Blitz dei reparti speciali a Dammartin-en-Goël e Parigi: neutralizzati tre terroristi. Morti quattro ostaggi

I fratelli Kouachi uccisi dopo la lunga fuga: illeso l’ostaggio a insaputa dei due jihadisti, Michel Catalano, responsabile della tipografia. Irruzione anche nel supermarket kosher, ucciso Amedy Coulibaly, che aveva freddato quattro persone all’inizio dell’azione. Mistero sulla sua compagna, probabilmente fuggita approfittando della confusione

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Parigi – Sono finiti in un bagno di sangue i tre giorni del terrore di Parigi, iniziati con l’assalto a Charlie Hebdo e conclusisi oggi con il doppio blitz, quasi contemporaneo, con cui sono state neutralizzate le minacce di quattro 20150109-fratelli-kouachi-320x210miliziani jihadisti.

La fuga dei fratelli Said e Cherif Kouachi è finita a Dammartin-en-Goël, dove i due erano entrati in una tipografia, asserragliandosi, dopo essere stati inseguiti da centinaia di poliziotti e diverse squadre del RAID e del GIGN, i reparti di assalto della Police Nationale e della Gendarmerie Nationale. 

Anche a Parigi la presa di ostaggi in un supermercato kosher nei pressi di Porte de Vincennes si è concluso con l’assalto delle “teste di cuoio” transalpine, che hanno agito quasi simultaneamente ai colleghi di Dammartin. Il bilancio di questa presa di ostaggi è tragico: cinque morti, tra cui Amedy Coulibaly, l’assassino della poliziotta di ieri a Montrouge,  oltre a quattro persone da quest’ultimo freddate all’inizio dell’azione con cui aveva preso in ostaggio oltre venti persone.

L’intervento dei poliziotti francesi ha salvato la vita a molti ostaggi, tra cui Michel Catalano, di 27 anni, responsabile della tipografia, nascostosi in uno scatolone al primo piano dell’opificio e in contatto con la polizia attraverso un cellulare. Aver taciuto la presenza di Catalano ai media accorsi in massa gli ha salvato la vita. Una lezione che si dovrà 20150109-coulibaly-boumeddieneapprofondire.

A Parigi, invece, è giallo sulla presenza della compagna Amedy Coulibaly, la ventiseienne Hayat Boumeddiene, che potrebbe essere tra le vittime, ma più probabilmente dissoltasi nel nulla nella confusione dell’incursione dei reparti speciali

Amedy Coulibaly ieri, giovedì 8 gennaio, aveva aperto il fuoco e ucciso una donna poliziotto a Montrouge, in un’altra banlieue di Parigi, ferendo un altro poliziotto in modo grave. Nel corso dell’assedio aveva minacciato di uccidere gli ostaggi se la polizia non avesse lasciato andare i killer di Charlie Hebdo. La fuga di Hayat Boumeddiene è uno smacco, in una giornata lunga e difficile per la sicurezza di Parigi.

Ma non mancheranno le polemiche, perché i servizi di intelligence algerini avevano allertato la Francia per un attentato imminente il 6 gennaio scorso, a sole 24 ore dal blitz che ha decapitato la redazione del settimanale satirico parigino.

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La notizia più inquietante è però che i due fratelli Kouachi e Coulibaly appartenevano alla stessa cellula jihadista, Buttes-Chaumont, dal nome del parco parigino del XIX Arrondissement in cui si radunavano i reclutatori jihadisti per la guerra in Iraq.

Secondo fonti britanniche, tutti e tre avevano contatti anche con il fondamentalismo islamico d’oltremanica. Con il passare delle ore sono emerse con più chiarezza i legami tra Cherif Kouachi e Coulibaly, coinvolti entrambi nella progettata evasione di Smain Ait Ali Belkacem, il terrorista algerino condannato all’ergastolo per gli attentati del 1995 alla Rer di Parigi.

I due, come riferito dai media francesi, sarebbero stati avvistati insieme nel 2010 in occasione di una visita nel Cantal a Djamel Beghal, conosciuto come Abu Hamza, un altro esponente dell’Islam radicale, già condannato a 10 anni per aver pianificato un attentato contro l’ambasciata Usa e Parigi e arrestato nuovamente nel 2010 insieme ad altri 13 proprio con l’accusa di aver pianificato l’evasione di Belkacem. Dal carcere di Rennes, lo stesso Beghal ha fatto sapere tramite il suo avvocato di “non avere niente a che vedere” con gli attacchi in corso.

Un’ulteriore conferma dei loro rapporti era arrivata dalla minaccia di Coulibaly di ammazzare gli ostaggi tenuti nel supermercato kosher in caso di assalto delle forze speciali contro i fratelli Kouachi. E per farsi “riconoscere” ha urlato “sapete chi sono”, alludendo all’uccisione della poliziotta, mentre i due fratelli avevano chiarito subito agli agenti – che avevano avviato una trattativa per prendere tempo – il proprio intendimento: “siamo pronti a morire da martiri”.

La tensione è altissima in tutto il Paese e in tutta Europa, sia perché la notte scorsa sono stati registrati atti vandalici contro musulmani ed è stata anche incendiata una moschea, ma soprattutto perché nella rivendicazione di Abu Saad al-Ansari, portavoce dell’Isil (Islamic State of Iraq and Levant) si fa presente che l’azine di Parigi “è un messaggio a tutti i paesi che partecipano alla coalizione (internazionale guidata dagli Usa, ndr) che ha ucciso militanti dello Stato islamico“. Per poi aggiungere che toccherà a Londra, Washington e agli altri Paesi.

Italia compresa.

(Credit: AGI, Reuters) © RIPRODUZIONE RISERVATA