L’UE adotta l’Ucraina: Putin darà il gas a Kiev per l’inverno, ma il conto lo pagherà Bruxelles

Il “disgelo” tra Russia e Ucraina sul fronte del gas renderà caldo il bilancio europeo, ma è il “costo” per giungere alla fine dei combattimenti tra miliziani filo-russi e truppe di Kiev

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Milano – Le prove di disgelo tra Russia e Ucraina a Milano, lasciato sullo sfondo il conflitto che continua nonostante la cosiddetta intesa di Minskgli, si sono concentrate con esiti incerti sul dossier delle forniture di gas. Tema che ha un riflesso diretto sui termosifoni e l’acqua calda dei cittadini europei.

In attesa dell’incontro trilaterale Russia-Ucraina-Ue in programma il 21 ottobre a Bruxelles, i negoziati si sono conclusi con una promessa ed un apertura di Vladimir Putin a Kiev, ma dai risvolti minacciosi per l’Ue.

Il presidente russo ha infatti prima garantito a Kiev il metanoalmeno per il periodo invernale“, riducendo il il debito ucraino verso la Russia per le forniture non pagate, portandolo dai 5,3 miliardi di dollari, finora rivendicati da Gazprom, a 4,5.

Tuttavia, poi Putin ha anche evidenziato che per questi 4,5 miliardi di dollari c’è un piccolo problema: l’Ucraina non ha le risorse per onorare neanche le bollette precedenti, ergo dovranno essere gli amici europei di Kiev a saldare il conto. “Riteniamo che i nostri partner europei, la Commissione Ue, possano e debbano dare una mano all’Ucraina a risolvere questo problema“, ha detto Putin, aggiungendo che l’unica certezza è che la Russia non fornirà più gas a credito a Kiev. Ovvia la posizione del n. 1 di Gazprom, Alexei Miller, il quale ha affermato che “la palla” per risolvere il caos ucraino sia ora nel cortile di Bruxelles. “Avete voluto l’Ucraina associata all’UE?”, sembrano dire i russi, pagate e sorridete se volete riscaldarvi e riscaldarli.

È la Geopolitica (con la G maiuscola) energetica, bellezza!

Miller ha reso noto che l’Ucraina di aver accettato tutti i termini delle richieste per risolvere il dossier delle forniture di gas, incluso il prezzo di 385 dollari per mille metri cubi, su cui finora Kiev aveva tenuto duro, pretendendo la stessa somma di 268,5 dollari pagata durante la presidenza del filo-russo Viktor Yanukovich. Miller ha ribadito che l’unico problema, non di poco conto, è che le casse di Kiev sono vuote.

Sul fronte opposto il presidente ucraino Petro Poroshenko ha visto il bicchiere mezzo vuoto. “Non siamo riusciti a raggiungere alcun risultato pratico sul gas, ma pensiamo di trovare una soluzione prima dell’incontro a Bruxelles del 21 ottobre“. Che tradotto in italiano (europeo) corrente significa: “vediamo se Bruxelles scuce i soldi”.

Sul fronte del conflitto armato che prosegue sottotraccia ci sarebbe invece un impegno ad applicare pienamente il memorandum di Minsk, che ha sancito la tregua nell’est e a tenere elezioni nella regione di Donetsk sulla base della legge ucraina.

Su questa tregua ripetutamente violata sia da Kiev che dai separatisti, Putin ha annunciato che “Mosca ha raggiunto un accordo con Francia, Germania e Italia” per usare droni per voli di ricognizione sulle regioni orientali.

(Fonte: AGI)