A Milano le dame del Pollaiolo incantano i visitatori

Per la prima volta insieme i quattro ritratti della celebre bottega fiorentina di Piero del Pollaiolo, grazie al sostegno di Fondazione Bracco, Fondazione Cariplo e Regione Lombardia

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Milano – C’è tempo fino al 16 febbraio 2015 per gustare l’attesissima mostra Le dame del Pollaiolo. Una bottega fiorentina del Rinascimento inaugurata, ieri, presso le sale del Museo Poldi Pezzoli. A cura di Aldo Galli – docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università degli Studi di Trento – e di Andrea Di Lorenzo – Conservatore del Museo milanese – l’esposizione è stata realizzata grazie al sostegno di Fondazione Bracco, Fondazione Cariplo e Regione Lombardia.

Per la prima volta il dipinto su tavola Ritratto di giovane donna di Piero del Pollaiolo – capolavoro del 1470 custodito negli spazi di via Manzoni – è affiancato da altri tre volti di donne – appartenenti alla bottega di Antonio e Piero e in prestito dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, dal Gemäldegalerie di Berlino e dal Metropolitan Museum of Art di New York – insieme a disegni, ricami, gioielli e sculture in grado di raccontare non solo le novità stilistiche dei fratelli Pollaiolo ma la temperie culturale ai tempi di Lorenzo il Magnifico.

I quattro profili femminili – diversi per età e di cui non conosciamo l’identità – mettono in luce la cura sontuosa e 20141113-Banner-Totelia(300pxx250px)biancocivettuola dei particolari. Con la maestria dell’incisore che Antonio trasmise a Piero, i due fratelli danno vita alle ricche trame delle vesti, ai gioielli, alle bionde acconciature finemente intrecciate rivelando l’animo di quelle dame vaghe e sognanti – secondo il sentire dell’epoca – ma le cui pieghe delle labbra lasciano intendere una languida consapevolezza.

Maestro della tecnica pittorica il minore – Piero –, abilissimo nella scultura e nella composizione il maggiore – Antonio -, figli di Jacopo di Antonio Benci di mestiere venditore di polli, i due fratelli Pollaiolo sono stati a lungo confusi già ne Le Vite di Giorgio Vasari che attribuì molte opere al più grande. Mentre Antonio si formò probabilmente nella bottega del figlio di Lorenzo Ghiberti, approfondendo le tecniche dell’incisione e dell’oreficeria – grazie anche a Maso Finiguerra -, Piero apprese verosimilmente l’arte della pittura da Andrea del Castagno.

Come dichiarato dal professor Aldo Galli “grazie a una rilettura di documenti e fonti più antiche siamo oggi in grado di distinguere un artista più geniale ma che dipinse pochissimo, fu soprattutto un grande orafo e incisore, uno scultore, che è Antonio del Pollaiolo, e un secondo artista, suo fratello Piero, che era esclusivamente un pittore” e a cui, secondo Annalisa Zanni direttore del Museo Poldi Pezzoli, sarebbero da attribuire i preziosi ritratti che incarnano il Rinascimento fiorentino.

È proprio al periodo più illustre della cultura italiana che vuole guardare l’esposizione milanese che, in questi mesi, sarà arricchita da attività collaterali – shooting fotografici con professionisti, aperitivi al museo, approfondimenti con esperti, spettacoli teatrali, concerti, conferenze – anticipando alcune tematiche – inclusa quella femminile – di Expo 2015. Una mostra quindi che si pone come momento di riflessione internazionale sia per l’unicità del progetto che per il suo contributo scientifico all’interno del dibattito circa l’attribuzione dei dipinti – in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze – tanto che tutte le indagini svolte, gli studi e la ricerca, anche sui disegni preparatori, saranno disponibili online.

I profili del Pollaiolo – eleganti, enigmatici, aristocratici – divengono così icone dello spirito quattrocentesco di umanesimo, di perfezione, di virtù – secondo i principi neoplatonici di Marsilio Ficino – e del risveglio culturale che investì Firenze e l’Italia, la stessa che, dalla mostra di Milano, dovrebbe trarre insegnamento per ritrovare quella creatività e quella bellezza che, un tempo, le permisero di essere ammirata con stupore nella sua altera armonia, proprio come quelle dame fiorentine cantate dal Poliziano.

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Museo Poldi Pezzoli, Via Manzoni 12 – 20121 Milano

Orari: Il Museo è aperto dalle ore 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30) – Il Museo è chiuso tutti i martedì, a Capodanno, Pasqua, il 25 aprile, il primo maggio, il 15 agosto, il primo novembre, l’8 dicembre, a Natale e Santo Stefano.

Come arrivare: Metro M3 fermata Montenapoleone o Duomo – Metro M1 fermata Duomo – Tram 1 fermata Montenapoleone M3

Biglietti: Intero €10,00 – Ridotto €7,00 (11-18 anni, studenti fino ai 26 anni, sopra i 65 anni) – Scolaresche €2,50 – Ingressi gratuiti: Bambini fino ai 10 anni accompagnati dai genitori, studenti e docenti dell’Accademia di Brera, studenti degli istituti d’Arte, Industria e Artigianato, guide turistiche, soci ICOM, giornalisti, consiglieri e soci dell’Associazione Amici del Museo Poldi Pezzoli, consiglieri della Fondazione Artistica Poldi Pezzoli.

Informazioni: E-mail: ferraris@museopoldipezzoli.itTelefono: +39 02 79 4889/6334 – Fax: + 39 02 45473811 – www.museopoldipezzoli.it