Chiesti 26 anni per Schettino. Il Pm: “Schettino è un idiota. Dio abbia pietà di lui, noi no”

Toni da dittatura etica quelli usati dal Pubblico Ministero verso il comandante della Costa Concordia, contro il quale tutto converge, ma il rispetto della dignità dell’imputato distingue un Paese democratico da una dittatura. Spesso i magistrati non si rendono conto che sono chiamati ad applicare le leggi, non a salvare il mondo dal ‘male’

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Grosseto – Durante la requisitoria del processo a carico di Francesco Schettino, le richieste della pubblica accusa sono state pesanti: 26 anni e tre mesi di reclusione, l’arresto per pericolo di fuga.

E tuttavia i toni e le parole usate dai Pm, in special modo da Stefano Pizza, non sono apparsi consoni a quelle che dovrebbero essere proprie di un magistrato di un Paese democratico, dove i magistrati sono chiamati ad applicare e far rispettare la legge, non a salvare il mondo dal ‘male’.

Infatti, Pizza è ricorso pure a citazioni dottrinarie per scaraventare sull’imputato – contro il quale tutto converge – una serie di affermazioni che hanno lasciato più di un osservatore scosso. “Un incauto ottimista, un abile idiota che somma all’incauto ottimismo la sopravvalutazione della proprie capacità“. Un uomo che va condannato perché è colpevole, ma con l’aggravante della “colpa cosciente“, un “bicefalo” che mise in atto un comportamento da “incauto idiota“. “Dio abbia pietà per il comandante Schettino perché noi non ne possiamo avere alcuna“.

Non entriamo nel merito di queste affermazioni e del rilievo processuale delle prove trovate dall’accusa, ma invitiamo tutti a riflettere sulla forma e sul tono, incompatibili con la magistratura di uno Stato democratico, più confacenti a uno Stato etico di cui l’Italia non ha bisogno.

L’Italia ha bisogno di equilibrio, non di “paladini” della Giustizia. Burocrati moderati della legge, non dispensatori di verità. Ma evidentemente in Italia molti hanno perso il senso della realtà e, soprattutto, la responsabilità di considerare il proprio ruolo nella società con lucidità e serenità.

La procura ha ravvisato decine di profili di colpa per Schettino, unico imputato per il naufragio della nave. Pizza ha illustrato le inadempienze e le violazioni dell’ufficiale. Per l’accusa, quella sera, Schettino utilizzò carte inadeguate e arrivò in ritardo sulla plancia. La Concordia avrebbe dovuto navigare con un sistema di vedetta rinforzato nelle ore notturne, mentre la nave viaggiava a velocità eccessiva. 

Pizza ha anche sottolineato come Schettino avrebbe dato ordini inadeguati e confusi, come nel caso delle indicazioni fornite al timoniere, senza indicare tempi precisi. Il comandante sarebbe arrivato in plancia in ritardo, accompagnato da persone estranee, non avrebbe controllato la rotta e omesso di pianificarne una nuova. Francesco Schettino, in definitiva, non avrebbe messo in atto le procedure previste, affidandosi, invece, all’intuito e all’improvvisazione.

Maria Navarro, la seconda Pm della Procura di Grosseto che ha sostenuto l’accusa, ha chiesto infine la pena per Francesco Schettino, per il quale era stata annunciata “alcuna pietà”: 26 anni di reclusione e tre mesi di arresto per il comandante della Costa Concordia, naufragata il 12 Gennaio 2012 sull’isola del Giglio.

Schettino, per la prima volta dall’inizio del dibattimento, oggi non era presente in aula. Unico imputato nel dibattimento in corso al teatro Moderno di Grosseto, deve rispondere di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, abbandono di persone incapaci e omessa comunicazione con l’autorità marittima.

Navarro ha chiesto per Schettino anche la custodia cautelare in carcere per evitare il pericolo di fuga, oltre ad una serie di pene accessorie. Per la procura, deve essere condannato all’interdizione perpetua dei pubblici uffici, all’interdizione legale per tutta la durata della pena e all’interdizione dei titoli professionali marittimi per una durata di 5 anni e 6 mesi, cosa che fa decadere la sua abilitazione alla navigazione.

In dettaglio, la Pm ha chiesto 9 anni per il naufragio colposo, 14 per l’omicidio colposo e le lesioni colpose plurime, 3 anni per l’abbandono di incapaci e l’abbandono della nave e 3 mesi di carcere per l’omessa comunicazione all’autorità marittima.

“Ha mentito a tutti, capace di delinquere”

Francesco Schettino ha mentito a tutti, alla stampa, all’autorità giudiziaria, alle autorità marittime” ha aggiunto Maria Navarro che, per giustificare la richiesta di condanna, ha spiegato i criteri previsti dalla legge e, poi, la condotta del comandante.

Ha portato la nave fuori rotta – ha sottolineato – ed ha causato danni ingenti a persone e cose. Schettino ha capacità di delinquere, nonostante sia incensurato, e non merita le attenuanti generiche. Non ha mai ammesso le sue responsabilità, ma ha sempre accusato gli altri coimputati. Nel dibattimento non è emerso alcun elemento a favore dell’imputato che si e’ messo da solo nelle sue condizioni disperate“.