Steve McQueen la vittima più famosa dell’asbestosi

Il cuore dell’attore americano non resse al disperato tentativo di salvataggio con una operazione chirurgica ai polmoni in Messico. Le cause non furono mai individuate con certezza: servizio militare o frequentazioni nel mondo delle corse?

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Roma – Steve McQueen è stato uno dei più celebri attori tra gli anni Sessanta e Settanta. Morì a soli 50 anni a causa non di alcool o droga, con cui peraltro aveva qualche consuetudine, ma un mesotelioma pelurico, ossia un tumore alla pleura associato all’esposizione all’amianto.

Probabilmente era stato contaminato durante il servizio nei Marines, tra il 1947 e il 1950. Sembra che avesse partecipato alle operazioni di smantellamento di soffitti delle navi rivestiti d’asbesto, di cui allora non erano noti i pericoli nell’inalazione delle fibre disperse.

Tuttavia, le cause dell’esposizione non furono con certezza individuate, perché McQueen era appassionato di corse automobilistiche e non si è mai potuto escludere che l’inalazione delle fibre di amianto non fosse avvenuta nei reparti corse che viveva con passione infinita, dove però si faceva un uso intensivo di amianto nelle tute ignifughe, in parti delle automobili (si pensi ai ferodi dei freni), nelle tubazioni termiche, nei rivestimenti dei vani motore. 

Nel 1979, quando gli fu diagnosticata la malattia, era già in fase molto avanzata, ma McQueen non si arrese e decise un disperato tentativo di salvarsi, facendosi operare allo stomaco in Messico, in una clinica privata. Il suo cuore però non resistette a due infarti consecutivi e morì nel pomeriggio del 7 novembre 1980.

Dopo la cremazione, le sue ceneri furono disperse nell’Oceano Pacifico. 

(Fonte: Adnkronos)