Schiave sessuali: i jihadisti dell’Isil forniscono la giustificazione teologica. “È un principio ammesso dalla sharia”

Sulla rivista online in lingua inglese dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante – ‘Dabiq‘ – un articolo discetta sulle giustificazioni teologiche della schiavizzazione sessuale delle minoranze ‘bottino di guerra’. “Il ritorno della schiavitù prima dell’Ora” è il titolo dell’articolo che fa riferimento al Giorno del Giudizio. Ecco perché e contro cosa combattiamo, nel silenzio vergognoso delle femministe occidentali (tranne le Femen) e dei cosiddetti intellettuali di sinistra che con il nemico vogliono andare a passeggio…

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Londra – C’è una giustificazione teologica islamica che autorizza la schiavitù sessuale alla quale i jihadisti dell’Isil (Islamic State of Iraq and Levant) stanno sottoponendo le donne non musulmane rapite in Iraq, in particolare quelle della minoranza yazida.

Lo spiega un articolo non firmato, quindi riconducibile al portavoce ufficiale del movimento jihadista Abū Muhammad al-‘Adnānī ash-Shami, sull’ultimo numero di ‘Daqib’, la rivista online dei jihadisti guidati da Abu Bakr al-Baghdadi. L’articolo ha l’evocativo titolo ‘Il ritorno della schiavitù prima dell’Ora’ (The revival of slavery before the Hour), in cui “l’Ora” è il Giorno del Giudizio, si spiega “che schiavizzare le famiglie degli infedeli e prendere le loro donne come concubine è previsto dalla Sharia”, la legge islamica.

Dopo aver passato in rassegna la storia degli yazidi e aver dissertato sulle schiavizzazioni degli occidentali, con riferimenti a vari “studiosi” islamici, si conclude con una reiterazione delle minacce contro l’Occidente (Crociati), giustificate dalla sharia.

20141013-daqib-4-p14-320x453“Dopo questo” – inizia la conclusione del “dotto” articolo – “diventa chiaro dove lo sceicco bū Muhammad al-‘Adnānī ash-Shami ha colto la sua ispirazione quando ha dichiarato ‘e noi vi promettiamo (o crociati) che con il permesso di Allah questa campagna (militare, ndr) sarà la vostra ultima campagna. Sarà interotto e sconfitto (l’attacco dell’Occidente, ndr), proprio come sono stati interrotte e sconfitte le vostre precedenti campagne, solo che questa volta noi vi assalteremo successivamente e voi non ci assalterete mai più. Noi conquisteremo la vostra Roma, spezzeremo le vostre croci e renderemo schiave le vostre donne, col il permesso di Allah, l’Esaltato. Questa la Sua promessa a noi. Egli è glorificato e non fallisce le Sue promesse”. “Se noi non lo realizzeremo in questo tempo, poi i nostri figli e i nostri nipoti lo realizzeranno e loro venderanno i vostri figli come schiavi e al mercato degli schiavi”, si legge nel farneticante articolo, che però dà la misura reale della minaccia contro il mondo libero (non solo contro l’Occidente). 

Per far svanire “i dubbi dei deboli di mente e di cuore”, si “dovrebbe ricordare che schiavizzare le famiglie degli infedeli e prendere le loro donne come concubine (ossia ridurle alla prostituzione legalizzata con un espediente giuridico islamico, ndr) è un orientamento fermamente stabilito dalla sharia (la legge islamica, ndr) che se uno negasse o ignorasse, sarebbe come negare o ignorare i versetti del Corano o le narrazioni del Profeta (Mohammed, ndr)”, si spiega teologicamente la schiavizzazione degli infedeli (kuffar).

Infine, “un certo numero di studiosi contemporanei hanno affermato che l’abbandono della schiavitù aveva portato a un certo numero di oscenità (adulterio, fornicazione, etc), perché l’alternativa shaaritica al matrimonio non è disponibile, così un uomo che non può permettersi di sposarsi con una donna libera si trova circondato dalla tentazione al peccato. Inoltre” – conclude l’articolo – “molte famiglie musulmane che hanno assunto cameriere per lavorare nelle loro case, fronteggiano la sottrazione ai doveri coniugali e alle conseguenti relazioni tra l’uomo e la cameriera, mentre se fosse la sua concubina, questa relazione sarebbe legale”.

Un’ottica aberrante, su cui viene difficile perfino ragionare e che pone la donna come mero oggetto sessuale dell’uomo combattente della guerra santa (mujahid).

Da tempo le notizie provenienti dalla Siria e dall’Iraq rendono intollerabile l’azione di questa accolita di criminali contro l’Umanità. Human Right Watch ha denunziato le atrocità patite dalle donne yazide, rese schiave sessuali con la giustificazione teologica islamica, che aggrava questa pratica barbara. Fred Abrahams – consulente di HRW – ha affermato di aver ascoltato personalmente “storie scioccanti di conversioni forzate, matrimoni forzati, schiavitù e abusi sessuali. In alcuni casi le vittime sono minorenni“.

Questo è il motivo per cui l’Occidente deve mobilitarsi e la ragione per cui combattere. L’Isil va sconfitto militarmente, ma la vera sconfitta va promossa dalle donne di tutto il mondo – musulmane in testa – che devono rigettare questo orripilante lettura della realtà, questa antistorica rappresentazione del ruolo della donna nella società, questo barbara campagna di aggressione contro il mondo. 

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Resta l’amarezza per il silenzio delle femministe in servizio permanente effettivo, che hanno lasciato solo alle attiviste delle Femen la reazione contro questi criminali. E resta anche il dubbio sull’azione politica di parte delle forze politiche occidentali, che vogliono “dialogare” con i mostri, pensando di sottrarsi così alla loro uccisione. Perché questo è lo scenario che attende tutti noi, lo si riconosca o meno.

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