In Brasile Rosberg vince davanti a Hamilton e mantiene aperta la lotta fino ad Abu Dhabi. Massa terzo

Con 17 punti di vantaggio, Hamilton e Rosberg si giocheranno tutto nell’ultima gara del campionato, con la roulette del punteggio doppio, ma al campione del mondo 2008 basterebbe anche il secondo posto per guadagnare il secondo titolo iridato. Massa guadagna il podio, ma fa due errori (senza i quali sarebbe arrivato lo stesso terzo). La battaglia tra Button, Vettel, Räikkönen e Alonso galvanizza il pubblico. Delusione per il ritiro di Ricciardo



San Paolo – Missione compiuta in Brasile per Nico Rosberg, che ha vinto il penultimo gran premio stagionale, mantenendo aperte le chances di aggiudicarsi il titolo iridato che 32 anni fa fu del padre Keke. Quinta gara stagionale per il tedesco della Mercedes, che raggiunge l’ottava vittoria in carriera e il 15° successo per il team con base a Brackley. Una gara esente da errori, con una partenza decisa dalla pole position e una resistenza alla pressione finale di Hamilton, senza alcun cedimento psicologico.

Al secondo posto Lewis Hamilton con la seconda Freccia d’Argento, nonostante l’errore compiuto al 28° passaggio, quando il britannico si è girato alla Curva 4 Descida do Lago, andando largo, poi intraversandosi e riuscendo però a mantenere acceso il motore, per riprendere solo con sei secondi di tempo perso. Un errore causato dalla perdita di aderenza sul posteriore in fase di frenata, per le gomme non in perfetta efficienza proprio nell’avvicinarsi del secondo pit stop.

Ad Abu Dhabi la lotta per il titolo sarà acerrima e solo Hamilton potrà consentirsi di ‘gestire’ la gara, perché una vittoria di Rosberg non sarà sufficiente al tedesco di aggiudicarsi il titolo, se l’attuale leader della classifica piloti arriverà secondo. I 17 punti di vantaggio sono un patrimonio da preservare, perché anche il doppio punteggio dell’ultima gara non potrebbe cambiare l’attuale classifica. Rosberg, invece, dovrà lottare per la vittoria, sperando che qualcun altro si inserisca tra la sua Mercedes W05 e quella di Hamilton.

Terzo posto per Felipe Massa, che forse sperava in un risultato migliore, ma che può sperare nella risalita verso i piani alti della Formula 1, assecondato da una Williams in crescita. Semmai il brasiliano dovrebbe essere più attento a non commettere errori, come quello costatogli lo Stop&Go di 5’’ per eccesso di velocità in pit lane e come essersi quasi fermato al box della McLaren, invece che al proprio, confuso dai colori delle tute dei meccanici. Tuttavia, anche senza questi errori, probabilmente non avrebbe potuto lottare per il secondo posto o la vittoria.

Sotto il podio, un grande Jenson Button (lasciarlo fuori dalla Formula 1 è una sciocchezza), riuscito ad agguantare la posizione grazie al sorpasso esterno su Kimi Räikkönen alla Descida do Lago (curva 4), ma facilitato in qualche modo dal ritardo al pit stop, pare dovuto alla rottura del cavalletto anteriore. Il finlandese però ha mostrato grinta e determinazione nella battaglia ruota-a-ruota con il britannico della McLaren, grazie alla quale però Vettel e Alonso hanno potuto avvicinarsi, facilitando il sorpasso anche del quattro volte iridato della Red Bull e la successiva battaglia per il sesto posto con il compagno di squadra Alonso, riuscito a superarlo solo sul rettilineo d’arrivo in tutta sicurezza e al termine di una battaglia corretta e senza patemi d’animo per la squadra.

Ultime tre posizioni conquistate da Nico Hülkenberg, Kevin Magnussen e Valttri Bottas. Il pilota della Force India ha concretizzato la strategia di gara, con le soft lasciate all’ultimo stint e aver perfino riassaporato il sapore di guidare la corsa all’inizio. Magnussen, invece, senza infamia e senza lode, mentre Bottas era nella posizione di poter beneficiare degli errori del compagno di squadra, ma il problema al volante registrato nel primo pit stop ne ha danneggiato ogni ambizione.

Il consumo delle gomme ha poi cristallizzato certe battaglie, con il blistering comparso sull’anteriore destra delle due Mercedes, circostanza che aveva fatto temere per la resistenza in prospettiva gara.

Fuori dai punti, Kvyat, risalito dal fondo, Maldonado, riuscito a portare al traguardo una Lotus che spera in un 2015 migliore. Vergne, 13°, ha concluso al meglio un week-end disastroso per la Toro Rosso, mentre i due messicani Gutierrez e Perez, al 14° e 15° posto, avrebbero potuto sperare di più, soprattutto il pilota della Sauber, partito a ridosso della Top Ten.

Giornata negativa per Daniel Ricciardo, arresosi alla rottura della sospensione anteriore sinistra al 47° giro, interrompendo una straordinaria fascia di risultati utili.

Fra 15 giorni nel Golfo Arabico si correrà l’ultima gara e potrà succedere di tutto. La lotteria del doppio punteggio favorisce ancora Hamilton, che sembra più maturo rispetto ai precedenti rush finali. Ma anche Rosberg sembra aver imparato la lezioni di Austin, per essere campioni ci vuole carattere (oltre che saper guidare).

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.