Siria, curdi riprendono collina di Kobane: rimossa bandiera Isil. Allarme armi chimiche. Donna guida peshmerga conto jihadisti

Mayssa Abdo, 40 anni, nota con il nome di battaglia Narin Afrin, è un’eroina vivente tra i curdi siriani. L’avanzata possibile dopo una serie di raid aerei condotti dalla Coalizione Internazionale guidata dagli Stati Uniti. Tall Shair, che si trova a circa quattro chilometri a ovest della città, era finita una decina di giorni fa nelle mani dei jihadisti, che da mesi sta assediando la zona. Secondo Al-Watan, l’Isil usa armi chimiche. La Turchia blocca aiuti militari dei curdi iracheni ai “cugini” siriani

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Mürşitpınar (Turchia) – I curdi che stanno combattendo contro i jihadisti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) in Siria hanno riconquistato la collina di Tall Shair di importanza strategica a ovest di Kobane, città siriana a maggioranza curda vicina al confine con la Turchia. Lo riferiscono alla Bbc fonti dell’Ypg, i miliziani curdi dell’Unità di Difesa del Popolo.

L’avanzata delle truppe curde è stata possibile dopo una serie di raid aerei condotti dalla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti. Tall Shair, che si trova a circa quattro chilometri a ovest di Kobane, era stata conquistata una decina di giorni fa dall’Is, che da mesi sta assediando la zona.

Le milizie curde hanno anche rimosso la bandiera nera del Califfato che sventolava sulla collina, come testimonia la foto pubblicata da alcuni utenti su Twitter.

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong vicina all’opposizione siriana con sede a Londra, i caccia hanno sferrato martedì mattina tre attacchi contro obiettivi dell’Isil nel sobborgo di Kani Arban, nell’est della città, e altri due vicino alla zona del nuovo centro culturale.

Il quotidiano siriano filo-governativo ‘al Watan’, citando ‘fonti sul campo’ dei miliziani curdi, sostiene che i jihadisti dell’Isil stanno usando “sostanze chimiche” per la conquista di Kobane. “A 27 giorni dall’invasione della città sono stati riscontrati per la prima volta feriti da agenti chimici tra le fila dei combattenti delle unità di difesa curde”, ha affermato la fonte al quotidiano. Il sostiene che “la rivelazione dell’Ypg (Unità di Difesa del Popolo, ndr) corrisponde alle testimonianze di alcuni attivisti di Kobane che hanno postato sui social media foto di combattenti curdi con la pelle ustionata a causa dell’utilizzo di armi chimiche, probabilmente bombe cadute tempo fa nelle mani dell’Isis nel sobborgo settentrionale di Aleppo“, nella Siria settentrionale.

‘Al-Watan’ ha ricordato di aver pubblicato due mesi fa “un rapporto nel quale fonti dell’opposizione registravano movimenti sospetti dell’Is nelle zone ‘liberate’ nel sobborgo settentrionale di Aleppo per nascondere un carico di armi non identificate, probabilmente chimiche, arrivato in Siria attraverso il confine turco“.

Intanto, il governo regionale del Kurdistan iracheno ha fornito aiuti militari ai combattenti curdi delle Unità di Difesa del Popolo. Lo ha reso noto il responsabile degli affari per i curdi siriani del governo del Kurdistan, Hamid Darbandi, citato dai media turchi. “Indicativamente li abbiamo sostenuti (i curdi siriani, ndr) in ogni campo di battaglia. Abbiamo spedito loro aiuti, anche militari“, ha dichiarato Darbandi, senza aggiungere ulteriori dettagli in merito.

A guidare i peshmerga curdi contro i miliziani dell’Isil a Kobane è una donna di 40 anni, Mayssa Abdo, meglio nota con il nome di battaglia Narin Afrin, che comanda le Ypg al fianco di Mahmud Barkhodan. Lo ha rivelato l’Osservatorio siriano per i diritti umani.

