Da gennaio aumenta prezzo carburanti, nonostante il crollo del prezzo del petrolio. Cgia: “+più 2,2 cent di accise”

Il provvedimento in vigore dal 2015. L’effetto finale, se si considera che questo aumento ritocca all’insù la base imponibile Iva, si traduce in un incremento complessivo di 2,2 cent di euro al litro. Giuseppe Bortolussi: “è scattata una clausola di salvaguardia” a causa dell’abolizione dell’Imu sulle abitazioni principali e nonostante il carico fiscale continui ad aumentare sugli immobili. Il tanto decantato calo delle tasse è fuffa…

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Mestre – “Gli aumenti fiscali sui carburanti non danno tregua. Negli ultimi quattro anni gli automobilisti italiani hanno subìto ben nove ritocchi all’insù di accise e Iva. E dal primo gennaio 2015 ne scatterà un altro“. Lo spiega in una nota la Cgia di Mestre precisando che “sarà un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, da adottare entro la fine di quest’anno, a stabilire l’esatta quantificazione in modo da reperire 671 milioni nel 2015 e 17,8 milioni di euro nel 2016“.

La ragione di questo ennesimo ritocco delle accise, rileva la Cgia, “è collegata all’abolizione dell’Imu sulle abitazioni principali, avvenuta nel 2013, la cui copertura è stata solo in parte assicurata dalla maggiore Iva incassata dall’Erario attraverso l’accelerazione dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione e dalla sanatoria ai concessionari dei giochi“.

Per reperire il gettito mancante, sottolinea l’organizzazione guidata da Giuseppe Bortolussi, “è scattata una clausola di salvaguardia: pertanto, secondo una stima della Cgia, a partire dal primo gennaio 2015 aumenteranno le accise sui carburanti per un importo pari a 1,8 centesimi di euro al litro. L’effetto finale, se si considera che questo aumento ritocca all’insù la base imponibile Iva, si traduce in un incremento complessivo di 2,2 centesimi di euro al litro“.

Tutto questo, nonostante il greggio sia sceso sotto i 64 dollari, sottolinea la Cgia, produrrà un ulteriore aumento dei carburanti, un fatto paradossale perché in Italia il prezzo dei carburanti alla pompa rimane ancora molto elevato“. “Ovviamente – si nota – a incidere è il carico fiscale che, sia sulla benzina sia sul gasolio per autotrazione, non ha eguali in Europa. Inoltre, tenuto conto che oltre l’80% delle nostre merci viaggia su gomma non è da escludere che gli aumenti di inizio anno spingeranno all’insù soprattutto i prezzi dei principali beni di consumo, penalizzando le famiglie più in difficoltà“.

Una famiglia, con un auto di media cilindrata (1.400 cc) alimentata a benzina che percorre mediamente 15.000 chilometri all’anno, nel 2015, rileva la Cgia, pagherà al proprio benzinaio 20 euro in più di tasse rispetto al 2014. Se, invece, la comparazione viene eseguita rispetto al 2010, anno che ha preceduto tutta la raffica di aumenti, l’incremento sarà di 249 euro.

Una famiglia con un auto (2.000 cc) alimentata a gasolio che percorre mediamente 25.000 chilometri all’anno, invece, l’anno prossimo pagherà 28 euro in più di tasse. Se, invece, il confronto viene eseguito sul 2010, anno che ha preceduto la serie di aumenti, l’incremento sarà di 387 euro.

Sul tanto declamato abbassamento delle tasse di Renzi & Company? Era uno scherzo…(per gli allocchi che ci hanno creduto…)…

(Adnkronos)