Renzi rilancia: “Via gli scontrini fiscali, meglio la tracciabilità elettronica”. Irregolari in oltre la metà dei negozi

Secondo un’indagine dell’Adnkronos, con la collaborazione di diverse associazioni di categoria e dei consumatori sul territorio, in Italia il 55% degli esercizi non fa scontrini o li fa irregolari

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Roma – Avranno vita breve gli scontrini fiscali. Il ‘premier’ (tra virgolette perché nel nostro ordinamento non esiste la figura del primo ministro, è solo una semplificazione giornalistica, ndr) Matteo Renzi è tornato a indicare uno degli obiettivi della delega fiscale. “Cambiamo l’Agenzia delle Entrate, che smette di essere un gufo o un avvoltoio appollaiato sulla spalla e diventa il consulente di una azienda o di una persona“, ha affermato alla presentazione dei 100 digital champions locali. Poi ha spiegato che “andiamo nella logica di eliminare gli scontrini con la tracciabilità, così non c’è più la logica della Agenzia delle Entrate fuori dal negozio che ti pizzica ma c’è un nuovo rapporto tra cittadino e Agenzia“.

La svolta pianificata dal Governo arriva anche alla luce dei dati sempre più eloquenti sulla mancata emissione di scontrini e ricevute fiscali: in media, secondo quando emerge da un’indagine dell’Adnkronos effettuata con la collaborazione di diverse associazioni di categoria e dei consumatori sul territorio, in Italia più di un negozio su due (il 55%) non fa scontrini o ricevute fiscali ovvero ne emette “versioni” irregolari.

Il fenomeno ha raggiunto punte prossime all’evasione totale a Napoli (83%), mentre Genova si conferma la città a più alto tasso di lealtà fiscale, con ‘solo’ il 18% di irregolarità. Intorno alla media Roma, Milano e Palermo, con percentuali che oscillano fra il 45% e il 50%.

In un mese di monitoraggio, dal 15 settembre al 15 ottobre 2014, è stata tratteggiata la geografia dell’evasione fiscale quotidiana, quella che nasce da piccoli importi, ma che accumula cifre consistenti su tutto il territorio nazionale. Dai conti della pizzeria appuntanti sul bordo di una tovaglia di carta, al classico cornetto e cappuccino pagato direttamente al bancone del bar. Fino ai macellai, ai fruttivendoli e agli alimentari che tengono spento il registratore di cassa, sono molti gli esempi di una casistica ampia.

Tuttavia, occorre tenere presente che il peso della fiscalità in Italia è ossessivo, soffocante, e spesso il cittadino tocca con mano la dilapidazione del denaro pubblico, reagendo con la piccola evasione fiscale che si somma e monta cifre di grande rilievo.

(Credit: Adnkronos)