Le bufale pericolose. La Questura di Roma su Casa Pound: “Non ha impedito l’ingresso dei rom a scuola”

Il caso sollevato dalla denuncia di Arci Solidarietà onlus e della cooperativa Eureka. Blocco Studentesco: “Ricostruzione del tutto priva di fondamento”. La manifestazione di protesta si è svolta venerdì mattina a poche centinaia di metri dal campo nomadi di via Cesare Lombroso

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Roma – Ieri, venerdì 28 novembre, le voci di sdegno ed esecrazione si sono moltiplicate, con gli inevitabili strascichi sui social media, dove i filtri della buona educazione spesso saltano in proporzione alla supposta indignazione. Oggetto: la manifestazione estemporanea di Casa Pound, i cui militanti avrebbero impedito a bambini nomadi che vivono a Roma, nel campo di via Cesare Lombroso, di recarsi a scuola con un sit-in di protesta.

Arci Solidarietà onlus e la Cooperativa Eureka hanno denunciato l’accaduto. Come riporta ‘la Repubblica’ di ieri, esponenti di Eureka – una cooperativa “che lavora sul territorio anche con progetti di scolarizzazione dei bambini nomadi” – “Hanno impedito [i membri di Casa Pound, ndr] a tutte le persone nel campo di uscire creando anche una situazione di panico e paura. Si tratta di un campo dove vivono circa duecento persone e che esiste da oltre trent’anni con cui siamo al lavoro con diversi progetti di inclusione. Con il gesto di queste persone è stato impedito a circa 90 bambini di scuole elementari e medie di andare a scuola. Si tratta di un fatto di una gravità inaudita“.

Non è dato sapere però se tra i progetti di inclusione vi sia anche qualche attività sportiva, come il lancio del peso. E siccome la crisi incombe, potrebbe anche darsi che i pesi regolamentari siano stati sostituiti da più abbordabili pietre. Del resto, l’importante è fare movimento, attività sportiva, sbagliato sottilizzare sugli strumenti.

Naturalmente non c’è niente da ridere. Se davvero a bambini fosse stato impedito di andare a scuola – a prescindere dall’etnia – sarebbe stato un fatto gravissimoInvece non è stato così.

La smentita delle tesi di Arci Solidarietà onlus e Cooperativa Eureka è arrivata da una fonte autorevole: la Questura di Roma. In una nota infatti si legge che “il sit in non ha creato pericolo o intralcio al traffico cittadino né tanto meno ha impedito agli studenti di accedere all’interno delle aule. Anche le attività all’interno del campo nomadi sono proseguite regolarmente e non risulta che sia stato impedito il passaggio di alcuni bambini rom che stavano andando a scuola“.

I circa 200 studenti si sono radunati in un sit-in spontaneo, senza alcun preavviso, a poche centinaia di metri dal campo nomadi di via Cesare Lombroso. Una manifestazione di protesta contro “le presunte aggressioni e violenze da parte dei nomadi ai danni delle scuole e degli studenti“, spiegano dalla Questura capitolina. Pare che – notizia non smentita – i ragazzi riunitisi sotto le bandiere tricolori (Oh Signore…) intendessero “rispondere con forza alle provocazioni di alcuni esponenti di etnia rom, che nei giorni scorsi avevano lanciato dei sassi all’indirizzo di alcuni studenti italiani che frequentano gli istituti del quartiere“, ha affermato Fabio Di Martino, responsabile nazionale di “Blocco Studentesco”, l’organizzazione giovanile di Casa Pound. La protesta è comunque “terminata intorno alle ore 9, dopo l’accensione di alcuni fumogeni e lo srotolamento di diverse bandiere con il tricolore“, spiega ancora la Questura di Roma, che starebbe accertando l’identità delle persone partecipanti all’estemporanea iniziativa (a che pro non si sa, visto che non sono stati commessi attivi contro la legge? Misteri…).

Di Martino peraltro aveva già spiegato che non fosse “stato impedito a nessuno di uscire dal campo nomadi di via Cesare Lombroso” e che la “ricostruzione fornita dalla cooperativa Eureka di quanto accaduto alla manifestazione del Blocco Studentesco davanti agli istituti Tacito e Domizia Lucilla, a Roma” fosse “del tutto priva di fondamento“, ma il comunicato della Questura di Roma mette la parola fine a una polemica nata su una denuncia infondata.