Come è consuetudine per i combattenti curdi, Mayssa è uno pseudonimo, in questo caso della regione natale della donna, una roccaforte curda che, come Kobane, si trova nella provincia settentrionale di Aleppo. “Quelli che la conoscono dicono che è istruita, intelligente e flemmatica – ha detto il direttore dell’ong, Rami Abdel Rahman – si preoccupa dello stato psichico dei combattenti e si interessa dei loro problemi“. La presenza di donne nelle file dei combattenti curdi, in Siria come in Iraq e in Turchia, è nota da anni. Il 5 ottobre scorso, proprio una donna, Dilar Gencxemis (nome di battaglia Arin Mirkan) è stata la prima kamikaze curda a farsi saltare in aria in Siria, dall’inizio della guerra nel 2011, uccidendo decine di jihadisti alle porte di Kobane.

Intanto, violenti scontri tra jahidisti dell’Isil e combattenti curdi si stanno svolgendo presso il posto di frontiera turco di Mürşitpınar, minacciando di tagliare qualsiasi via di passaggio e di fuga tra la città siriana e la Turchia. Testimoni oculari hanno riferito di fitto fuoco di armi automatiche e colpi di mortaio a meno di un chilometro dalle barriere di filo spinato che segnano la frontiera. Gli scontri rischiano di impedire agli ultimi civili ancora presenti a Kobane di lasciare la città per rifugiarsi in Turchia. Oltre 200.000 persone hanno già traversato la frontiera.

Oggi gli aerei della coalizione internazionale guidata dagli Usa hanno condotto almeno altri due raid contro le postazioni dell’Isis. Di contro, la Turchia non solo non interviene per impedire la caduta di Kobane nelle mani dell’Isil, ma addirittura si è scoperto che le autorità turche hanno hanno bloccato le armi inviate dai curdi iracheni nella città alle Unità di Difesa del Popolo, Ypg, curde siriane per difendersi dall’assalto dei jihadisti.

È stata diffusa la fotografia di tre jihadisti dell’Isil uccisi nei pressi di Kobane, che in realtà sembra fossero agenti dell’intelligence militare di Ankara. Un dato gravissimo, se fosse confermato.

Hamid Darbandi, responsabile del governo regionale curdo di Erbil per gli affari curdo-siriani, ha riferito all’emittente “Al Arabiya” che l’amministrazione di Massoud Barzani ha inviato nelle scorse settimane un carico “simbolico” per aiutare le milizie peshmerga, ma che fonti siriane hanno riferito che il carico non ha mai raggiunto Kobane, a causa della mancata apertura di un corridoio di transito da parte della Turchia.

Vertice a Washington della Coalizione Internazionale – Convocati da Barack Obama a Washington, i responsabili militari statunitensi e dei paesi alleati nella Coalizione Internazionale riunitasi contro i jahidisti dell’Isil in Siria e in Iraq discutono martedì e mercoledì sulle nuove strategie per contrastare la barbarie delle milizie dell’autoproclamato Califfato islamico. 

Dopo giorni di bombardamenti dall’alto, infatti, l’Isil sta premendo per conquistare Kobane, per avere una vicinanza strategica con la Turchia, mentre già controlla gran parte della provincia di Anbar in Iraq. Nella capitale americana sono arrivati i rappresentanti militari dei 22 Paesi della Coalizione, che incontreranno il presidente americano nella base di Andrews dell’Air Force, a pochi chilometri da Washington. La Coalizione Internazionale riunisce, sotto la guida degli Stati Uniti, Arabia Saudita, Australia, Bahrain, Belgio, Gran Bretagna, Canada, Danimarca, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Giordania, Iraq, Italia, Kuwait, Libano, Nuova Zelanda, Olanda, Qatar, Spagna e Turchia. 

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Un pensiero su “Siria, curdi riprendono collina di Kobane: rimossa bandiera Isil. Allarme armi chimiche. Donna guida peshmerga conto jihadisti

  • 15/10/2014 in 11:17:05
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    Ci sono ancora dei pazzi che vorrebbero la Turchia in Europa?

    Dove sono finiti i prodi piloti militari tedeschi? E’ ovvio ,sono tutti all’ october feste a Monaco !

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