Rosberg, undicesima pole ad Abu Dhabi! Hamilton nervoso, le due Williams subito dietro. Ferrari: meno male che è finita

Qualifiche con errori decisivi: Rosberg sbaglia in Q2, ma tiene botta (e non Bottas), ma Hamilton fa un errrorone decisivo in Q3, lasciando la pole al compagno di squadra, che gli deve arrivare davanti. In gara decisiva la lucidità mentale. Räikkönen e Alonso in quinta fila, con un distacco da planner settimanale…

20141122-f1-ev19-quali-aa-655x436



Yas Marina – Nico Rosberg “pareggia” il conto dei “set” di quest’ultima partita del campionato mondiale di F1, il Gran Premio di Abu Dhabi, che domani lo vedrà partire al palo per l’undicesima volta quest’anno. Alle spalle dell’inseguitore la lepre, Lewis Hamilton, in evidente crisi nervosa, che ha vanificato il tentativo di installarsi in pole per un errore nel primo tentativo, dopo aver dominato le prime due eliminatorie.

In seconda fila le due Williams di Bottas e Massa, poi le due Red Bull di Ricciardo e Vettel. Kvyat, settimo tempo, precede Button (probabilmente all’ultimo gran premio di F1 della sua lunga carriera durata 15 anni). Quinta fila tutta rossa (di vergogna) per Räikkönen e Alonso (con distacchi da planner settimanale).

Nella prima eliminatoria, Hamilton realizzava la migliore prestazione (1’41’’207), davanti a Rosberg (+0’’101), Massa (+0’’268), Kagnussen, Button, Ricciardo, Kvyat, Bottas, Vergne e Räikkönen, ultimo della momentanea Top Ten. Hülkenberg, con l’11° tempo, precedeva Alonso, Vettel, Perez e Sutil, che a bandiera a scacchi abbassata riusciva a risalire al 15° posto e a transitare in Q2, così come Massa, che si installava al terzo posto. Eliminati in cinque (visto il rientro della Caterham): Grosjean, Gutierrez, Maldonado, Kobayashi e Stevens. Maldonado comunque partirà ultimo, a causa della penalità di 20 posizioni sulla griglia scattata per le sostituzioni di particolari sul motore termico (turbo) e sulla MGU della parte elettrica della power unit Renault montati sulla sua Lotus. Le 15 posizioni residue di penalità verranno conteggiate in termini di tempo aggiunto a quello realizzato in gara e con una penalità supplementare (Stop&Go) durante il gran premio.

In Q2, Hamilton affondava il colpo, con il miglior tempo di 1’40’’920, ma Rosberg commetteva un errore nel primo run alla staccata della curva 8, andando largo anche alla successiva, e veniva scavalcato dalle due Williams di Massa (+0’’224) e Bottas (+0’’456). Quarto tempo per Ricciardo, seguito da Button (con un problema di rifornimento dopo il primo tentativo), Alonso, Kvyat, Vettel e Räikkönen, che riusciva a passare il taglio a sessione conclusa, resistendo anche alla risalita del pilota russo della Toro Rosso (balzato all’8à) posto. Kvyat eliminava Magnussen, così come Räikkönen aveva eliminato Vergne. Perez, 13°, precedeva il compagno di squadra Hülkenberg e Sutil, che 15° partiva e 15° restava.

Nonostante gli errori, Lewis Hamilton può vincere con agio il secondo titolo, dopo quello strappato a Felipe Massa nel 2008. Occorre però una dose di training autogeno supplementare, la prevalenza dell’intelligenza sull’irruenza, della lucidità sulla foga agonistica, una dose di antidoto cerebrale all’adrenalina.

Di contro, Nico Rosberg ha dalla sua parte il ruolo di inseguitore che ha tutto da guadagnare: deve solo arrivare davanti al compagno/avversario, poi contare sul fatto che Hamilton ceda le sue doti ai suoi difetti.

In questo scenario, si inseriscono le due Williams di Bottas e Massa. Bottas è gestito da Toto Wolff, non dovrebbe dimostrare niente, ma il rischio di una piazzata di Hamilton (nel caso perdesse il titolo) aprirebbe panorami inesplorati e reazioni a catena. Quindi, in teoria dovrebbe agire con la saggezza aggressiva di chi comprende questa chimica nucleare pronta a esplodere (sempre ipoteticamente parlando).

Massa, invece, è una brava persona e non conosce cattiveria, ma ha una quantità industriale di sassolini da togliersi da tutti gli anfratti dell’abbigliamento, underwear (mutande e calze…) compreso. Arrivare davanti ad Hamilton sarebbe una “vendetta” per il titolo sfuggitogli nel 2008 in circostanze che fecero storcere il muso a molti e su cui non vale la pena ritornale.

Tuttavia, questi piloti in fondo sono dei ragazzoni con tutte le turbe annesse e connesse, comprese le reazioni emotive e un ego ipertrofico, senza il quale non si sposterebbe la monoposto dal box al semaforo di uscita dai box.

Un gran premio tutto da vedere. Vinca il migliore (o forse anche il più intelligente).

Ultimo aggiornamento 22/11/2014, ore 15:37:15 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

2014 FORMULA 1 ETIHAD AIRWAYS ABU DHABI GRAND PRIX – Qualifiche (risultato provvisorio)

20141122-f1-ev19-qualifiche-timesheet-neutral

2014 FORMULA 1 ETIHAD AIRWAYS ABU DHABI GRAND PRIX – GRIGLIA DI PARTENZA

20141122-f1-ev19-starting-grid-neutral

2014 FORMULA 1 ETIHAD AIRWAYS ABU DHABI GRAND PRIX – ANALISI TECNICA PIRELLI



2014_F1_EVENT-19_GP-ABU-DHABI

John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.