La Svezia riconosce la Palestina, lo Stato-che-non-c’è

Il governo di Centro-Sinistra – mantenendo una promessa elettorale – riconoscerà oggi lo Stato Palestinese, con una mossa non a sorpresa ma che dimostra il livello raggiunto dallo scontro ideologico attorno a un tema che può essere risolto solo nell’ambito di una soluzione internazionale condivisa. Mossa propagandistica che galvanizzerà gli assassini di Hamas e che mostra il fianco scoperto del Paese scandinavo, alle prese con una pressione interna degli immigrati (che blandisce così). Così si dà il benvenuto alla nuova Lady Pesc, Federica Mogherini…

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Stoccolma – Come preannunciato a inizio ottobre, il governo di centro-sinistra svedese riconoscera’ in giornata ufficialmente la Palestina come Stato, primo membro dell’Ue a farlo. Lo ha confermato il ministro degli Esteri, Margot Wallström. Il premier Stefan Lofven aveva preannunciato il passo diplomatico nel proprio discorso di insediamento in Parlamento.

L’annuncio scateno’ le ire non solo di Israele, ma anche degli Stati Uniti. “Il riconoscimento e’ un contributo ad un futuro migliore per una regione che per troppo a lungo e’ stata caratterizzata da negoziati congelati, distruzione frustrazione“, ha scritto Wallström sul quotidiano Dagens Nyheter, aggiungendo che “secondo alcuni questa decisione e’ prematura, ma io temo che sia invece tardiva“.

Il capo della diplomazia svedese ha spiegato che l’obiettivo e’ sostenere i palestinesi moderati rendendo il loro status piu’ simile a quello di Israele nei negoziati di pace. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto ai Territori Palestinesi lo status di osservatore permanente come Stato non membro, equivalente al Vaticano, il 29 novembre 2012.

Finora solo il Parlamento britannico, con una mozione approvata a maggioranza e rivolta al Gabinetto Cameron, aveva espresso l’intento di riconoscere lo Stato palestinese, ma il documento parlamentare non è vincolante per il Primo Ministro. 

Nell’Ue nessuno ha seguito l’esempio di Stoccolma ma Wallström si dice convinto che “noi oggi apriamo la strada” tra i Ventotto “e speriamo che altri seguiranno il nostro esempio“.

Se l’esito di questo riconoscimento fosse quello auspicato da Wallström, sarebbe una felice fuga in avanti. Invece, come è noto, la soluzione a favore dello Stato Palestinese si può trovare solo nell’ambito di un trattato internazionale che trovi uno sbocco definitivo alla crisi in quella parte di Vicino Oriente, sulla base del paradigma dei “Due Popoli e Due Stati”. 

Un paradigma che però impone il riconoscimento di Israele e del diritto a vivere in modo pacifico, così come allo Stato di Palestina deve essere riconosciuto il diritto di esistenza pacifica. Purtroppo, le attuali leadership palestinesi rifuggono da questo punto centrale, per non parlare di Hamas e dei movimenti islamici imperanti a Gaza, che non vogliono la pace con Israele, ma ne vogliono la cancellazione dalle mappe, per creare una Palestina islamica retta dalla sharia.

Il riconoscimento svedere è duqnue una pericolosa fuga in avanti che serve solo a due scopi: alleggerire la pressione interna degli immigrati dai Paesi islamici che mantengono posizioni estremiste e filo-jihadiste, a fini interni; proporre la Svezia come player internazionale nel grande gioco diplomatico attorno alla questione israelo-palestinese. Una fuga in avanti che apre un fronte di “benevolenza” verso i jihadisti di Hamas e del Jihad Islamico e che non servirà certo a dare voce e maggior ruolo ai cosiddetti moderati.

Ma c’è un altro aspetto da considerare. La decisione di Stoccolma sarebbe anche uno schiaffo maleducato alla nuova Alta Rappresentante per la Politica Estera e di Difesa, Federica Mogherini (che oggi si dimette da parlamentare italiana), nell’approssimarsi dell’avvio del proprio incarico a Bruxelles. A dimostrazione che il ruolo è di secondo piano, ma spacciato per incarico decisivo da chi ha in mente la fantasia europeista, ma non tiene conto del fatto che la vita dell’Unione Europea è ancora retta dal paradigma diplomatico e non dalla dinamica democratica di uno Stato federale.

Dalla Svezia arriva un grazioso saluto a Mogherini: “Ben arrivata!“…

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