Allarme corruzione, non solo Mafia capitale. Una piccola impresa su tre costretta a pagare tangenti

La corruzione è ormai dilagata anche nel tessuto delle piccole e medie imprese e si è infiltrata anche negli appalti e nelle commesse minori: secondo un’indagine dell’Adnkronos il 34% ammette di aver pagato

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Roma – Non c’è solo Mafia capitale. Non ci sono solo i grandi appalti. Lacorruzione è ormai dilagata anche nel tessuto delle piccole e medie imprese e si è infiltrata anche negliappalti e nelle commesse minori. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Adnkronos: oltre la metà (il 53%) delle pmi interpellate tramite diverse associazioni d’impresa, oltre mille distribuite su tutto il territorio nazionale, ha rifiutato almeno una richiesta di denaro per concludere un affare nel corso dell’ultimo anno; una su tre (34%) ammette di aver pagato una tangente, sotto una qualsiasi forma.

I dati sono in crescita rispetto alla stessa rilevazione effettuata all’inizio di dicembre 2013: le imprese che avevano ricevuto una richiesta di tangente erano il 47%; quelle che effettivamente avevano pagato il 27%. Un incremento che sembra legato alla fase di iniziale risveglio dell’attività, soprattutto quella edilizia, dopo la lunga crisi. L’equazione sembra essere chiara: più appalti, più tangenti.

Nonostante le inchieste e il clamore dei casi di corruzione più gravi che emergono, serpeggia tra i piccoli imprenditori una scarsa fiducia nella possibilità di ristabilire la legalità. Un dato particolarmente significativo è infatti quello che riguarda le mancate denunce: delle imprese che hanno ricevuto richieste di denaro, solo il 12% si è rivolta alle forze dell’o rdine.

Chiara, dunque, la rassegnazione degli imprenditori di fronte a quello che viene percepito come un ‘sistema consolidato’: il 75% delle imprese interpellate pensano che le propriepossibilità di chiudere affari sia influenzata da tangenti pagate da altri.

Non si tratta solo delle tradizionali ‘bustarelle’. L’amministrazione pubblica che deve concedere permessi o semplicemente aggiudicare una gara può essere ‘comprata’ anche con favori personali: posti di lavoro per figli e nipoti, agevolazioni, ristrutturazioni gratuite di appartamenti privati. Le piccole imprese sono costrette dal ‘sistema’ a mettere in conto un’attività parallela a quella ufficiale, indispensabile per ottenere il timbro giusto o anche, semplicemente, per accedere a una commessa.

In sostanza, la necessità di oliare i meccanismi che possono assicurare un contratto viene considerata come una voce di costo impossibile da comprimere nel bilancio aziendale. E le prospettive per il futuro sembrano pessime. Il 43% delle pmi che non esclude di dover ricorrere a una tangente nel prossimo futuro dichiara infatti che pur di incrementare il volume degli affari è disponibile a pagare un prezzo.

(Adnkronos)