Matteo Renzi all’Assemblea Nazionale del PD: il partito “non starà fermo per i diktat della minoranza”

Il presidente del consiglio, nelle vesti di segretario del Partito Democratico: “Eravamo quelli che non vincevano, ora siamo i più votati in Ue”. Sui tempi: “Segretario cambia nel 2017 e premier nel 2018”. All’assemblea assenti D’Alema e Bersani con la schiena bloccata. Pippo Civati minaccia la scissione. Renzi attacca i magistrati: “Parlino più con le sentenze che con le interviste”. La replica di Sabelli (Anm) all’Adnkronos: “Parliamo per avere leggi migliori” [video dell’intervento di Renzi]

20141214-renzi-ass-naz-pd


Roma – “Questo partito non starà fermo per i diktat della minoranza. Faremo tutti gli sforzi per trovare gli equilibri, ma non staremo fermi nella palude per guardare il nostro ombelico”. Dal palco dell’assemblea del Pd Matteo Renzi sfida la minoranza Dem. “Non c’è bisogno di lanciare segnali con un voto in Parlamento, perché si sta in Parlamento per cambiare le cose. Se si vuole lanciare segnali si fa il semaforo, non il parlamentare”, ha aggiunto il premier che aveva in apertura già chiesto “lealtà al partito”. A tenere banco alla vigilia, infatti, sono state le tensioni interne al partito tra maggioranza e minoranza, con le minacce di scissione di Pippo Civati e i voti sulle riforme alla Camera carichi strascichi polemici. Presenti vari esponenti della minoranza, da Stefano Fassina a Alfredo D’Attorre. Assenti, però, Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani, bloccato a casa per un fastidioso mal di schiena.

L’attacco ai magistrati – “Ai magistrati che commentano le leggi che stiamo facendo dico che i magistrati devono parlare con le sentenze e non con le interviste e la politica che guarda in faccia le cose dice, ben vengano le sentenze e i processi si facciano velocemente. Noi siamo quelli che sull’onestà non hanno nulla di cui aver paura”.

La replica dell’Anm – “I magistrati fanno la loro parte con il lavoro quotidiano, ma la magistratura associata non può rinunciare a fornire il proprio contributo che viene dall’esperienza qualificata di chi si confronta con il lavoro giudiziario nei tribunali italiani” dice Rodolfo Sabelli, presidente dell’Anm, interpellato dall’Adnkronos. “I nostri interventi -rivendica Sabelli- vanno considerati uno stimolo e una collaborazione perché dall’applicazione delle leggi possano derivare i migliori risultati. Chi meglio di chi lavora sul campo può indicare quali siano le reali esigenze legate all’organizzazione del lavoro giudiziario? Quando ad esempio segnaliamo che servono interventi per l’organico dei cancellieri, quando diciamo che occorrono norme adeguate sulla prescrizione, quando sottolineiamo che occorre estendere alla lotta alla corruzione gli strumenti utilizzati nella lotta alla mafia, non facciamo altro che dare indicazioni su quali possano essere sul piano concreto gli strumenti normativi più adeguati, in base all’esperienza che ci deriva dal nostro lavoro quotidiano”.

Il premier: “Basta nostalgie dell’Ulivo” – “Recupereremo 20 anni persi a discutere, la faremo a testa alta, schiena dritta e senza perdere un momento. Perché non è possibile dire tra di noi ‘rallenta’, che ambizione è? Io da piccolo volevo cambiare il mondo non fare la moviola”. Renzi aveva premesso: “Vedo un certo richiamo all’Ulivo molto suggestivo e nostalgico. Ricordo cosa diceva l’Ulivo su bicameralismo e su una legge elettorale in cui sia chiaro chi vince. Non ricordo di come si possa aver perso 20 anni di tempo senza aver realizzato le promesse della campagna elettorale”.

