Un milione di volantini contro Kim Jong-un ha superato il confine fra le due Coree

Venerdì mattina, ben 24 palloni a gas hanno attraversato la linea di demarcazione fra i due Paesi, un mezzo con cui sono state trasportati messaggi contro la dinastia al potere a Pyongyang, ma anche banconote da 1 dollaro, piccole radio e dvd. Il regime nordcoreano furioso chiede il bando di queste operazioni “speciali”, ma Seoul si difende: “questione di libertà di espressione”, un tema molto a cuore tra gli “schiavi” di Kim Jong-un

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Seoul – Un gruppo di attivisti sudcoreani, che da anni si battono contro le violazioni nei diritti umani basilari da parte del regime di Pyongyang, ha spedito venerdì mattina più di un milione di volantini oltre il confine che separa le due Coree, al 38 Parallelo. I testi dei messaggi condannano e denunciano la dinastia dei Kim e sono stati collocati all’interno di un pacchettino che contiene anche una banconota da 1 dollaro americano, piccole radio e alcuni dvd con programmi televisivi trasmessi dalla Corea del Sud.

Questo materiale informativo – vera arma di un’offensiva strategica – è stato inviato grazie a 24 palloni a gas, che hanno volato sopra la zona demilitarizzata, che si trova 60 chilometri a nord della capitale Seoul.

Una pratica non nuova, che va avanti da diversi anni e in più occasioni la Corea del Nord ha accusato la controparte meridionale di non impedirla “per gettare benzina sul fuoco” sui rapporti tra i due Paesi artificialmente separati.

A queste proteste il governo sudcoreano ha sempre risposto di non poter impedire la “libertà di espressione” dei propri concittadini, un argomento su cui a Pyongyang non hanno molta conoscenza e su cui non mostrano di avere alcuna dimestichezza.

L’ultimo lancio era avvenuto circa due settimane fa, provocando un piccolo scontro a fuoco fra le guardie di confine: quelle del Nord cercavano di abbattere i palloni sparando con mitragliatrici.

Lee Min-bok, leader del gruppo che ha organizzato il lancio, ha spiegato che “questa volta abbiamo organizzato una operazione più tranquilla, perché troppa pubblicità non fa bene alla nostra missione umanitaria“, che è essenzialmente “quella di aiutare i nostri fratelli nordcoreani“.

Wi Yong-seob, portavoce del ministero della Difesa di Seoul, ha aggiunto che il lancio è un atto privato, una “questione che riguarda la libertà di espressione” e che il governo non ha “alcuna base legale per controllarla o impedirla“. 

(Fonte: AsiaNews)