La trasparenza immaginaria del “Signore della Legalità”: Rosario Crocetta

Il “Signore del Triscele” ha abolito l’ufficio stampa della Regione e viola – insieme alla sua corte – la Legge sulla trasparenza. Ordine dei Giornalisti e Assostampa ribadiscono l’incresciosa situazione per l’ennesima volta. Un velo di opacità spacciato per spending review

crocetta


Palermo – “In un’isola magica in mezzo al Mar Mediterraneo, regna un Monarca della Legalità. Si chiama Rosario Crocetta e viene da Gela, di cui è stato Marchese incontrastato, novello podestà innovatore. Il suo verbo è costituito da due termini fondamentali: anti-mafia parolaia e trasparenza finta”.

Potrebbe iniziare così la narrazione di una favola che illustrasse le gesta eroiche e l’indole battagliera del presidente della Sicilia, regione in testa ai tutti gli indici della vivibilità (per finta, ovviamente), a dispetto di una straordinaria ricchezza materiale e immateriale, confinata nell’ambito rabbioso delle potenzialità inespresse. Colpa di Crocetta? Naturalmente no, non solo. 

Il presidente/monarca – novello “Signore degli Anelli” di tolkeniana memoria – però ha una responsabilità, quella di avere concetto originalissimo di trasparenza: uno dei suoi primi atti amministrativi, subito dopo l’elezione (da parte di meno del 18 per cento dei siciliani – ricordarlo non è male – per effetto della alluvionale astensione), è stato licenziare l’ufficio stampa della Regione, che lavorava per tutte le branche dell’amministrazione regionale.

Due giorni fa l’Ordine dei Giornalisti e l’Assostampa della Sicilia lo hanno ricordato – per l’ennesima volta – agli smemorati della Trinacria Felix. “Da due anni, da quando cioè il governatore ha licenziato in tronco 21 giornalisti, la Regione Siciliana è l’unica regione in Italia priva di un ufficio stampa“, hanno denunciato.

Tradotto in modo che nessuno possa scambiare fischi per lanterne (o lucciole per fiaschi…), questo significa che da due anni il presidente “Crocetta viola impunemente e con arroganza la legge 150 che impone alle pubbliche amministrazioni di comunicare la propria attività ai cittadini mediante giornalisti iscritti all’Ordine“.

Dall’incursione delle truppe del Signore del Triscele, Sovrano della Trasparenza, Duca di Tusa e Marchese di Gela, ai siciliani vengono ogni giorno “propinate informazioni e comunicati provenienti direttamente dal governatore e dai suoi assessori“, i quali svolgono attività che in qualunque altro contesto sarebbe loro vietata e sanzionata: esercizio abusivo della professione giornalistica. Peraltro – sia detto per inciso – non ne beneficiano affatto sintassi, ortografia e grammatica. Amen.

Il danno per i giornalisti iscritti all’Ordine è enorme (e per i licenziati in tronco pure peggio), ma vi è un danno superiore: quello dei “siciliani che non possono ricevere, come invece prevede la Costituzione, una corretta informazione“, sottolineano Ordine e Assostampa, che poi evidenziano come il discrimine, soprattutto morale, in questo comportamento incredibilmente impunito di Crocetta e della sua corte è tra una “amministrazione trasparente e una che, invece, in disprezzo di norme e leggi, comunica soltanto ciò che le è utile, a tutto discapito dei cittadini“.

Dal che si desume in modo quasi inequivocabile che Sua Maestà il Re della Legalità ha della stessa un concetto originalissimo e personale, tra il Marchese del Grillo e Maria Antonietta d’Austria maritata in Francia: “mangino brioche, perché io so io e voi non siete un…“.

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