All’Accademia dei Lincei Napolitano ammonisce: “In Italia c’è rischio di focolai di violenza eversiva”

Il capo dello Stato tuona anche – en passant – sull’inchiesta Mafia Capitale: “Colpire infiltrazioni criminali e pratiche corruttive nella vita politica e amministrativa”. Ma la critica aspra è all’antipolitica, che definisce “patologia eversiva”. La replica di Grillo, ironica ma amara: “Stia attento o lo denunciamo per vilipendio a M5S”

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Roma – Duro attacco del capo dello Stato Giorgio Napolitano contro la corruzione in politica ma anche contro la critica ai partiti che degenera in antipolitica. E un monito sul possibile “rischio nel nostro Paese di focolai di violenza destabilizzante, eversiva”. Intorno a questi temi ruota l’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a una iniziativa dell’Accademia dei Lincei su ‘Crisi di valori da superare e speranze da coltivare per l’Italia e l’Europa di domani’

“Non deve mai apparire dubbia la volontà di prevenire e colpire infiltrazioni criminali e pratiche corruttive nella vita politica e amministrativa che si riproducono attraverso i più diversi canali come in questo momento è emerso dai clamorosi accertamenti della magistratura nella stessa capitale”, ha sottolineato a proposito dell’inchiesta romana.

Il discorso completo del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

Napolitano attacca poi duramente l’antipolitica. “La critica della politica e dei partiti, preziosa e feconda nel suo rigore, purché non priva di obiettività, senso della misura, capacità di distinguere ed esprimere giudizi differenziati, è degenerata in antipolitica cioè, lo ripeto in patologia eversiva. E urgente si è fatta la necessità di reagirvi, denunciandone le faziosità, i luoghi comuni, le distorsioni”, ha sottolineato il capo dello Stato. E’ necessaria, ha rimarcato, “una larga mobilitazione collettiva” per “demistificare e mettere in crisi le posizioni distruttive ed eversive dell’antipolitica”, insieme alla riforma delle istituzioni. Uno sforzo che “deve coinvolgere tutte le componenti dello schieramento politico, perché valori come quelli del rispetto delle istituzioni, della valorizzazione del merito e della cultura, della consapevolezza del bene comune, rappresentano il sostrato e la garanzia di una fruttuosa convivenza politica”.

Combattere l’antipolitica, dunque, e aumentare l’impegno “su scala ben più ampia non solo nelle riforme istituzionali e politiche necessarie, ma anche in un’azione volta a riavvicinare i giovani alla politica valorizzando di questa, storicamente, i periodi migliori, più trasparenti e più creativi“. “Un tale impegno – ha proseguito – volto a rovesciare la tendenza alla negazione del valore della politica, e anche del ruolo insostituibile dei partiti, richiede l’apporto finora largamente mancato della cultura, dell’informazione, della scuola”.

Bisogna poi difendere le istituzioni comunitarie dall’antieuropeismo. “Gli ingredienti dell’antipolitica in ciascuno dei nostri Paesi – ha osservato – si sono confusi con gli ingredienti dell’antieuropeismo”. “A ciò hanno certamente contribuito miopie e ritardi delle istituzioni comunitarie insieme a calcoli opportunistici degli Stati membri”, ha detto Napolitano.

Napolitano insiste poi sul recupero di valori e moralità. “Perché la moralità di chi fa politica – ha spiegato – poggia sull’adesione profonda, non superficiale, ha valori e fini alla cui affermazione concorrere col pensiero e con l’azione. Altrimenti, l’esercizio di funzioni politiche può franare nella routine burocratica, nel carrierismo personale, nella ricerca di soluzioni spicciole per i problemi della comunità, se non nella più miserevole compravendita di favori, nella scia di veri e propri circoli di torbido affarismo e sistematica corruzione”.

Infine il monito del capo dello Stato: “Esiste un rischio nel nostro Paese di focolai di violenza destabilizzante, eversiva, che non posiamo sottovalutare” e che non si possono ricondurre soltanto alla crisi e al malessere sociale. Esistono, ha sottolineato il capo dello Stato, “magari al di fuori di ogni etichettatura di sinistra o di destra, gruppi politici o movimenti poco propensi a comportamenti pienamente pacifici, nel perseguire confuse ipotesi di lotta per una ‘società altra’ o per una ‘alternativa di sistema’. Virus di questo genere circolano ancora in certi spezzoni di sinistra estremista o pseudo rivoluzionaria, e concorrono ad alimentare la degenerazione del ricorso alla violenza, mascherato da qualsiasi fuorviante motivazione”. Un rischio, insomma, di focolai di violenza “destabilizzante, eversiva, che non possiamo sottovalutare, evitando allo stesso tempo l’errore di assimilare a quel rischio tutte le pulsioni di malessere sociale, di senso dell’ingiustizia, di rivolta morale, di ansia di cambiamento con cui le forze politiche e di governo in Italia devono fare i conti”.

Il testo del discorso del presidente della Repubblica all’Accademia dei Lincei

La replica di Grillo – “Napolitano stia attento o lo denunciamo per vilipendio a M5S”, ha detto Beppe Grillo, commentando con sarcasmo amaro le parole di Napolitano.

(Adnkronos)