Paolo VI è beato nella messa di chiusura del Sinodo. Francesco: “Scrutò con coraggio i segni dei tempi”

In Piazza San Pietro anche il Papa Emerito Benedetto XVI, che fu nominato cardinale proprio da Giovanni Battista Montini. Un incontro che rende la cronaca della Chiesa una pagina di Storia indelebile per il Soglio di Pietro, coincidente con la chiusura spirituale del Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia, che ieri ha visto la votazione a maggioranza dei punti più controversi – La messa integrale

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Giovanni Battista Montini è Beato. Pronunciando la formula canonica, Papa Francesco ha proclamato beato Paolo VI, sul sagrato di piazza San Pietro, alla presenza del Pontefice Emerito Benedetto XVI. Proprio Joseph Ratzinger ricevette la nomina cardinalizia da Paolo VI il 27 giugno 1977, pochi mesi dopo l’investitura espiscopale. L’11 maggio 1993 Giovanni Paolo II aveva aperto il processo diocesano per la causa di beatificazione, mentre il 20 dicembre 2012 Benedetto XVI autorizzò la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante le virtù eroiche di Montini.

L’abbraccio fra i due Papi, davanti al sagrato della Basilica di San Pietro, prima della beatificazione di Paolo VI, ha suggellato un’altra giornata storica per la Chiesa, in coincidenza con la chiusura spirituale del Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia, che ieri ha visto la votazione a maggioranza dei punti più controversi, dalle unioni omosessuali al sacramento della comunione per i divorziati cattolici risposati civilmente, posti all’esame dei padri sinodali. Sinodo che fu creato proprio da Montini.

La messa di beatificazione e di chiusura del Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia

La Chiesa ambrosiana festeggerà il beato Paolo VI Papa nel calendario liturgico il 26 settembre, nata di nascita di Giovanni Battista Montini, nato a Concesio – in provincia di Brescia – nel 1897. Il resto della comunità cristiana cattolica potrà celebrare il Beato Paolo VI quando vorrà: questo perché ancora Papa della modernità non è stato ancora proclamato santo. In quel momento, la data sarà “imposta” nel calendario liturgico.

Dopo la formula canonica letta da Papa Francesco, con cui Paolo VI è stato proclamato beato, vicino all’altare è stata posta da una suora la maglietta insanguinata per l’attentato subito da Papa Montini nelle Filippine, quando uno squilibrato lo colpì con una coltellata all’aeroporto di Manila, nel novembre del 1970. La reliquia è conservata all’interno di una teca di vetro.

“Paolo VI, coraggioso cristiano, istituì il Sinodo dei Vescovi”, esortando a “scrutare attentamente i segni dei tempi” e a “cercare di adattare le vie ed i metodi alle accresciute necessità dei nostri giorni ed alle mutate condizioni della società” ha sottolineato Bergoglio.

“Nei confronti di questo grande Papa, di questo coraggioso cristiano, di questo instancabile apostolo – ha proseguito il Pontefice, tessendo le lodi di Paolo VI – davanti a Dio oggi non possiamo che dire una parola tanto semplice quanto sincera ed importante: grazie! Grazie nostro caro e amato Papa Paolo VI, grazie per la tua umile e profetica testimonianza di amore a Cristo e alla sua Chiesa!”.

Francesco ha ricordato che “nel suo diario personale, il grande timoniere del Concilio Vaticano II, all’indomani della chiusura dell’assise conciliare, annotò: ‘Forse il Signore mi ha chiamato e mi tiene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa e sia chiaro che Egli e non altri la guida e la salva‘. In questa umiltà – ha sottolineato Jorge Mario Bergoglio – risplende la grandezza del beato Paolo VI “.

Il Papa ha osservato che “mentre si profilava una società secolarizzata e ostile, Paolo VI ha saputo condurre con saggezza lungimirante e talvolta in solitudine il timone della barca di Pietro, senza perdere mai la gioia e la fiducia nel Signore. Ha dedicato tutta la propria vita all’impegno ‘sacro, solenne e gravissimo di continuare nel tempo e di dilatare sulla terra la missione di Cristo’, amando la Chiesa e guidando la Chiesa perché fosse nello stesso tempo madre amorevole di tutti gli uomini e dispensatrice di salvezza”.

Il Pontefice ha chiesto di non avere paura delle novità e delle nuove vie che Dio ci indica. “Spesso – ha osservato – proviamo paura di fronte alle sorprese di Dio”, ma ha ricordato che “Lui non ha paura delle novità! Per questo, continuamente ci sorprende, aprendoci e conducendoci a vie impensate”.

“Dio – ha spiegato il Papa – ci rinnova, cioè ci fa ‘nuovi‘ continuamente. Un cristiano che vive il Vangelo è la novità di Dio nella Chiesa e nel mondo. E Dio ama tanto questa novità! ‘Dare a Dio quello che è di Dio’ significa aprirsi alla Sua volontà e dedicare a Lui la nostra vita e cooperare al suo Regno di misericordia, di amore e di pace”.

Parlando poi del Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia, Francesco ha affermato che “è stata una grande esperienza nella quale abbiamo vissuto la sinodalità e la collegialità e abbiamo sentito la forza dello Spirito Santo che guida e rinnova sempre la Chiesa, chiamata senza indugio a prendersi cura delle ferite che sanguinano e a riaccendere la speranza per tanta gente senza speranza”. Il Papa ricorda che “Sinodo significa ‘camminare insieme’. Infatti, pastori e laici di ogni parte del mondo hanno portato qui a Roma la voce delle loro Chiese particolari, per aiutare le famiglie di oggi a camminare sulla via del Vangelo, con lo sguardo fisso su Gesù”.

(Credit: Adnkronos, CTV)