Papa Francesco: Sinodo come “camminare insieme”, con “consolazioni” e “tentazioni” di una Chiesa aperta a tutti

La Relatio Synodi sarà il documento base del lavoro per il Sinodo dell’anno prossimo. “La generosa fedeltà con cui tante famiglie cristiane rispondono alla loro vocazione e missione”. “La crisi della fede che ha toccato tanti cattolici spesso è all’origine delle crisi del matrimonio e della famiglia”. È “una sfida per la pastorale”. “La Chiesa, “pur riconoscendo che per i battezzati non vi è altro vincolo nuziale che quello sacramentale, e che ogni rottura di esso è contro la volontà di Dio, è anche consapevole della fragilità di molti suoi figli che faticano nel cammino della fede“. Per i divorziati risposati “l’eventuale accesso ai sacramenti dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del Vescovo diocesano”

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Città del Vaticano – Il Sinodo è stato un “camminare insieme”, con “momenti di consolazioni”, ma anche “momenti di desolazione, di tensione e di tentazioni”, come quella “dell’irrigidimento ostile, cioè il voler chiudersi dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio”, o quella “del buonismo distruttivo, che a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che tratta i sintomi e non le cause e le radici”, o “di scendere dalla croce, per accontentare la gente, e non rimanerci, per compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio” o infine “trascurare il “depositum fidei”, considerandosi non custodi ma proprietari e padroni o, dall’altra parte, la tentazione di trascurare la realtàutilizzando una lingua minuziosa e un linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire niente!”.

È la descrizione del Sinodo straordinario sulla famiglia descritto sabato da Papa Francesco in un discorso rivolto ai 183 “Padri” presenti al momento della votazione sulla Relatio Synodi, “riassunto fedele e chiaro di tutto quello che è stato detto e discusso in questa aula e nei circoli minori” e che, ha ricordato il Papa, “viene presentato alle Conferenze episcopali come Lineamenta”, documento base dell’assemblea generale del Sinodo dell’anno prossimo.

Le parole di Francesco, quindi, restituiscono a questo Sinodo la sua dimensione reale, di “passo”, certamente importante e significativo, di un cammino di riflessione della Chiesa sulla famiglia e l’evangelizzazione, verso l’assemblea dell’anno prossimo e, alla fine, verso le decisioni che il Papa prenderà. E sono significative, in tal senso, anche affermazioni come “Tanti commentatori, o gente che parla, hanno immaginato di vedere una Chiesa in litigio dove una parte è contro l’altra, dubitando perfino dello Spirito Santo, il vero promotore e garante dell’unità e dell’armonia nella Chiesa”.

“Personalmente mi sarei molto preoccupato e rattristato se non ci fossero state queste tentazioni e queste animate discussioni; questo movimento degli spiriti, come lo chiamava Sant’Ignazio (EE, 6) se tutti fossero stati d’accordo o taciturni in una falsa e quietista pace. Invece ho visto e ho ascoltato – con gioia e riconoscenza – discorsi e interventi pieni di fede, di zelo pastorale e dottrinale, di saggezza, di franchezza, di coraggio e di parresia. E ho sentito che è stato messo davanti ai propri occhi il bene della Chiesa, delle famiglie e la ‘suprema lex’, la ‘salus animarum’ (cf. Can. 1752). E questo sempre – lo abbiamo detto qui, in Aula – senza mettere mai in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e la procreatività, ossia l’apertura alla vita (cf. Cann. 1055, 1056 e Gaudium et Spes, 48)”. “Questa è la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e composta da peccatori, bisognosi della Sua misericordia. Questa è la Chiesa, la vera sposa di Cristo, che cerca di essere fedele al suo Sposo e alla sua dottrina. È la Chiesa che non ha paura di mangiare e di bere con le prostitute e i pubblicani (cf. Lc 15). La Chiesa che ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti! La Chiesa che non si vergogna del fratello caduto e non fa finta di non vederlo, anzi si sente coinvolta e quasi obbligata a rialzarlo e a incoraggiarlo a riprendere il cammino e lo accompagna verso l’incontro definitivo, con il suo Sposo, nella Gerusalemme Celeste”.

Passando alla Relatio, va registrato che dei 62 punti di cui è costituita, 59 sono stati approvati con la maggioranza dei due terzi, tre non l’hanno raggiunta. Si tratta dei tre paragrafi relativi all’ammissione alla comunione dei divorziati risposati, dell’accoglienza pastorale degli omosessuali e della comunione spirituale.

I tre paragrafi hanno comunque avuto la maggioranza semplice di voti.

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(AsiaNews)