Torneranno i prati, la Grande Guerra nella memoria di Ermanno Olmi – trailer

Il grande regista italiano torna per il centenario della Prima Guerra Mondiale sperando che quella generazione rimanga viva nei nostri ricordi

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Durante l’ultimo inverno della Grande Guerra nel 1917, in un avamposto situato al confine austriaco, una truppa italiana riceve uno dei tanti ordini suicidi da parte del comando maggiore. La vita in trincea, i suoi orrori e i suoi soldati privati della loro identità compongono un mosaico fatto di dignità, poesia e speranza.

“Siamo sepolti sotto la neve”

Un bisbiglio, un sussurro, un tormento, un urlo. Un’esplosione di puro cinema: è quello che emerge dall’ultima bellissima opera di Ermanno Olmi. Un film che solo come pretesto utilizza la funzione del centenario della Grande Guerra ma il cui fine è quello di risvegliare la memoria. Riportare alla vita gli occhi sofferenti, gli sguardi nel vuoto, le paure ma soprattutto i nomi (come nell’evocativa scena della consegna delle lettere) di quella generazione perduta e che il regista teme si perda anche nella nostra memoria. Ecco perché battendo questo territorio, al contrario che in passato, si decide di mettere un momento da parte quell’antimilitarismo che dominava pulsante in film come “All’ovest niente di nuovo” o “Orizzonti di gloria”. Oltre la sua infinita poesia però “Torneranno i prati” è capace anche di sferrare colpi allo stomaco che da un’atmosfera quasi trascendentale ci riportano bruscamente alla realtà.

Un film notturno, tutto giocato sulla contrapposizione tra la bellezza mozzafiato di una natura a volte anche crudele (la neve rende impossibili le condizioni già pessime della vita in trincea) e la mostruosità della guerra, delle sue esplosioni indistinte, i suoi echi premonitori (come un tunnel scavato sottoterra dal nemico). Gli occhi dei protagonisti vorrebbero ardentemente conservare una speranza, seppur minima, ma anche questa è minacciata da un futuro in cui il mondo potrebbe dimenticare ciò che è accaduto e ripetere gli stessi tragici errori.

Un film che regala almeno tre momenti da storia del cinema (la scelta del proprio destino da parte di un soldato consapevole, l’abete in fiamme riflesso negli occhi di una ronda, il bombardamento). Mai come in questo caso la retorica è così ben distribuita nei dialoghi e in maniera del tutto sincera e onesta. Formidabile il lavoro sugli attori, sui loro volti, sulle loro sensazioni, sulla loro capacità di immedesimarsi nei luoghi aridi di una trincea e di riempirsi di sentimento.

Fabio Olmi alla fotografia opta per un lavoro di decolorazione della pellicola che non solo si contraddistingue per perizia tecnica, ma anche e soprattutto per una valenza simbolica incommensurabile.

“Torneranno i prati” è un mea culpa doloroso ma consapevole verso un genere umano che, pur nelle atrocità, ha la forza (ma forse non la volontà) di distinguersi dalle bestie.

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Il trailer ufficiale