L’ondata di maltempo sul territorio del Nord ha colpito pesantemente l’agricoltura e le attività produttive

Quadro della Coldiretti sul primo bilancio dei danni causati dall’alluvione che ha colpito il Nord del Paese, dalla Liguria al Veneto , dalla Lombardia all’Emilia-Romagna

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Roma – Trentamila prosciutti sott’acqua nella zona di Corniglio a Parma sono l’emblema di uno stato di calamità nelle campagne dove si contano campi allagati, coltivazioni distrutte, stalle e stabilimenti agroindustriali inagibili, serre divelte, aziende agricole isolate. Sono questi i disastri provocati dall’ondata di maltempo che dopo essersi accanita sulla Liguria, sul basso Piemonte, sull’Oltrepo’ Pavese e sul Mantovano ha sfogato la sua forza sull’Emilia-Romagna, sul Veneto e sul Friuli e minaccia ora di scendere la Penisola.

Questo il quadro emergente da un primo bilancio della Coldiretti, che sta monitorando sul territorio gli effetti dell’ondata di maltempo abbattutasi sul Nord del Paese, per verificare se esistono le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità di fronte a danni per decine di milioni di euro.

In Emilia-Romagna si contano stalle e aziende allagate con la raccolta del mais bloccata e le semine autunnali a rischio se non torna presto il bel tempo. Particolarmente colpita la provincia di Parma nelle zone dell’alta Val Parma dove, a Corniglio è finito sott’acqua un prosciuttificio con trentamila prosciutti e, a Calestano, si registrano problemi di allagamenti per stalle e capannoni. Nella valle del Taro  le zone con maggiori frane sono Bedonia e Compiano. Nella Bassa, in particolare nella zona di Colorno, sono state allagate diverse stalle.

In Veneto colpite in particolare il Padovano, la zona di Este con alberi divelti e strade interrotte anche a Battaglia Terme e a Maserà lungo la statale. Numerose le serre divelte. Degli ortaggi di stagione, in particolare insalate fresche, pronte per essere raccolte e vendute, resta ben poco. Colpite anche alcune aziende agricole già vittima della disastrosa alluvione del 2010, degli allagamenti della scorsa primavera e di molte altre calamità fra Montagnana, Saletto, Carceri, Vighizzolo, Sant Elena Monselice e Santa Margherita d’Adige, dove sono state scoperchiate serre su una superficie di ben 8.000 metri quadrati. Da quantificare – secondo quanto risulta alla Coldiretti – i danni alle strutture aziendali e alle colture a pieno campo, come i radicchi, in particolare nella zona di Maserà e Due Carrare.

In Liguria gli effetti delle bombe d’acqua si sentono sull’economia agricola della Riviera, con il dimezzamento della produzione di pregiato olio d oliva extravergine (di cui abbiamo già riportato qui).

In Piemonte, nell’Alessandrino, i viticoltori di Gavi lamentano pesanti perdite di uva da vino destinata alla Docg.

In Lombardia la situazione è pesante nel Mantovano, soprattutto a causa della tromba d’aria che ha scoperchiato capannoni e fienili nella zona di Ostiglia, ma anche nell’Oltrepo Pavese dove si fanno i conti con la bomba d’acqua che ha colpito soprattutto le zone di alta collina tra Varzi e Cecima, con grandine e vento forte, abbattendo numerosi frutteti delle varietà più tardive di mele e pere pronte per essere colte.

Un bilancio complessivo gravissimo che in molte aziende agricole – sostiene la Coldiretti – ha provocato la perdita dei risultati di un intero anno di lavoro, mentre in alcuni casi l’effetto dei danni si protrarrà per anni. L’associazione dei coltivatori diretti ha segnalato però anche le molte iniziative di solidarietà nelle campagne, dove si contano frane e strade interrotte – che rendono difficile la viabilità – e dove molti agricoltori hanno messo a disposizione i propri trattori per i primi interventi di ripristino delle strade. In un momento di gravi difficoltà, non era scontato accadesse.

(Fonte: AGI)