Caso Loris. Ordine dei giornalisti Sicilia avvia procedimenti disciplinari per violazioni del codice deontologico

Dopo lo show domenicale in tv (a ‘Domenica Live’, su Canale 5) di Carmen Anguzza, mamma di Veronica Panarello e nonna della piccola vittima di un atroce delitto – per il quale la magistratura ritiene colpevole la madre – la sezione siciliana dell’Ordine si muove per sanzionare chi ha utilizzato ogni arma per fare audience in tv o per raccattare qualche lettore in più – su carta e sul web – su una storia tragica. Indetta per la fine di marzo una sessione ad hoc di formazione professionale proprio a Santa Croce Camerina, per ‘aggiornare’ i professionisti dell’informazione siciliana sulla tutela deontologica di bambini e ragazzi nell’era del giornalismo 2.0. E questa volta il senatore Gasparri non c’entra niente…

Riccardo Arena, presidente della sezione siciliana dell'Ordine dei giornalisti (foto dal suo profilo Facebook)
Riccardo Arena, presidente della sezione siciliana dell’Ordine dei giornalisti (foto dal suo profilo Facebook)

Palermo – Ieri lo show di Carmen Anguzza, mamma di Veronica Panarello, la donna abitante a Santa Croce Camerina accusata dai magistrati ragusani di essere la responsabile dell’omicidio del figlio, Loris Andrea Stival (8 anni), con modalità e uno scenario criminale orripilante. Ieri pomeriggio a ‘Domenica Live’, condotto da Barbara D’Urso, la nonna del povero Loris ha dato il meglio di sé.

Non entriamo nel merito della sua performance televisiva: siamo per la democrazia assoluta, qualche prezzo di ineleganza si deve pure accettare, se c’è un’arma ancor più democratica (questo il punto centrale) per sconfiggere questo voyerismo indecente di sangue e arena (televisiva e minuscolo…) – il telecomando – e la legge a sorvegliare (e punire: cito Michel Foucault…)

Non si deve neanche far più la fatica di alzarsi da sedia/poltrona, percorrere faticosissimi metri, pigiare il tasto sull’apparecchio. Grazie a Marconi – ché, lo ricordiamo, tutto viene dal genio italiano del marchese Guglielmo Giovanni Maria Marconi, che Dio lo abbia in gloria – il telecomando è il boia delle boiate: taglia la linea come le teste la ghigliottina. Amen. O forse sarebbe meglio usare il condizionale: “potrebbe tagliare”. Spesso non avviene.

Comunque sia, dopo gli avvertimenti ai giornalisti di qualche settimana fa sul rispetto delle regole (codice deontologico e carte varie: Carta di Treviso, sui minori, e se vogliamo anche Carta di Milano, sui detenuti), la sezione siciliana dell’Ordine dei Giornalisti è passata all’azione e ha reso noto con un comunicato circostanziato di aver avviato un’azione per valutare opportune sanzioni disciplinari a chi abbia violato le norme che i giornalisti si sono dati e quelle che la legge statale (per esempio in materia di privacy) impone.

Una decisione che meraviglierà solo i distratti o quelli che criticano il senatore Gasparri (per una castroneria scritta su Twitter), ma magari si abbeverano con scandalosa cupidigia ai particolari più macabri e indecenti di un fatto di sangue che ha sconvolto (a volte solo a parole) tutto il Paese.

Per fine marzo, poi, a Santa Croce Camerina l’Ordine siciliano ha deciso simbolicamente di tenere l’assemblea degli iscritti, precedendola con un corso di formazione in cui giornalisti, esperti, magistrati, investigatori, rappresentanti dell’Ordine si confronterrano sul tema “minori e informazione”, aspetti che rivestono particolare importanza soprattutto le nuove frontiere dell’informazione e la “domanda” di conoscenza non sempre salutare da parte di chi cerca gli aspetti sensazionalistici di un’attività cruciale per la democrazia come il giornalismo.

E questa volta il senatore Gasparri non c’entra, c’entra la maleducazione imperante – sempre più – in questo Paese, con punte di idiozia preoccupanti. Da cui i giornalisti – di ogni ruolo e grado – non sono immuni, ma per i quali la cura c’è: la sanzione disciplinare.

Di seguito il comunicato dell’OdG Sicilia

Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, dopo avere chiesto, nelle scorse settimane, la puntuale applicazione delle regole deontologiche da parte dei colleghi e dei mezzi di informazione che si sono occupati dell’omicidio del piccolo Loris, ha inviato al Consiglio nazionale dell’Ordine una serie di articoli pubblicati da quotidiani cartacei e testate giornalistiche online, per i quali si ritengono necessarie valutazioni di tipo disciplinare nei confronti di giornalisti iscritti in varie regioni d’Italia.

L’Ordine nazionale è stato così invitato a girare il materiale raccolto agli Ordini regionali competenti, mentre una serie di “pezzi” realizzati da iscritti all’Ordine di Sicilia sono stati già inoltrati al Consiglio di disciplina territoriale dell’isola. Per difficoltà di tipo operativo non sono stati raccolti invece i numerosissimi servizi televisivi realizzati sulla vicenda e i singoli Ordini regionali (e i loro Consigli di disciplina) sono stati invitati a effettuare direttamente le necessarie verifiche.

L’Ordine dei giornalisti di Sicilia, nel ricordare comunque l’importanza fondamentale e la prevalenza della formazione professionale, rispetto all’eventuale applicazione delle sanzioni disciplinari, ha deciso anche di organizzare, alla fine di marzo, la propria assemblea annuale degli iscritti in un luogo simbolo come Santa Croce Camerina. Nella cittadina del Ragusano, prima degli adempimenti amministrativi ordinari, si terrà un corso di formazione in cui giornalisti, esperti, magistrati, investigatori, rappresentanti dell’Ordine saranno chiamati a confrontarsi sui confini della cronaca nelle vicende che riguardano i minori e sulla tutela deontologica di bambini e ragazzi nell’era del giornalismo 2.0.

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