, la dignita… – Mi dispiace Salvo, mi dispiace. Cosa prendi? -Un caffè, grazie! =Discussione avuta, mesi addietro, tra me e il caro Gio. Non è possibile quello che è avvenuto, non è concepibile che anche Gio, finisse tritato dall’irragionevolezza d’un sistema assassino. Ti piangerò caro Gio, con lacrime di rabbia, assetato di verità e giustizia mai resa. Sono sicuro che il buon Dio ti ha accolto nella Sua magnificente casa, fra i giusti e gli artisti…. Un abbraccio caro Amico mio.=

    • 13/10/2014 in 10:36:11
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      Grazie della testimonianza (che fa venire, a me è accaduto, la pelle d’oca). VS

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