“Balleremo fino alla morte”. Ad Aleppo i giovani sfidano l’orrore della guerra con la musica

Nonostante il regime e i fondamentalisti islamici dell’Isil e del Fronte al-Nusra, i ragazzi siriani si tengono aggrappati alla vita, al ballo e alla musica come forma di auto-terapia per sentirsi vivi. Un messaggio di speranza da un Paese martoriato

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Da Aleppo – città martoriata dalla guerra civile siriana fin dal 2011 – arriva un inno alla vita e contro ogni tipo di guerra. Qui i giovani hanno deciso di uscire di casa, sfidare la paura e ballare. Ballare di pomeriggio, perché per motivi di sicurezza la sera le famiglie impediscono loro di uscire, in una discoteca creata in un seminterrato di un hotel cittadino, che a differenza di altre zone della città non subisce tagli dell’elettricità. Ma anche ballare al ritmo di Gangnam Style per le strade e tra le macerie, tra gli edifici colpiti dai raid del regime di Bashar al-Assad e dai colpi di mortaio dei ribelli.

Ballerò fino alla morte“, racconta uno studente di ingegneria di 20 anni di Aleppo, A.H., le cui esibizioni di break dance 20141031-aleppo_dancesono note nel quartiere dove vive. “Questo è ciò che mi tiene in vita. E’ la cura per la mia anima“, confida. Dello stesso tenore un altro sudente, di arte, M.I. il quale si sfoga: “ne abbiamo abbastanza di morte, di non divertirci e di restare seduti a casa. Vogliamo ballare!“. 

La scure del regime di Assad sembra però abbattersi su questi giovani. Contattati da Aki-Adnkronos International, qualcuno di loro dice di avere paura, per sé e per la propria famiglia. “Ballare tra le macerie e per le strade – raccontano – è costato loro un incontro con funzionari di regime, interrogatori, minacce“.

Rischia di non esserci spazio per ballare in Siria, dicono, “se non in paradiso“. Per questo, ora, non hanno più voglia di parlare. Anche se uno studente di ingegneria civile dell’Università di Aleppo, 18 anni e nome d’arte Critic Rap, dice: “Faccio musica rap con il mio gruppo, abbiamo un paio di canzoni che diffonderemo presto. E suoneremo dal vivo nonostante le circostanze“. Già, le circostanze. Non solo gli sgherri del regime di Bashar al-Assad, ma anche i jihadisti fondamentalisti dell’Isil contro ogni forma di arte.

I brani del gruppo vengono intanto anticipati via Facebook. Nei testi si leggono riferimenti all’orgoglio ed al coraggio. “Se sei siriano, alza la testa. Alza la testa!“, recita l’incipit di uno dei brani rap scritti in dialetto siriano. “Presto posterò i miei brani e saranno di alto livello!“, promette Critic Rap, leader del gruppo di giovani di un quartiere popolare di Aleppo.

La provincia di Aleppo è un vero e proprio campo di battaglia, tra i raid della coalizione internazionale sui jihadisti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isil), i ribelli moderati che tentano di riconquistare terreno e le forze del regime di Assad che promettono di riprendere il controllo della città quest’inverno.

Secondo l’International Displacement Monitoring Centre, sono 1,78 milioni le persone sfollate ad Aleppo, il numero più alto delle 14 province siriane.

(Adnkronos)