Saldo negativo delle partite iva in ottobre. La crisi rallenta ricambio, specie al Nord. Flessione ditte individuali

A fronte dell’apertura di 44.585 nuove parite iva, la flessione rispetto al 2013 è del 2,1%. Il calo riguarda per il 40,8% il Nord, per il 22,9% il Centro e per il 36,2% il Sud e le Isole. Aumentano le società di capitali, sia per le forme semplificate di recente introdotte che per la tendenza a separare patrimonio personale e patrimonio strumentale all’impresa

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Roma – Flessione del numero di partite a ottobre, come segnala il ministero del Tesoro. Rispetto al mese di ottobre 2013, in Italia si sono aperte meno posizioni iva, con una flessione del 2,1 per cento, con ben 44.585 aperture. Rispetto alla natura giuridica dell’impresa, del totale delle nuove aperture di partita Iva il 71,3 per cento è costituito da persone fisiche (ditte individuali), il 22,3 per cento società di capitali, il 5,6 per cento società di persone.

Delle partite iva aperte da persone fisiche, il 63,7 per cento è di genere maschile e il 36,3 per cento femminile; mentre il 49,4 per cento è stata aperta da giovani fino a 35 anni ed il 33,8% da soggetti di età compresa nella fascia dai 36 ai 50 anni. Rispetto al mese di ottobre del 2013, tuttavia tutte le classi di età registrano un decremento in termini assoluti. Il 16,8 per cento è ripartito tra “non residenti” e “altre forme giuridiche”, che rappresentano complessivamente quasi l’1% delle nuove aperture.

Sempre rispetto allo stesso mese dello scorso anno, si osserva un aumento di avviamenti per le sole società di capitali, forma giuridica che registra un incremento del 5,2 per cento, mentre le altre forme giuridiche subiscono l’aggressione della crisi e un decremento: del 3,7 per cento per le persone fisiche e dell’8,4 per cento per le società di persone. 

La tendenza all’aumento di nuove aperture di partita Iva da parte di società di capitale può dipendere dalla recente normativa civilistica, che facilita la costituzione di società a responsabilità limitata semplificate. Ma un altro motivo potrebbe riguardare la spinta a separare i patrimoni personali da quelli aziendali, per tamponare eventuali rovesci della crisi. 

per quanto riguarda la ripartizione territoriale delle aperture di nuove partite iva, il 40,8 per cento si è registrato al Nord, il 22,9 per cento al Centro e il 36,2 per cento al Sud e nelle Isole. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente mostra gli incrementi maggiori in Umbria, Puglia e Campania (tra il 5 e il 6 per cento), e le flessioni più consistenti in Valle d’Aosta (-20 per cento), Liguria (-16,2 per cento) e Molise (-15 per cento).

In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio continua a registrare il maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 26,5 per cento del totale, seguito dalle attività professionali con il 12,2 per cento e dall’edilizia ed alloggio/ristorazione, entrambe con il 9,1 per cento. Rispetto al mese di ottobre 2013, tra i settori principali si osservano incrementi relativi a sanità (+7,7 per cento), servizi alle imprese (+7 per cento) e istruzione (+4,5 per cento). Un calo di nuove aperture di partite Iva si nota, invece, nel settore delle attività finanziarie ed assicurative (-12,6 per cento), delle attività artistiche (-11,6 per cento) e dell’agricoltura (- 9,8 per cento).

(Adnkronos)