F1, il gringo Hamilton irrompe nel saloon, scavalca Rosberg come una cavallina e vince ad Austin, ipotecando il titolo

Terzo posto per Daniel Ricciardo, mission accomplished. Massa e Bottas dietro il “picciotto” australiano. Vergne si guadagna il prolungamento del contratto, Maldonado e Grosjean se le suonano di santa ragione, ma che gara. Alonso e Vettel hanno battagliato per il giro più veloce

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Austin – Ieri, alla fine delle qualifiche, Nico Rosberg aveva fatto uno scherzetto di Halloween ritardato al rivale/compagno di squadra, Lewis Hamilton. Ma in qualifica non si prendono punti e così oggi Hamilton non ha fatto a Rosberg uno scherzo: gli ha impartito una lezione di carattere e di guida, superandolo al 24° giro, al termine di una frenata ritardata al limite.

Rosberg forse non se l’aspettava in quel punto e ha lasciato la porta aperta, senza accennare a una chiusura. In quel momento è finito il Mondiale 2014? Lo vedremo alla fine, ma intanto con questa vittoria – meritatissima e ottenuta di prepotenza – Hamilton raggiunge Fernando Alonso a quota 32 vittorie in carriera, diventando il pilota britannico con più vittorie in F1. Decimo successo stagionale e decima doppietta per la Mercedes, la quinta vittoria di fila per il pilota britannico, che sembra ormai lanciato alla conquista del secondo titolo iridato.

Quali chance ha ancora Rosberg? Un contrattacco immediato in Brasile, per poi lanciarsi lancia in resta su Abu Dhabi, dove il doppio punteggio può scombussolare tutto al vertice della classifica.

Sul podio di Austin un altro pilota ha riso con i proverbiali 32 denti in mostra: il “picciotto” di Sidney, Daniel Ricciardo, che ieri aveva dichiarato di puntare al podio e podio è stato. Missione Texas compiuta! Una grandissima gara quella dell’australiano, ma il terzo posto gli è stato regalato dai box della Williams, all’ennesimo papocchio con Massa, che fino ad allora aveva presieduto il terzo posto con autorevolezza e serena aggressività, anche nei confronti del compagno di squadra Bottas, arrivatogli a ruota. Massa è stato un signore nel post gara: avrebbe potuto recriminare e calcare la mano, non lo ha fatto. Ma forse la Williams meriterebbe una tiratina d’orecchie in più.

Le due Williams hanno preceduto Alonso, sulla prima Ferrari, che ha reso ancora una volta evidente quale sia il suo apporto alla guida della F14T, una monoposto da incubo. Il compagno Räikkönen, che non è proprio l’ultimo arrivato, ha battagliato nelle retrovie, malgrado un avvio promettente. Il suo sostituto in Ferrari, Sebastian Vettel, gli è arrivato a mezzo secondo, ma i due – recente passato e futuro prossimo di Maranello – hanno ingaggiato una battaglia a distanza per il giro veloce. L’ha spuntata Vettel, staccando il GPV al 50° passaggio (1’41’’379).

In gran calo le McLaren, con Button in battaglia nella zona punti per quasi tutta la gara, ma poi crollato alla fine per cedimento delle gomme sulla sua monoposto. L’8° posto di Magnussen è solo uno zuccherino per Woking, con l’auspicio che non soffrano di ipoglicemia.

Eroi della giornata Vergne, Maldonado e Grosjean. Il pilota della Toro Rosso, partito dal 14° posto, ha combattuto con il coltello tra i denti, ma il capolavoro lo ha compiuto a cinque giri dalla fine, quando ha superato Grosjean con una manovra garibaldina al limite della spallata fisica. Merita di rimanere in F1? In Toro Rosso ci stanno pensando e Tost avrebbe ammesso che è più vicino l’annuncio della conferma.

Maldonado e Grosjean hanno fatto una gara memorabile, nessuno ci avrebbe scommesso un cent giovedì mattina. In particolare, Maldonado è sembrato più accorto, meno arrembante ma più deciso, più attento a cogliere gli errori altrui, per portare la sua monoposto nera in zona punti. C’è riuscito e gli va riconosciuto il merito. Grosjean, a ridosso della zona punti, si è lamentato come al solito in gara, ma ha sfiorato l’impresa. Potrebbe affiancare Alonso alla McLaren, sostenuto da Eric Boulier, che lo stima molto. Le penalità di 5” di Stop & Go prese per eccesso di velocità in regime di Safety Car hanno impedito al venezuelano un risultato migliore, ma questa volta il peccato è davvero veniale. 

Pecora nera della gara texana, Sergio Perez. L’incidente al primo giro – nel tentativo di superare Sutil – ha  rischiato di far fuori la Ferrari di Räikkönen e ha messo fuori gara se stesso e Sutil, che in qualifica aveva compiuto il mezzo miracolo di portare in Q3 una boccheggiante (come squadra) Sauber. L’ennesima sciocchezza del messicano, verso il quale i commissari sportivi di Austin sono stati magnanimi.

L’incidente al primo giro ha però mostrato come in F1 aleggi l’incubo dell’incidente inutile. Per spostare la monoposto svizzera di Sutil è stato necessario l’ingresso delle gru, ma in una cornice di sicurezza assoluta per i piloti. Peccato che al 18° giro, quando Hülkenberg ha parcheggiato la sua monoposto sul rettilineo che porta alla curva 12, nessuno si sia accorto subito che la monoposto stesse indietreggiando pericolosamente. Un ritardo pericoloso.

L’ultima riflessione per Alonso. Come già detto, il pilota di Oviedo è un valore in più in pista e dispiace che il legame sportivo con la Ferrari non abbia prodotto che delusioni. Il finale di stagione ci dà un Alonso più distaccato, meno polemico: come quando le storie d’amore finiscono e si attende – con civiltà – il sugello del giudice che decreta il divorzio.

Resterà un’incompiuta nella storia della Ferrari come in quella sportiva di Alonso. Dispiace, ovviamente, ma è la vita.

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2014 FORMULA 1 UNITED STATES GRAND PRIX – GARA

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2014 FORMULA 1 UNITED STATES GRAND PRIX – ANALISI TECNICA PIRELLI

John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.