“Al Pd chiedo di cambiare” – “Eravamo il partito che ha ‘non vinto’ in Italia, siamo il partito con il maggior numero voti in Europa”. “Quando combattiamo il gufismo di ritorno non attacchiamo chi mi critica, attacchiamo quelli che vogliono negare all’Italia il proprio ruolo, che raccontano un Paese stropicciato”. “Chiedo al Pd di togliersi la giacchetta di quello che fa l’osservatore di un cantiere, magari masticando un chewing gum, per vestire la giacchetta da protagonista: noi siamo quelli che stanno cambiando l’Italia”.

Renzi e il lavoro. Il Jobs act andrebbe “letto” e discusso “non in modo ideologico” – “Tutti Paesi europei sono intervenuti sul lavoro, ma la Spagna e la Germania hanno diminuito i salari. Quello che stiamo facendo noi è diverso, con gli 80 euro i lavoratori hanno avuto qualche soldo in più, non in meno. E’ la diversità culturale tra la nostra riforma del lavoro e quelle di altri Paesi”, ha detto il premier. Renzi ha sottolineato che gli 80 euro sono un intervento “profondamente di sinistra come nessuno ha mai fatto in passato, mi dimostrino il contrario e chiederò scusa”. “Senza flessibilità le Berlino sarebbero ancora due e la Germania non sarebbe bella come è oggi” ha detto Renzi replicando, senza citarlo, al numero uno della Bundesbank Jens Weidmann.

“Niente sconti a chi è disonesto” – “Chi è disonesto non può camminare con noi – ha detto Renzi accennando alla vicenda di Mafia Capitale -. Dobbiamo essere molto duri: chi sbaglia paga anche nel Pd. Non tutti gli onesti votano Pd ma tutti quelli che stanno con il Pd devono avere l’onestà come punto fondamentale. Niente sconti su questo”.

“Segretario cambia nel 2017 e premier nel 2018” – “Chi vuole cambiare segretario si metta il cuore in pace, ha tempo fino al 2017. Chi vuole cambiare il governo si metta il cuore in pace, cambierà nel 2018. Ma chi vuole cambiare l’Italia venga a darci una mano”.

Renzi su Quirinale – “Parlamento sarà all’altezza del post Napolitano”. “Abbiamo da eleggere un presidente della Repubblica, ma ancora non si sa cosa accadrà ma intanto il presidente della Repubblica c’è e gli mandiamo un saluto, gli siamo grati” ha detto Matteo Renzi all’Assemblea che Pd che ha tributato una standing ovation al capo dello Stato. “Può darsi che questa sia l’ultima Assemblea del Pd con Napolitano, non lo so. So che in queste ore il presidente della Repubblica sta facendo il presidente della Repubblica” e “fino all’ultimo giorno avrà il sostegno dei democratici”. Renzi ha aggiunto: “Io non sono preoccupato, questo Parlamento sarà nelle condizioni di eleggere il capo dello Stato quando sarà il momento. Il fatto che nel 2013 abbia fallito il colpo non significa che oggi non sia stata imparata quella lezione. Non ho dubbi che il Pd andrà a parlare con le altre forze politiche e individueremo un garante delle istituzioni come negli ultimi anni, ma non è il momento per evocare paure e minacce”.

Ncd su ipotesi scissione – “La scissione nel Pd si farà e magari sarà l’occasione per far capire al Paese che noi siamo il vero ago della bilancia” dicono in una nota i senatori del Nuovo centrodestra Antonio Gentile, Guido Viceconte, Giovanni Bilardi, Piero Aiello, Ulisse Di Giacomo. “La governabilità -aggiungono- è un dogma per il Paese, ma non può essere invocata come un alibi”. “Ncd è l’ago della bilancia e noi vogliamo esercitare questa funzione per creare condizioni di crescita reale nel Paese e per portare a termine le riforme. Renzi, Guerini, Lotti devono però capire che l’alleanza deve diventare politica e avere percorsi di reciprocità sin dalla periferia: è l’unica possibilità seria che abbiamo per evitare che l’Italia si perda nel baratro del qualunquismo”.

(Adnkronos)