Addio a South Stream. Il Ceo di Gazprom: “progetto chiuso definitivamente”. Bessi: ripensare sfruttamento Adriatico

Alexei Miller ha messo la pietra tombale sul progetto di gasdotto in cui era coinvolta Saipem, che perde 2 miliardi di commessa. Il consigliere regionale del PD ha sostenuto che il tema energetico necessita di un approccio olistico e di una gestione nuova sotto il profilo della partecipazione dei vari portatori di interesse, con uno sguardo all’ambiente e l’altro alle necessità concrete

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Roma –  Pietra tombale sul progetto “South Stream”, dopo lo stop di qualche giorno fa imposto dal presidente russo Vladimir Putin. Sabato, durante una trasmissione televisiva su un canale russo, il potente presidente di Gazprom Aleksej Borisovič Miller ha detto con chiarezza che il progetto di gasdotto è chiuso. Parlando a una televisione russa, Miller ha spiegato che la società non ha alcuna intenzione di riaprire la questione.

“Sì, questa è la decisione finale. South Stream è chiuso definitivamente“, ha affermato con tono inequivocabile, spiegando poi che la “decisione di fermare il progetto è stata dettata dal fatto che è impossibile in principio realizzare un progetto se ci sono ritardi e blocchi. La decisione è stata presa dall’Unione europea“, ha sottolineato. “Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che prevede il divieto del South Stream il 17 aprile scorso“, ha precisato il CEO di Gazprom, che è Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana dal 2010, grazie all’onorificenza conferita motu propriu dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano. 

Il progetto South Stream vedeva la partecipazione dell’Eni, che con la controllata Saipem si sarebbe assicurata una mega commessa da 2,4 miliardi di dollari per la costruzione del primo tratto di tubazioni. Affare che ora è svanito e che impone un adeguamento dei progetti della società.

Sul tema è intervenuto anche il neo-consigliere regionale dell’Emilia Romagna Gianni Bessi (PD), con un articolo su Ravennanotizie.it, quotidiano online della città. Secondo Bessi, lo stop a South Stream “impone un ripensamento dello sfruttamento del gas estratto in Adriatico“.

20141207-gianni-bessi-320x236Per l’esponente del Partito Democratico “il tema energia continua a tenere banco, come è giusto che sia, visto gli effetti che le tensioni internazionali producono sul mercato“. “Mentre l’Europa gioca alle ‘sanzioni’ con la Federazione Russa“, prosegue Bessi, “le continue tensioni internazionali non implicano solo un problema d’approvvigionamento energetico (la dipendenza dell’Unione Europea da un’importazione di energia superiore al 50%) ma comportano un problema per tutto il ‘sistema’ delle aziende made in Italy che operano nell’offshore e nell’esplorazione e che sono coinvolte in importanti progetti strategici come il Gasdotto Tap“, spiega.

Pertanto, “si rende necessario, oggi più che mai, compiere ulteriori progressi. Un ‘piccolo’ contributo sull’utilizzo delle fonti energetiche esistenti e di quelle rinnovabili viene da Ravenna dove è stato firmato il 10 ottobre scorso un documento di intenti fra istituzioni e associazioni delle imprese e dei lavoratori per un nuovo approccio sulle questioni energetiche“, continua l’esponente del PD romagnolo, il quale sottolinea come questo nuovo approccio debba puntare “sia al sostegno delle fonti rinnovabili sia, cosa che rappresenta un passo avanti rispetto ai recenti scenari, alla verifica della possibilità di sfruttamento dei giacimenti di gas in Adriatico, ovviamente nel rispetto degli equilibri ambientali e sociali“.

Sono convinto“, sottolinea Bessi, che “sulla partita dell’energia si giocheranno molte possibilità di ridare respiro all’economia e alla società italiana“, un obiettivo per cui è utile tenere in estrema considerazione “l’esperienza di Ravenna nel settore energetico e industriale“, perché in “questa fase di transizione” c’è spazio per implementare una “sinergia nell’utilizzo di fonti rinnovabili e gas metano“.

Bessi si propone di parlarne direttamente al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, e al ministro per lo sviluppo economico, Federica Guidi, in marzo, in occasione dell’Offshore Mediterranean Conference – OMC, che si terrà proprio a Ravenna.

(Fonte: AGI)