Il Fondo Monetario Internazionale taglia l’outlook 2015 sull’Italia: Pil crescerà solo dello 0,4%

Le previsioni per l’anno in corso non sono rosee, ma la Banca Mondiale reitera l’invito ad attenuare l’austerità per favorire la ripresa (ammettendo l’errore commesso in passato)

Christine Lagarde, direttore operativo del Fondo Monetario Internazionale dal 5 Luglio 2011
Christine Lagarde, direttore operativo del Fondo Monetario Internazionale dal 5 Luglio 2011

Washington – Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita a livello globale e sull’Italia, avvertendo che l’effetto positivo dei cali del petrolio verrà più che controbilanciato dalla debolezza degli investimenti e dalla frenata in diversi Paesi.

La crescita economica sul 2015 per l’Italia è stimato nell’ordine dello 0,4 per cento del Pil, cui seguirà un incremento dello 0,8 per cento nel 2016. In entrambi i casi si tratta di riduzioni di 0,5 punti percentuali rispetto alle stime fornite nell’ottobre del 2014, ma si tratterà anche di miglioramenti rispetto alle performance degli anni precedenti.

Secondo il Fmi il 2014 si è chiuso con una flessione dello 0,4 per cento del Pil italiano, che costituisce un rallentamento della decrescita rispetto al pesante -1,9 per cento registrato nel 2013.

La crescita mondiale si attesterà sul +3,5 per cento nel 2015, mentre dovrebbe aumentare del 3,7 per cento nel 2016, 0,3 punti percentuali in meno rispetto a quanto pronosticato lo scorso ottobre.

La crescita globale riceverà una spinta dal calo dei prezzi del petrolio. Ma questo sarà più che controbilanciato da fattori negativi, tra cui la debolezza degli investimenti e un aggiustamento alle ridotte attese di crescita sul medio termine in diversi paesi avanti e emergenti“, afferma il Fmi con una nota.

Tagli anche su area euro e Germania: negli Stati della zona Euro la crescita sarà dell’1,2 per cento nel 2015 e dell’1,4 per cento nel 2016. In Germania invece la crescita economica sarà leggermente superiore alla media della Zona Euro, del +1,3 per cento quest’anno e del +1,5 per cento il prossimo. Tagli più modesti per la Francia, che crescerà dello 0,9 per cento nel 2015 e dell’1,3 per cento nel 2016, rispettivamente 0,1 e 0,2 punti in meno.

In questo quadro il FMI raccomanda di smorzare l’austerità per favorire la ripresa economica. “Bisogna attenuare il risanamento dei conti in ritmo e composizione, in modo da favorire sia la ripresa che le prospettive di crescita di lungo termine. In quest’ottica – si legge – c’è una forte argomentazione per aumentare gli investimenti in infrastrutture in alcuni paesi“. Un suggerimento reiterato per la terza volta negli ultimi 24 mesi, che rappresenta un ribaltamento della prospettiva precedente della Banca Mondiale, che aveva sposato la politica rigorista e di risanamento dei bilanci condotta in modo cieco – e anche molto pro domo sua – dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal Partito Popolare Europeo a Bruxelles. 

Intanto, dopo il -7,5 per cento registrato sulla media dello scorso anno, il prezzo del petrolio subirà una ulteriore flessione del 41,1 per cento sulla media 2015, per poi segnare una parziale risalita del 12,6 per cento nel 2016. La caduta  del prezzo del petroliooffre anche una opportunità di operare riforme ai sistemi di sussidi e alle tasse sia nei paesi esportatori che in quelli importatori“, osserva ancora l’istituto di Washington.

Ma per alcuni Paesi – come la Russia – le ripercussioni sono molto pesanti. A Mosca è stata effettuata una pesante sforbiciata alle previsioni di crescita. Quest’anno il Pil russo subirà una recessione del 3 per cento e il 2016 di un ulteriore 1 per cento. Cifre rispettivamente di 3,5 e 2,5 punti punti più basse rispetto a quelle dell’ottobre del 2014: si tratta delle riduzioni più marcate tra i Paesi elencati.

(Fonte: askanews)

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