Oltre un milione e mezzo in piazza a Parigi, altri due milioni nel resto della Francia. Europa unita contro terrore

Hollande, “Parigi oggi è la capitale del mondo”. Poi alla Sinagoga: “anche esercito per proteggervi”. Al poliziotto Ahmed Merabet conferita la “Légion d’honneur” ad honorem


Parigi – Più di tre milioni e 700 mila persone hanno partecipato oggi alla Marche Républicaine indetta dal Governo francese contro il terrorismo, a Parigi e in altre città francesi. I dati sono stati resi noti dal ministero dell’Interno francese, che ha spiegato come si sia trattato della più grande mobilitazione mai registrata nel Paese in tempo di pace (che non c’è).

Il ministero ha spiegato che soltanto a Parigi sono state contate più di un milione e mezzo di persone lungo il corteo, ma è praticamente impossibile una stima di tutti quelli che sono rimasti bloccati nelle vie adiacenti. Al di fuori della 20150111-marche-rep-3-320x220capitale francese, i manifestanti sono stati più di due milioni: 300.000 a Lione, 110.000 a Grenoble, 50.000 a Nancy, 45.000 a Metz e Strasburgo. Senza contare che nelle manifestazioni dei giorni scorsi in tutto il Paese si erano registrate un milione e 400 mila presenze.

Dai tempi della Liberazione è stata la folla di persone più corposa registrata a Parigi, più affollata di quella radunatasi nel 1998 per celebrare la vittoria ai Mondiali di calcio, quando più di un milione e mezzo di persone affollarono gli Champs Elysees. Lo scorso 12 ottobre la mobilitazione nazionale contro la riforma delle pensioni del governo Fillon aveva portato in piazza tre milioni e mezzo di persone secondo gli organizzatori, un milione e 200 mila secondo la polizia. 

“Parigi è, oggi, la capitale del mondo”. Lo ha detto il presidente francese, Francois Holande. “L’intero paese si si solleverà (contro i terroristi, ndr)”, ha aggiunto Hollande parlando ai ministri. 

Più tardi, nel corso dell’incontro con la comunità ebraica alla Sinagoga di Parigi, il presidente Hollande ha affermato che il governo francese è pronto a impiegare l’Armée de Terre per proteggere sinagoghe e scuole ebraiche. 

“Proviamo rabbia e tristezza ma abbiamo chiesto misure urgenti”, ha detto Roger Cukierman, presidente del CRIF (Conseil représentatif des institutions juives de France). “Ci è stato detto – ha aggiunto – che scuole e sinagoghe saranno protette dalle forze di sicurezza, fino a un impegno dei militari”.

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La Francia è il paese europeo con il più ampio numero di ebrei, circa 550.000. Con un tempismo apparentemente inopportuno ieri era stato Benjamin Netanyahu a esortare nuovamente gli ebrei francesi a lasciare il Paese e a trasferirsi “in Israele, la vostra casa”. Lo stesso controverso messaggio – in cui seppur non espressa c’e’ l’accusa al governo di Parigi di non saper difendere i suo cittadini – Netanyahu lo aveva dato nel 2012 dopo la strage di Tolosa, quando un uomo di origine marocchine, Mohammed Merah, uccise prima tre soldati tra Montabaun e Tolosa, poi quattro persone di religione ebraica nella scuola talmudica della città, tra cui due bambini di tre e sei anni. “A tutti gli ebrei di Francia, a tutti gli ebrei d’Europa, voglio dirvi che Israele non è solo il luogo verso cui vi rivolgete quando pregate….lo Stato di Israele è la vostra casa”, aveva detto Netanyahu in un discorso alla tv.

Ma la giornata della Marche Républicaine è stata caratterizzata anche da un momento estremamente toccante, quando –20150111-Ahmed Merabet-320x220 subito dopo la manifestazione – Francois Hollande si è recato nel municipio di Livry Gargan per incontrare la famiglia di Ahmed Merabet (nella foto a destra), il poliziotto (di religione musulmana) ucciso a sangue freddo dai terroristi, dopo aver tentato di fermare gli attentatori della strage al Charlie Hebdo.

Ad accogliere il presidente francese c’erano la madre e la compagna di Ahmed, il fratello e le tre sorelle. Il titolare dell’Eliseo ha comunicato ai parenti di Merabet l’intenzione di conferire all’agente ucciso la Légion d’honneur postuma. Hollande, che si è trattenuto per una quarantina di minuti, aveva già telefonato alla famiglia, che gli aveva preannunciato l’intenzione di non partecipare alla marcia.

Ahmed Merabet, 42 anni, era un agente di quartiere di origini algerine, conosciuto da tutti nel quartiere e noto per spostarsi sempre in bicicletta. È stato definito uno degli “eroi” che hanno tentato di opporsi ai terroristi.

(Credit: AGI)