“Comportamenti troppo occidentali”, ragazza marocchina massacrata dai familiari a Forlì. È l’integrazione che vogliamo?

La giovane quindicenne ha subito l’aggressione per una passeggiata in un centro commerciale con un amico. Fratelli e padre della ragazza denunciati per maltrattamenti e lesioni gravi, ma gli inquirenti valutano l’ipotesi di reato di sequestro di persona. La minorenne trasferita in una struttura protetta: ha raccontato di essere già stata picchiata per i cattivi risultati scolastici (soffre di dislessia). Nessuno sapeva?

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Forlì – Una ragazza marocchina di 15 anni è stata presa a pugni dai due fratelli di 17 e 23 anni e dal padre, un operaio di 50, con l’intento di punirla per aver fatto passeggiata in un centro commerciale locale con un amico, prima di andare al doposcuola. È accaduto a Forlì. La ragazza è stata salvata grazie all’intervento degli agenti della Squadra Mobile della Questura, il 17 novembre scorso. 

Nel centro commerciale la giovane è stata vista da un amico dei fratelli, che ha provveduto a fotografarla (investigazione islamica…). Il giovane ha poi inviato la foto a uno dei fratelli della ragazza, che al rientro in casa ha subito le botte di fratelli e genitore, per punirla per aver condotto un comportamento occidentale. 

La mattina successiva, la ragazza è riuscita a rifugiarsi in bagno e, intorno alle 8.30, a chiamare il 113, richiedendo l’intervento della polizia, che giunta sul posto ha provveduto a soccorrerla e a portarla via. Tenuta sotto osservazione per una notte in ospedale, la ragazzina ha riportato una tumefazione oculare, ferite alle labbra, traumi al viso, lesioni a una spalla, a un fianco e un anche un trauma cranico. 

I due fratelli e il padre sono stati denunciati per maltrattamenti e lesioni gravi, anche se gli inquirenti stanno valutando l’ipotesi di reato di sequestro di persona. La ragazza è stata trasferita in una struttura protetta, lontana dalla famiglia che aveva già deciso di riportarla in Marocco per impedirle di vivere in modo libero. 

Arrivata in Italia quando aveva 6 anni, la ragazza ha raccontato di essere già stata destinataria di violenza da parte dei maschi di casa, che le hanno impedito di uscire con i coetanei e, di fatto, di integrarsi socialmente nella città. Tra i motivi delle violenze anche i cattivi risultati a scuola della ragazza, che è affetta da dislessia e che per questo avrebbe avuto bisogno di aiuto e non di punizioni.

Questo è l’ennesimo episodio di violenza che ha per protagonista una donna proveniente da Paesi islamici, dove larghi strati della società intendono imporre un modo di vivere oscurantista e fondato sull’ossessivo controllo e sulla violenza sulle donne. Tuttavia, non si odono spesso le giuste grida di protesta contro questo tipo di atti violenti, dei veri e propri pre-femminicidi, cui tutti ci dobbiamo opporre. 

Il fatto avviene in prossimità delle elezioni amministrative per il rinnovo dell’assemblea regionale dell’Emilia Romagna, dove la sinistra ha da sempre imposto una tolleranza verso chi non è tollerante, un’apertura verso chi intende chiudere i canali di integrazione, in definitiva ad aprire le porte a un colonialismo culturale fondato sulla superiorità di genere imposta con modi violenti

Domenica quindi gli emiliani sono anche chiamati a chiedersi se questo è il modello di integrazione che vogliono per la loro regione e, in una prospettiva più ampia, se questo è quel che vogliamo per tutta Italia.

Il fatto poi che tre imbecilli picchino una ragazza dislessica, per i cattivi risultati ottenuti a scuola, chiama in causa responsabilità più ampie delle agenzie educative preposte: nessuno aveva visto, nessuno aveva visto, nessuno aveva sentito prima?

(Credit: Adnkronos)