Occorre però dare conto del figurone cialtronesco fatto da alcuni esponenti politici di sinistra, tra cui il vicesindaco di Roma Luigi Nieri, l’assessore alla scuola Alessandra Cattoi, la deputata del PD Maria Coscia e l’onnipresente Nichi Vendola, che lascia su Twitter la traccia delle affermazioni discutibili che propaga all’orbe terracqueo.

Nieri non c’è andato leggero: “impedire ai bambini del campo di via Cesare Lombroso di entrare a scuola è un gesto vergognoso e grave che respingiamo con forza. Un atto di razzismo che va contro ogni principio democratico e che vuole impedire ogni percorso di integrazione e accoglienza. Qualcuno – ha sottolineato il vice di Marino al Campidoglio – sta cercando di alimentare tensioni e paure nella nostra città, e non solo, con l’obiettivo di strumentalizzare la sofferenza e il disagio causati da una crisi durissima“. Infatti: secondo la Questura di Roma, questo qualcuno sarebbe Cooperativa Eureka, che ha diffuso notizie infondate.

In scia con le dichiarazioni di Nieri si è posta l’assessore capitolino alla Scuola. “Si tratta di una violazione grave di un diritto sancito dalla Costituzione che, come tale, va rispettato e garantito. Ma anche di un gesto vile nei confronti di minori fragili che dovrebbero essere protetti e tutelati e non trattati con violenza e aggressività“, ha affermato a ‘la Repubblica’, ma dimenticando di citare il lancio di pietre all’indirizzo di studenti italiani da parte di alcuni deficienti (che abitino nel campo nomadi di via Lombroso è del tutto ininfluente). Secondo l’assessore Cattoi, infatti, non si può ipotizzare che chi svolge un “lavoro quotidiano sul territorio” a favore della “scolarizzazione dei rom e per l’inclusione scolastica” possa raccontare una corbelleria pericolosa (sempre secondo quanto diramato dalla Questura di Roma).

Ancora, la deputata del Partito Democratico Maria Coscia ha presentato al ministro dell’Interno Alfano un’interrogazione parlamentare in cui chiede di “fare luce su quanto accaduto e prendere misure urgenti per fare in modo che non si ripetano più gesti di inaudita violenza e in chiara violazione della Carta Costituzionale“, ha affermato la capogruppo del PD in Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, che poi sottolinea come “nessuna critica politica può giustificare un gesto così violento di razzismo e xenofobia nei confronti dei minori, verso i quali devono essere garantite tutele e diritti inalienabili“. Condivisibile, se fosse accaduto. Ma non è accaduto.

Non poteva mancare la presa di posizione di colui che tutto sa, al secolo Nichi Vendola, il quale ha affidato al balcone neo-mediatico di Twitter il proprio sermone e la propria fatwa. “Pogrom stampo neonazista a è frutto avvelenato di anni di sciagurata predicazione razzista. Va fermata questa follia

Andrebbe fermata (democraticamente, s’intende: non concedendo il voto) la cialtroneria di chi si attacca a fatti inesistenti per cavalcare tigri di carta, utili a polemiche pericolose volte a guadagnare qualche voto in più, proveniente da chi ha pregiudizi ideologici verso gli avversari politici. Vendola confida nel fatto che i suoi compagni non sappiano che i Pogrom contro gli ebrei furono lanciati nella Russia zarista di fine XIX Secolo, poi proseguiti sotto i “compagni” comunisti sovietici quasi senza soluzione di continuità.

Bufale pericolose che davvero strumentalizzano temi sociali delicati, che andrebbero trattati con equilibrio e lucidità: quella che non hanno avuto questi esponenti politici.

È possibile che cerchiate nel titolo di qualche articolo sui quotidiani nazionali la spiegazione della Questura capitolina, dubitiamo che possiate trovarla. Forse all’interno degli articoli rinverrete l’accenno alla verità dei fatti, compresa la precisazione della Questura di Roma, ma la verità è stata offesa dalla cialtronesca consuetudine di ribaltarne il senso (e questo detto da chi non ha alcuna vicinanza alle tesi ideologiche di Casa Pound, non negando che alcuni temi sociali – comuni anche alla sinistra, non siano del tutto prive di fondamento. Soprattutto in tempi di crisi, ndr).

(Credit: Adnkronos, Casa Pounditalia.org)