I Vigili assenteisti a Capodanno a Roma. Madia: pronti gli ispettori. L’inefficienza di sistema la vera vergogna

L’inchiesta interna affidata alla vicecomandante Modafferi. Due questioni incidono sulla vita dei cittadini – considerati come sudditi – di questo Paese: la copertura politica ai raccomandati (che si fan forti del loro micro-potere), l’inesistenza di controlli sistemici sulla lealtà/fedeltà dei burocrati alle leggi

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Roma  – “Quanto è successo il 31 dicembre è un caso anomalo. Le istituzioni hanno il dovere di fare chiarezza, è stato attivato il nostro ispettorato e andremo fino in fondo per accertare le responsabilità e stabilire le sanzioni“, ha dichiarato ieri il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, intervistata dal Tg 1. Il caso dei vigili romani assenti dal lavoro durante la notte di Capodanno ha sconvolto la pubblica opinione di tutta Italia (e probabilmente di tutta Europa). “Grazie a tutti coloro che invece hanno lavorato“, ha aggiunto Madia. Ringraziare? Mah…

Inchiesta interna – “Oggi il comandante del corpo della polizia locale di Roma capitale, Raffaele Clemente, ha conferito l’incarico formale al vicecomandante, Raffaella Modafferi, di procedere con un’indagine interna, da chiudere nel più breve tempo possibile, volta all’acquisizione di ogni utile elemento per quanto riguarda la vicenda delle assenze dal servizio degli agenti della polizia locale di Roma nella notte tra il 31 dicembre 2014 e il 1 gennaio 2015“, ha comunicato il Campidoglio in una nota. “La verifica dovrà quindi accertare, avvalendosi se necessario anche del supporto dei dirigenti delle UU.OO di Gruppo, le reali dinamiche delle assenze e le posizioni soggettive di ogni singolo dipendente, attraverso tutta la documentazione possibile e necessaria – prosegue la nota –  L’indagine ha un duplice obiettivo, portare alla luce la verità e metterla a conoscenza delle autorità interessate: quella giudiziaria (nel caso si ravvisassero reati penali), quella amministrativa (per uso e valutazioni interne) e, infine, quella di garanzia (Garante degli scioperi)“.

La vicenda – Al centro della vicenda l’assenza di 83 “Pizzardoni” su 100 la notte di Capodanno (per la precisione l’83,5 per cento), numeri incompatibili con la realtà, prima ancora che con la statistica. Una vergogna nazionale che ha coperto il corpo della Polizia di Roma Capitale e che ha dato modo di esprimere il proprio stupore all’esercito dei “caduti dal pero” che anima la cronaca politica italiana.

Dopo Renzi e Madia, molte sono state le opinioni disgustate da questo episodio. Si è detto che una massa di vigili urbani siano stati autorizzati alla donazione del sangue, facendo scattare la giornata di riposo successiva. Ma chiunque abbia donato il sangue sa che una persona di buona salute non necessita di riposo prolungato dopo questo atto di profonda civiltà, è sufficiente mangiare una bella fetta di carne (non molto cotta). 

Il vicesindaco di Roma, Luigi Nieri, in una nota non ha lasciato spazio a dubbi interpretativi. “Il dato delle assenze per malattia e altre motivazioni, pari all’83,5%, fatto segnare ieri dagli agenti del corpo di polizia locale di Roma Capitale è talmente rilevante numericamente da essere inequivocabile e inaccettabile. E poteva essere molto grave per la città di Roma. Tanto più perché arriva nel momento in cui, per altri versi, stiamo cercando un terreno comune di confronto, per concludere positivamente la questione sul contratto decentrato“, ha scritto Nieri, evidenziando quale sia il vero terreno di interlocuzione

Considerazioni – Di fronte a questo episodio di Mala Italia, vanno fatte a nostro avviso due considerazioni: una di sistema, l’altra di funzionamento burocratico e amministrativo.

I politici che si indignano per questo scandaloso episodio sono falsi. La pubblica amministrazione italiana è costituita in buona parte da cooptati nel sistema burocratico nazionale attraverso la filiera clientelare, con la copertura di concorsi già decisi preventivamente. Lo si desume dalla spocchia mostrata da molti di costoro, che in altri Paesi occidentali sono dei public servant, a servizio del funzionamento democratico della nazione. 

In Italia, invece, la copertura politica ha trasformato i soggetti della burocrazia statale in sgherri del potere, beneficiati dalla prebenda dello stipendio pubblico sconnesso con l’etica del servizio. Una considerazione che vale per molti, ma non per tutti (ovviamente), ma che rende le persone perbene della burocrazia italiana quasi come nemici-del-sistema-di-potere, di cui la politica è mandante, complice e prima benefattrice in termini di raccolta del consenso. 

Sotto il profilo burocratico, l’assenza di controlli sistemici connota il sistema amministrativo italiano, feroce contro il cittadino, indulgente e complice all’interno. Quindi, meraviglia che questi controlli non vi siano già e che non colpiscano abusi e piccoli regni di potere; non sorveglino l’operato sul campo dei pubblici funzionari (come sono i vigili urbani), che incidono sulla vita della gente e sono chiamati a far rispettare la legge sul territorio.

Da questo punto di vista, l’Italia deve fare grandi passi sia per affrancarsi dal sistema partitocratico, che è la premessa della rete clientelare su cui si regge questo rapporto di potere che incide sulla vita dei “sudditi” di questo Paese

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