La ‘Riforma’ islamica parte dall’Egitto: aperto il bando per donne predicatrici nelle moschee

Il ministero degli Affari Religiosi ha invitato tutte le donne interessate a “predicare e insegnare la medicina preventiva e lo sviluppo umano” a presentare la loro candidatura

L'Università islamica di alAzhar al Cairo
L’Università islamica di alAzhar al Cairo

Il Cairo – A fine dicembre, il presidente egiziano Abd al-Fattāḥ al-Sīsī aveva spinto l’università islamica di al-Azhar a muoversi contro l’islamismo jihadista e a rendere più attuale il messaggio coranico, per evitare di portare nell’abisso delle atrocità e dell’inumanità tutti i musulmani, non solo i terroristi dell’autoproclamato e sedicente Stato Islamico. Un discorso forte e coraggioso, con un tono appassionato e deciso, che ha innalzato già al-Sisi sul piedistallo dei grandi riformatori sociali e politici del XXI Secolo

Ma oggi dall’Egitto viene una notizia che si innesta nel solo di quella grande riforma perorata dal presidente egiziano. Presto in Egitto si potranno infatti avere donne predicatrici nelle moschee. Lo ha annunciato il ministero degli Affari religiosi, che ha pubblicato uno specifico bando sul proprio sito web.

Il ministero ha invitato tutte le donne interessate apredicare e insegnare la medicina preventiva e lo sviluppo umano” a presentare la propria candidatura. Le predicatrici selezionate saranno destinate alle zone per sole donne all’interno di moschee e di altri contesti comunitari. Un passo che potrebbe sembrare limitato, ma costituisce una rivoluzione e, allo stesso tempo, il primo stadio di una evoluzione inevitabile: la parificazione dei diritti di genere anche nella cultura musulmana, come obiettivo di medio-lungo termine.

La figura della predicatrice già esiste in Egitto, dove molte donne, su base volontaria, guidano letture religiose all’interno delle moschee o insegnano il Corano ai bambini, così come avviene nelle comunità cristiane da anni in tutto il mondo. Il ruolo delle donne nell’insegnamento del catechismo cattolico e cristiano è fondamentale per la vita delle parrocchie di tutte le confessioni cristiane. Il provvedimento del ministero degli Affari Religiosi del Cairo ora istituzionalizza questa figura anche nelle comunità musulmane egiziane.

Non è il primo intervento adottato dalle autorità del Cairo per disciplinare la vita all’interno dei luoghi di culto. Già il presidente ad interim Adly Mansour – durante la fase di transizione seguita all’arresto di Mohamed Morsi e alla detronizzazione dei Fratelli Musulmani dal potere (conquistato democraticamente, ma gestito in modo criminale e fondamentalista, portando l’Egitto a un passo dalla guerra civile) aveva rafforzato i controlli su imam e predicatori, con l’obiettivo di evitare la diffusione di idee estremiste.

Le moschee sono state messe sotto il controllo del ministero degli Affari religiosi, è stato vietata la predicazione a chi non ha un apposito permesso e i sermoni del venerdì sono stati unificati. La via della rivoluzione umanista musulmana è intrapresa. Una notizia che fa guardare al futuro con maggiore ottimismo nella razionalità umana, che è il pilastro fondamentale per il progresso dell’Umanità.

(Credit: Adnkronos, AsiaNews) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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